ITALIA – Con l’Italicum meno partiti, ma più donne in parlamento

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La nuova elegge elettorale entrerà in vigore nel luglio 2016 e sarà valida solamente per la Camera non per il Senato. Questo perché intorno a quella data dovrebbe svolgersi il referendum costituzionale in cui potrebbe essere abolito il Senato elettivo così come è oggi.
Se il referendum costituzionale dovesse essere respinto, il Parlamento dovrà pensare una nuova legge elettorale valida anche per il Senato.

L Italicum,  proposto nel gennaio del 2014 dal Partito Democratico su iniziativa del segretario Matteo Renzi, che nel frattempo è anche divenuto primo ministro,  ha subito diverse modifiche, fino a raggiungere la versione attuale. L’approvazione definitiva alla Camera è avvenuta con 334 voti favorevoli e 61 contrari. La maggior parte dei deputati dell’opposizione ha deciso di non partecipare al voto.

La necessità di una nuova legge elettorale si è palesata dopo che, nel dicembre 2014, la Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità di alcune parti del cosiddetto Porcellum, la precedente legge elettorale, con cui la coalizione che otteneva più voti – indipendentemente dalla percentuale – si vedeva automaticamente assegnata la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Deputati.
La coalizione vincente otteneva un premio di maggioranza potenzialmente di gran lunga superiore rispetto al numero di voti effettivamente raccolti.
Il che poteva anche risultare in una discrepanza potenzialmente eccessiva tra il numero di voti ottenuti e il numero di deputati eletti in parlamento.
L’Italicum ha come obiettivo quello di garantire la governabilità per la lista che vince le elezioni attraverso il premio di maggioranza – legittimato dall’eventuale ballottaggio – e di diminuire il potere contrattuale delle liste più piccole abolendo in toto il principio delle coalizioni.

Ogni lista potrà presentare i propri candidati in ciascun collegio: il capolista sarà bloccato – e quindi scelto dalla lista stessa – mentre tra gli altri candidati si potranno esprimere fino a due preferenze, purché siano di sesso differente: un uomo e una donna.

I candidati di ciascuna lista dovranno rispettare il criterio dell’alternanza di genere: quindi donna-uomo-donna-uomo-donna-uomo oppure uomo-donna-uomo-donna-uomo-donna etc.
Lo stesso varrà per i capi-lista bloccati: per ogni regione, ciascuna lista potrà avere capi-lista dello stesso sesso al massimo nel 60 per cento dei collegi.
Ciò vuol dire che in ciascuna regione italiana, i capi-lista uomini non potranno essere più del 60 per cento, ma né meno del 40 per cento. Stesso discorso per le donne.
La possibilità di candidarsi in più di un collegio è prevista per i soli capi-lista: per loro sarà infatti possibile presentarsi al massimo in dieci diversi collegi.
Qualora un capo-lista fosse candidato in più collegi e dovesse essere eletto in più d’uno, dovrebbe optare a sua scelta per uno solo di questi, e negli altri dove è arrivato primo gli subentrerebbe il primo dei non eletti. Non sono invece previste candidature multiple per gli altri candidati.
Fuori da questo schema vi saranno i collegi della regione italiana a statuto speciale del Trentino Alto-Adige, dove sarà utilizzato il sistema uninominale al fine di tutelare la minoranza linguistica tedesca.
Questo schema specifico attuato oggi in Trentino Alto-Adige è lo stesso che era in vigore, in tutta Italia, tra il 1994 e il 2001 con la legge elettorale del Mattarellum.
Anche la regione italiana della Val d’Aosta userà questo stesso sistema elettorale, come da sempre nella storia della Repubblica, eleggendo un solo deputato con l’uninominale maggioritario.
I voti di queste due regioni – Trentino Alto-Adige e Val d’Aosta – saranno comunque sommati a quelli delle altre a livello nazionale per raggiungere il premio di maggioranza, nonostante il diverso sistema elettorale.
Saranno inoltre eletti 12 rappresentanti della circoscrizione estero, scelti con il sistema proporzionale semplice nelle quattro circoscrizioni: – Europa; – America Meridionale; – America Settentrionale e Centrale; – Africa–Asia–Oceania–Antartide, tutt’una.
I voti ottenuti da ciascuna lista in queste circoscrizioni non verranno conteggiati al fine dell’assegnazione del premio di maggioranza dei 340 deputati alla Camera. Per questa ragione, i deputati eletti in queste circoscrizioni andranno ad aggiungersi a quelli già eletti con il premio di maggioranza in Italia.
In altri termini, la lista che ottiene il premio di maggioranza tra le circoscrizioni italiane potrebbe superare la soglia di 340 deputati eletti alla Camera grazie a quelli eletti all’estero.

La nuova legge elettorale permette per la prima volta il voto agli studenti che si trovano all’estero per un breve periodo di studio, come nel caso dell’Erasmus.

Oltre ai cittadini italiani residenti all’estero, potranno infatti votare tutti gli italiani che si troveranno provvisoriamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi dovuto a ragioni di studio, lavoro o cure mediche.
I loro voti saranno espressi nella circoscrizione estero e contribuiranno a eleggere i 12 deputati di tale circoscrizione.

Nella scheda elettorale prevista dall’Italicum, di fianco al simbolo di ciascuna lista sarà stampato il nome del capo-lista, al lato del quale saranno presenti due spazi in cui inserire le due preferenze di diverso genere.