di Livia Capasso e Maria Pia Ercolini
Leggiamo dal censimento operato da Toponomastica femminile nell’omonimo sito, che le strade, i larghi, le piazze a Cosenza sono 955, di cui appena 48 dedicate a donne, a cui si aggiungono un giardino in memoria di Matilde Serao e un parco per Grazia Deledda.
Molti odonimi alludono a località geografiche, altri ricordano l’esistenza di botteghe, come la piazza dei Follari, dove si vendevano i bozzoli del baco da seta (detti appunto follari), o via dei Pettini, dove i venditori di pettini esponevano la mercanzia, oppure il rione Pignatari, legato alla presenza di artigiani produttori di pentole di terracotta (le pignatte). Singolari anche le vie Paparelle e Cannuzze, la Giostra Vecchia, gli Archi di Ciaccio e Portapiana. Degna di nota è peraltro la via Popilia, un’arteria romana costruita nel 132 a.C. da Publio Popilio, che portava da Capua a Reggio Calabria.
Recentemente gli addetti alla toponomastica si sono accorti della forte disparità nelle intitolazioni tra uomini e donne, e nelle ultime delibere sono state privilegiate le figure femminili, per cui ora l’odonomastica cosentina annovera anche una medica, sindacaliste, attiviste politiche, vittime di violenza.
Foto di Maria Pia Ercolini
Due le sante presenti nell’odonomastica della città, S. Teresa e Santa Lucia. A quest’ultima sono dedicati 11 toponimi tra via, vicoli e vicoletti. La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Nella lista dei primi 20 odonimi italiani è seconda dopo S. Maria.
Foto di Maria Pia Ercolini
Il largo delle Vergini prende nome dall’omonima chiesa, annessa all’ormai soppresso Monastero delle Vergini. L’edificio nacque nel 1515 dalla fusione di due conventi cistercensi femminili, destinato a ospitare ragazze delle nobili famiglie cosentine; fu danneggiato dal forte terremoto che colpì la città di Cosenza nel 1639. Nel 1808, lasciò posto a un orfanotrofio e oggi ospita l’Istituto Educativo Femminile S. Maria Delle Vergini.
Foto di Maria Pia Ercolini
Col nome di Olimpia, Lucrezia della Valle entrò a far parte dell’Accademia Telesiana, sorta a Cosenza nel 1509. Compose 42 sonetti, 1 canzone, 3 sestine, 6 ballate e un capitolo sull’amore platonico, dove l’amore è presentato come un’esperienza propedeutica alla riflessione religiosa. Scrisse anche un libro sull’eleganza della lingua latina e un altro, perduto, sull’arte poetica. I critici la avvicinano per stile a Vittoria Colonna. Madre del letterato Sertorio Quattromani, morì nel 1622 e fu sepolta nel Duomo di Cosenza. In città porta il suo nome anche un istituto scolastico.
Foto di Maria Pia Ercolini
Emanuela Setti Carraro (Borgosesia, 1950 – Palermo, 3 settembre 1982), infermiera, e volontaria della Croce Rossa italiana, sposò il generale e prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, rimasto vedovo e di 30 anni più anziano. Ma appena due mesi dopo il matrimonio, a soli 31 anni, rimase vittima a Palermo dell’attentato mafioso in cui persero la vita anche il generale e l’agente di scorta. Emanuela risulta contitolare della via insieme al marito, ma nella targa il suo cognome non compare.
Foto di Maria Pia Ercolini
Stessa sorte anche a Francesca Morvillo (Palermo, 1945 – Palermo, 23 maggio 1992), accomunata nella targa al marito, ma senza memoria del suo cognome. Francesca, magistrata, fu uccisa nella strage di Capaci insieme al marito, Giovanni Falcone, giudice antimafia, e agli uomini della scorta.
Foto di Maria Pia Ercolini
Sono ricordate qui due vittime della strada; Cosenza dedica anche un’altra via a una vittima di incidenti stradali, Natascia Berlingieri.
Foto di Maria Pia Ercolini
Nosside (Locri Epizefiri, IV sec a.C. circa – III sec. A.C. circa) è stata senza dubbio la più grande poetessa greca di età ellenistica. Le sue poesie appartengono al filone epigrammatico, e, come quelle di Saffo, sono un inno alla vita, alla bellezza femminile e alla dolcezza dell’amore, ma se ne distinguono per una velata impostazione filosofica.
Foto di Maria Pia Ercolini
Anna Lucente (Aprigliano, 1930 – Cosenza, 2008), figura dal forte impegno sociale e politico, militante comunista e antifascista, ha lottato con forza e determinazione per l’emancipazione delle donne. Impegnata nell’amministrazione della città di Cosenza, ha sostenuto numerose battaglie sociali: per la casa, per i servizi, per la sicurezza e la legalità del territorio.
Foto di Maria Pia Ercolini
Roberta Lanzino, giovane studentessa cosentina, è stata vittima di femminicidio. Il 26 luglio 1988 stava raggiungendo col suo motorino i genitori che erano nella loro villetta al mare, a San Lucido. Sulla strada del valico fu aggredita da due sconosciuti che la colpirono al collo e alla testa con un coltello, la violentarono e la soffocarono. Ancora oggi non si conosce la verità su questo caso. Un anno dopo la sua morte, i genitori hanno dato vita alla Fondazione che porta il nome della figlia, e si occupa di dare sostegno economico e legale a donne e minori in difficoltà; è stata anche creata la Casa di Roberta, nel Comune di Rende, per accogliere e dare ospitalità a donne e minori costretti a lasciare la propria casa per violenza sessista.
Cosenza rende omaggio ad altre due vittime di femminicidio: Anna Morrone e la giornalista Maria Rosaria Sessa.
Foto di Maria Pia Ercolini
Lisa Bilotti (1969 – 1989), figlia dell’imprenditore e mecenate cosentino Carlo Bilotti, scomparve a vent’anni per leucemia. Grazie al facoltoso collezionista e imprenditore internazionale nel campo della cosmetica, oggi Corso Mazzini, storico fulcro della vita sociale della città, trasformato in isola pedonale, si è arricchito dei lavori di artisti di fama internazionale, dando vita al Museo all’aperto Bilotti.