Un patrimonio pubblico che andrà perduto.
Il tribunale di Napoli ha ordinato all’avvocato Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, di mettere all’asta alcuni dei suoi tesori più preziosi per coprire i debiti vantati dai creditori.
Sedici i tomi all’incanto,tutti editi tra il XVI e il XIX secolo, i cui argomenti spaziano dalla medicina alla storia e alla filosofia, dal diritto alla linguistica e alla poesia, per un valore stimato di circa venticinque mila euro: due cinquecentine, una di argomento medico e l’altro di argomento giuridico, ci sono un Vite de pittori, scultori ed architetti napoletani non mai date alla luce da autore alcuno dedicate agli eccellentiss. signori, eletti della fedelissima città di Napoli, di Bernardo De Dominici, stampato a Napoli dal mitico editore Ricciardi nel 1742; una Gerusalemme liberata del 1888 e una raccolta di opuscoli e diari sulla storia di Napoli stampati nel 1780.
Su tutti spicca Elementi di metafisica di Antonio Genovesi, edito a Napoli nel 1760
Si tratta della prima volta in assoluto che l’istituto perde una parte dei suoi volumi.
Questo il commento di Marotta: «Sono addolorato, rifarsi sui miei libri per questioni economiche è grave, mi rende triste, ma al di là delle mie reazioni emotive conta che dalla sera alla mattina i napoletani, e tutti gli studiosi che ne avrebbero fatto richiesta, saranno privati della possibilità di consultare gratuitamente questi testi».