Non si arresta l’offensiva russa in Siria, con circa 130mila civili in fuga dai raid aerei del Cremlino.
A fianco dei russi si trovano forze iraniane e i siriani fedeli al governo di Assad, che operano nelle regioni centro settentrionali del Paese, tra Hama, Idlib e Aleppo.
La cifra è stata fornita da una piattaforma di 47 ong internazionali che operano al confine tra Siria e Turchia. Il Forum delle ong basato a Gaziep (Turchia) e riconosciuto dall’Onu segnala un “significativo aumento della frequenza e intensità dei bombardamenti aerei”, specificando però che: “i raid continuano a prender di mira aree dove c’è un’altra concentrazione di civili.”
“Scuole, ospedali e mercati sono a rischio – prosegue il comunicato – Nei giorni scorsi sono stati colpiti anche dei centri sanitari. I combattimenti sul terreno – prosegue il comunicato – hanno causato nuovi rischi per i civili, destabilizzando zone che erano state relativamente stabili e sicure. Questa nuova realtà ha costretto almeno 129mila civili a fuggire da Aleppo, Idlib e Hama”.
Il Cremlino intanto ha smentito un rapporto dell’Osservatorio per i Diritti Umani che denunciava l’uccisione di 59 civili – tra cui 33 bimbi – nel corso dei raid delle forze russe.
Un appello per la pace in Medio Oriente è stato lanciato da Papa Francesco: il Sommo Pontefice ha pregato perché particolarmente i cristiani possano restare in quelle terre senza esserne scacciati da guerre e persecuzioni.