Artista, illustratore, scultore e favolista: Fuad Aziz nasce ad Arbil, una città antichissima nel cuore del Kurdistan iracheno. Ha alle spalle una fuga dalla guerra per poter continuare i suoi studi artistici: nel momento in cui deve iniziare il servizio militare, riesce a ottenere un permesso speciale che gli permette di partire per l’Italia. Si laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove vive attualmente con la sua famiglia e il suo cane Giotto.
Nonostante sia stato costretto ad allontanarsi dalla sua patria, Fuad ricorda sempre le sue origini e la storia della sua terra, la quale dà vita al tratto malinconico e delicato delle sue figure, che nelle sue storie trovano la forza di affrontare le sfide del presente, come la guerra o la migrazione.
Delicatezza e forza, questo binomio non si trova soltanto nelle storie, ma anche nella tecnica pittorica utilizzata da Fuad: tratti decisi, immediati, di china, accompagnati dentro e fuori i suoi margini da pennellate di colori forti, stesi sulle tavole senza indugio.
“Tratti forti, colori trasparenti puri. Questa china la uso direttamente. Mi serve un colore rosso e cerco con coraggio di riempire questo spazio di rosso perché in quel momento ho bisogno proprio di questo rosso.”
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Il suo pensiero è specchio delle immagini che crea. I suoi protagonisti, come i suoi soggetti, sono solitamente bambini e bambine, musicisti, donne o anche animali, soggetti delicati e sognanti, ma che al tempo stesso sono una testimonianza di grande forza, spesso posti di fronte a sfide e cambiamenti. Non a caso, uno dei mezzi che l’artista utilizza di più sono le fiabe, capaci di dare poesia e di donare delicatezza anche ai temi più difficili.
È probabilmente questa sua maniera di comunicare, e non tanto una sua scelta arbitraria, che fa dei bambini i suoi interlocutori privilegiati.
Le illustrazioni di Fuad non si concentrano mai troppo sul paesaggio intorno, ma sulla figura, che emerge dallo sfondo bianco nella sua eleganza e trasparenza. Non a caso l’artista è anche scultore: i suoi tratti sono come sculture in una pagina bianca, le figure emergono ovunque vengano posizionate e raccolgono il punto focale dell’immagine su di sé: il restante spazio dipinto intorno è soltanto inchiostro e colore.
Fuad ama creare i suoi personaggi anche attraverso sculture di bronzo, che rappresentano figure umane, solitamente amanti, musicisti o persone dallo sguardo distratto, lontano e sognante.
La figura umana, e specialmente femminile, ha una particolare importanza nell’arte di Fuad, è ciò intorno alla quale si concentra tutto il suo messaggio di forza e speranza. Le sue figure sono portatrici di memoria, e non a caso Fuad nelle sue rappresentazioni riprende spesso le simbologie del Kurdistan.
L’immagine della donna è il ricordo della sua terra, nell’arte assira gli artisti rappresentavano figure con occhi grandi, perché gli occhi grandi per gli abitanti di queste terre significano guardare lontano e, conoscendo la sua storia, sappiamo che per Fuad ha una grande importanza saper guardare lontano.
Una immagine che Fuad ama riprodurre è quella di una testa sulla quale si trova un violino, una colomba colorata, un uccellino. Nella cultura del Kurdistan si usa dire “Ti metto sulla testa” per dire “Sei molto prezioso per me” e così queste immagini si fanno portatrici di un dono positivo. I musicisti, che si incontrano spesso nelle sue opere, sono anch’essi portatori di un dono contro il male, un inno alla vita e alla pace.
Illustrazioni tratte da “Sole e mare”, volume edito da Matilda Editrice