Il Premio Campiello e le scrittrici

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Il Premio Campiello, fondato nel 1962 per iniziativa di un gruppo di industriali veneti, è attivo dal 1963. L’ambito riconoscimento è andato a molte delle più significative opere di narrativa edite in Italia negli ultimi 55 anni, a iniziare da La treguadi Primo Levi, vincitore della prima edizione. Caratteristica del Premio è il sistema di selezione, che avviene attraverso una doppia giuria. C’è una Giuria di letterati, costituita da un gruppo di critici e critiche letterarie, accademici e accademiche, cultori e cultrici di lettere che, dopo aver proposto le opere che ritengono degne di concorrere alla selezione, votano una cinquina finalista; questa poi viene sottoposta al giudizio di una Giuria popolare di 300 persone ogni anno diverse, che scelgono l’opera vincitrice.

Delle 56 opere premiate nei 55 anni di attività (c’è un solo ex aequo), 43 sono state scritte da uomini, 13 da donne: una percentuale di vincitrici del 23%, nettamente superiore a quella dei premi finora considerati (a esclusione del Bagutta Opera Prima) ma sempre bassa.

Logo Premio Campiello

Questo l’elenco: Gianna Manzini,1971, Ritratto in piedi;Rosetta Loy,1988, Le strade di polvere;Francesca Durante,1989,  Effetti personali;Dacia Maraini,1990, La lunga vita di Marianna Ucria;Isabella Bossi Fedrigotti,1991, Di buona famiglia;Marta Morazzoni,1997, Il caso Courrier;Paola Mastrocola,2004, Una barca nel bosco;Mariolina Venezia,2007, Mille anni che sto qui;Benedetta Cibrario,2008, Rossovermiglio;Margaret Mazzantini,2009, Venuto al mondo;Michela Murgia, 2010,Accabadora;Simona Vinci,2016, La prima verità;Donatella Di Pietrantonio,2017, L’Arminuta.

Ma anche in questo caso, se consideriamo gli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2017, scopriamo risultati paritari: 5 scrittori e 5 scrittrici premiate. Da notare che questo avviene nonostante una presenza femminile complessivamente minoritaria: 19, in questo periodo, le donne presentate alle selezioni definitive, a fronte di 31 uomini. E tuttavia almeno una scrittrice è presente in finale in tutte le ultime dieci edizioni, cosa che prima non avveniva: molte cinquine negli anni precedenti erano costituite esclusivamente da uomini.

Evidentemente, nonostante la preferenza che le giurie tecniche (prevalentemente maschili) continuano a rivelare per le opere degli scrittori, a influire sui risultati del Campiello correggendo lo squilibrio di genere è il voto delle giurie popolari; ciò rivela che i lettori e le lettrici sono meno condizionate dai pregiudizi di quanto non siano gli addetti (e chissà se anche le addette) ai lavori, che fanno probabilmente ancora fatica ad accettare la presenza femminile nella cittadella delle lettere.