I salotti letterari, tanto cari agli ambienti illuministi, avevano precedenti illustri nella storia dell’antica Grecia, quando i cittadini maschi adulti davano vita ai simposi, si intrattenevano in banchetti e li animavano con discussioni colte, musica, danze e la presenza di ragazzi e ragazze che facevano da contorno alle dotte riflessioni degli uomini.
Foto 1. Lettura di Moliere in un salotto letterario del ‘700
Quello che si terrà venerdì 25 maggio alle ore 18 nella sala al piano terra della Biblioteca comunale di Villa Leopardi a Roma è il 4° salotto letterario romano di Toponomastica femminile. Qui, al contrario del mondo greco, le protagoniste sono le donne: Toponomastica femminile vuole infatti accendere la luce, attraverso l’interpretazione di brani e di versi di scrittrici, poete, giornaliste, filosofe ricordate nella toponomastica italiana e straniera, su quanto l’immaginazione femminile ha saputo creare con le parole.
Si tratta di un’occasione per entrare all’interno del mondo letterario femminile, così tanto sacrificato in nome dei canoni letterari alti,e riscoprire il pensiero e la scrittura delle donne; è anche un momento in cui riconquistare la bellezza dell’ascolto, quell’ascolto che incanta sempre bambine e bambini e che molto spesso, crescendo, perdiamo e dimentichiamo.
Il 4° salotto letterario presenta autrici molto diverse fra loro: si leggeranno versi di Saffo accanto a testi più recenti come quelli di Alda Merini; si andrà dalle riflessioni tardo ottocentesche di Matilde Serao sulla canzone popolare alle ricostruzioni storiche di Anna Banti, di Marguerite Yourcenar e Miriam Mafai, dalla forza vitale di Goliarda Sapienza alle profonde riflessioni di Alba De Céspedes, dai pensieri di Virginia Woolf e Natalia Ginzburg alle malinconiche vicende descritte da Paola Drigo e Grazia Deledda fino alle gioiose storie di Giana Anguissola.
Esiste un filo conduttore che lega fra loro pagine e parole così diverse, ed è la musica.
Ogni brano o verso scelto per la lettura ad alta voce avrà come tema il fascino e la suggestione della musica, suonata, ascoltata, evocata, immaginata.
Perché questa scelta? Perché la musica, in passato, rientrava nell’educazione delle giovani donne, insieme al disegno, al cucito, alla lettura, era presente nella loro vita e nella loro formazione. Alle ragazze veniva impartito l’insegnamento di uno strumento musicale, eppure era un insegnamento senza sbocchi futuri, che non portava a carriere artistiche e alla possibilità di affermarsi. Quel sapere musicale rimaneva chiuso all’interno delle mura domestiche, non spiccava il volo, era buono solo per allietare qualche occasione di incontro e le serate di ricevimenti.
E, come è stato per la sfera letteraria, anche quella musicale ha visto l’ingegno femminile adattarsi alle convenienze e sacrificarsi in nome delle regole sociali.
Come negli antichi simposi anche nel corso del salotto letterario toponomastico del 25 maggio si lascerà spazio alla musica, e non soltanto quella evocata nelle pagine scritte. Verranno eseguiti alcuni brani musicali scritti da donne contemporanee molto famose, Consuelo Velázquez, Jony Mitchel e Cindy Lauper, proposti ed eseguiti da un uomo, il musicista Massimo Fedeli, al pianoforte.
Foto 2. La Biblioteca comunale di Villa Leopardi a Roma