Frena l’economia del Kazakistan, dopo essere cresciuta a un ritmo sostenuto nel 2013. Risente delle tensioni regionali (crisi russo-ucraina), in presenza di rapporti commerciali e finanziari particolarmente intensi con la Russia. Sulle esportazioni pesa in aggiunta la frenata della domanda dalla Cina. La svalutazione operata a inizio anno e l’accelerazione dell’inflazione stanno comprimendo il reddito disponobile, frenando così i consumi. L’attività di estrazione nell’importante giacimento petrolifero di Kashag è stata bloccata per problemi tecnici subito dopo l’inaugurazione avvenuta nel settembre 2013 e non è prevista ripresa prima della fine del 2015. Per sostenere l’economia il governo ha di recente annunciato un piano di aiuti che privilegia le piccole medie imprese con un ammontare pari al 2,5% del Pil. I dati più recenti, anche grazie a questo pacchetto di stimolo, segnalano una contenuta accelerazione nel terzo trimestre. Secondo stime preliminari dell’ufficio di statistica, nel periodo gennaio-agosto, la crescita tendenziale del Pil è stata pari al 4,1% a/a, che implicherebbe +4,7% a/a nel bimestre luglio-agosto, dal +4% nel 2° trimestre. Sempre nel bimestre luglio-agosto la produzione industriale è aumentata dell’ 0,7% a/a, dopo essere diminuita dello 0,4% nel secondo trimestre. Rispetto alle previsioni di inizio anno, per tutti gli istituti il taglio delle stime è stato più ampio sul 2015, in quanto viene ormai esclusa la ripresa dell’attività di estrazione a Kashagan. Lo stesso governo vede l’estrazione di petrolio invariata a 1,64 milioni di barili al giorno fino al 2016.