Dejavu’

di Massimo Ribaudo


Sono quei momenti dove ti dici :”questa scena l’ho già vista”. Prima di tutto fa caldo. Ed umido. E poi, ci sono Mondiali, da birra gelata, ozio e istinti maschili e belluini. Quindi, il potere può tentare di fare quello che vuole. Il potere che decide di finanziare un’opera inutile, dal nucleare, alla Tav, al Mose. E non tira fuori un soldo per gli uffici che devono occuparsi di destinare i soldi delle confische dei beni ai mafiosi, od ai controlli di qualità sul cibo. Il potere che ottiene denaro dall’inutilità e dallo spreco, perchè la prosperità delle masse lo renderebbero più facilmente controllabile. E meno potente, nel suo corrompere. Ti distrai un attimo, un gol di Roberto Baggio, ed ecco arrivare il decreto Previti. E dopo venti anni, ancora stai fremendo per il calcio d’inizio, e già la Camera – spaventata dall’inchiesta veneziana – fa schioccare la frusta contro i Magistrati. Alla Camera, secondo l’emendamento del leghista Gianluca Pini, “chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale”. L’emendamento è stato approvato. Vi sembra una norma corretta ? Non lo è. Non lo è nei confronti di reati complessi come quelli della corruzione, dei reati finanziari, dove le norme sono di una complessità (e di una variegata frammentazione) tale da rendere sempre possibile un ricorso per violazione di legge, ma è sopratutto il concetto di “colpa grave” a far sospettare l’interprete. Qual è il labile confine tra una mera disattenzione, un atteggiamento persecutorio ed una volontà di non tener conto della legge per colpire un cittadino ? Bastava prevedere il dolo. La “colpa grave” è aleatoria e bloccherà molti processi. Anche perchè si può chiedere il risarcimento dei danni non patrimoniali. Dello stress fisico. Immaginate quanti criminali dai colletti bianchi, quanti finanzieri, quanti politici – al termine di un processo estenuante e difficilissimo – saranno dimagriti. Magari, come l’on. Giachetti del Partito Democratico che ha difeso e votato per questo emendamento. In contrasto col Governo, dice. Il Governo che ha la maggioranza alla Camera. E per soli sette voti questo provvedimento è passato, è stato inserito nella Legge comunitaria ed ora sarà al vaglio del Senato. Si doveva fare qualcosa per contrastare la corruzione e si indebolisce il lavoro della Magistratura, con la scusa della sacrosanta tutela dei diritti dell’imputato. Dove chi ruba una mela sarà sempre condannato. Chi pone in essere un atto di concussione, specie se è anche dirigente della società che paga l’amministratore pubblico, non potrà essere condannato. Si continua, quindi: invece di combattere la piaga corruttiva si è prodotto un corpus di leggi, dal lodo Alfano alla depenalizzazione del falso in bilancio, che hanno aggravato la situazione. E questo è il nuovo atto. Ma stavolta, ti dici, non sono i cattivi. Non è Berlusconi. Certo. E’ il Pd di Renzi. Il potere. Quello alla cui porta c’è sempre lo stesso cartello: “Non disturbare il manovratore”.Sono quei momenti dove ti dici :”questa scena l’ho già vista”. Prima di tutto fa caldo. Ed umido. E poi, ci sono Mondiali, da birra gelata, ozio e istinti maschili e belluini. Quindi, il potere può tentare di fare quello che vuole. Il potere che decide di finanziare un’opera inutile, dal nucleare, alla Tav, al Mose. E non tira fuori un soldo per gli uffici che devono occuparsi di destinare i soldi delle confische dei beni ai mafiosi, od ai controlli di qualità sul cibo. Il potere che ottiene denaro dall’inutilità e dallo spreco, perchè la prosperità delle masse lo renderebbero più facilmente controllabile. E meno potente, nel suo corrompere. Ti distrai un attimo, un gol di Roberto Baggio, ed ecco arrivare il decreto Previti. E dopo venti anni, ancora stai fremendo per il calcio d’inizio, e già la Camera – spaventata dall’inchiesta veneziana – fa schioccare la frusta contro i Magistrati. Alla Camera, secondo l’emendamento del leghista Gianluca Pini, “chi ha subìto un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale”. L’emendamento è stato approvato. Vi sembra una norma corretta ? Non lo è. Non lo è nei confronti di reati complessi come quelli della corruzione, dei reati finanziari, dove le norme sono di una complessità (e di una variegata frammentazione) tale da rendere sempre possibile un ricorso per violazione di legge, ma è sopratutto il concetto di “colpa grave” a far sospettare l’interprete. Qual è il labile confine tra una mera disattenzione, un atteggiamento persecutorio ed una volontà di non tener conto della legge per colpire un cittadino ? Bastava prevedere il dolo. La “colpa grave” è aleatoria e bloccherà molti processi. Anche perchè si può chiedere il risarcimento dei danni non patrimoniali. Dello stress fisico. Immaginate quanti criminali dai colletti bianchi, quanti finanzieri, quanti politici – al termine di un processo estenuante e difficilissimo – saranno dimagriti. Magari, come l’on. Giachetti del Partito Democratico che ha difeso e votato per questo emendamento. In contrasto col Governo, dice. Il Governo che ha la maggioranza alla Camera. E per soli sette voti questo provvedimento è passato, è stato inserito nella Legge comunitaria ed ora sarà al vaglio del Senato. Si doveva fare qualcosa per contrastare la corruzione e si indebolisce il lavoro della Magistratura, con la scusa della sacrosanta tutela dei diritti dell’imputato. Dove chi ruba una mela sarà sempre condannato. Chi pone in essere un atto di concussione, specie se è anche dirigente della società che paga l’amministratore pubblico, non potrà essere condannato. Si continua, quindi: invece di combattere la piaga corruttiva si è prodotto un corpus di leggi, dal lodo Alfano alla depenalizzazione del falso in bilancio, che hanno aggravato la situazione. E questo è il nuovo atto. Ma stavolta, ti dici, non sono i cattivi. Non è Berlusconi. Certo. E’ il Pd di Renzi. Il potere. Quello alla cui porta c’è sempre lo stesso cartello: “Non disturbare il manovratore”.