ITALIA – Bari: uno stradario al maschile

Ci sono molti modi per conoscere una città. La prima cosa che facciamo quando dobbiamo visitare un nuovo territorio alla scoperta dei nostri punti di interesse è affidarci a uno stradario. Ma lo stradario non è uno strumento neutro che ci condurrà solo verso destinazioni ignote. Attraverso le strutture fisiche fatte di strade, viali, giardini, piazze e spazi pubblici che contribuiscono a definire lo scenario urbano e a decidere del carattere della città, lo stradario con il suo carico di memoria nel quale restano intrappolate le tradizioni e la storia della comunità, partecipa a definire l’identità del suo territorio. Ci trasmetterà informazioni importanti sulla sua stessa essenza: è una città che vuole ricordare il suo passato o lo ha rimosso? In che modo lo rievoca? Sarà stata ‘giusta’ nel distribuire i diversi tributi alla memoria o sarà una memoria mutilata? Quale immagine vuole fornire di sé?

Bari neo città metropolitana di oltre 300.000 abitanti, dedica solamente 90 strade alle donne, contro ben 1220 intitolate agli uomini, su una rete viaria di oltre 2.200 aree di circolazione. Più della metà degli spazi urbani sono dedicati a politici, uomini della storia locale nazionale ed estera, statisti, pontefici e solo un modesto 7% ricorda donne che per buona parte sono sante, madonne, suore e martiri, principalmente concentrate nel nucleo antico della città e nel quartiere murattiano, mentre le laiche, sparse qua e là nel resto del territorio urbano, sono appena una quarantina. Una sola scienziata, appena sette letterate e una trentina di figure storiche la maggior parte delle quali appartenente alla casa Savoia. Le donne della politica locale sono un numero minimo rispetto alle numerosissime intitolazioni maschili presenti ovunque: sono l’assessora leccese Renata Fonte assassinata dalla mafia, la prima sindaca pugliese Maria Chieco Bianchi, Ada del Vecchio Guelfi impegnata nella lotta per la parità e i diritti delle donne, Luigia de Marinis prima donna nel consiglio comunale a Bari e Giustina Rocca di Trani, passata alla storia come prima avvocata al mondo.

Con il lavoro fatto da Toponomastica femminile, lo stradario di Bari con i suoi numeri ci parla e ci descrive una città ‘distratta’ che, come molte altre, ha privilegiato la memoria storica dei suoi uomini, dimenticando il contributo importante e fondamentale di tante donne meritevoli di ricordo. Ma le scelte toponomastiche sono anche figlie del tempo nel quale le intitolazioni sono effettuate: e ora è arrivato il momento di prendere decisioni iverse in direzione della parità di genere e del rispetto dell’intera comunità, i tempi sono maturi. Lo richiede la Storia, ma dovrebbe essere la scelta etica di una città moderna e con ambizioni metropolitane.

1.BARI_largoSusanSontag_MarinaConvertino_2

Largo Susan Sontag

Scrittrice e saggista statunitense, ha studiato presso le università di Chicago, Harvard e Oxford.  Autrice di quattro romanzi, una raccolta di racconti, diverse opere teatrali e saggi, tra i quali La malattia come metafora e L’AIDS e le sue metafore. I suoi libri sono tradotti in trentadue lingue. Nel 2001 ha ricevuto il Premio Gerusalemme, nel 2003 il Premio Principe delle Asturie per la letteratura e il Premio per la Pace dei librai tedeschi.

2.BARI_via RenataFonte_MarinaConvertino_sett2012

Via Renata Fonte

Segretaria cittadina del Partito Repubblicano, assessora alla cultura e alla pubblica istruzione nel Comune di Nardò, Renata Fonte era una donna forte, determinata e molto impegnata nel sociale e nella difesa del parco naturale di Porto Selvaggio dalla lottizzazione e dalla speculazione edilizia. Viene uccisa con tre colpi di pistola la notte del 30 marzo 1984, mentre raggiunge la sua abitazione a Nardò, in provincia di Lecce.

3.BARI_LargoCandidaeAveStella_MarinaConvertino

Largo Candida e Ave Stella

Candida e Ave Maria Stella sorelle torinesi, insegnanti di lettere, si trasferirono a Bari impegnandosi nell’Azione Cattolica e a favore degli immigrati costituendo il CISCAI (Centro Internazionale Scambi Culturali e Accoglienza Immigrati). Verso la fine degli anni Cinquanta fondarono il circolo culturale “Il Leggio” che svolse un importante ruolo nella cultura barese.

4.BARI_ViaLuigiadeMarinis_MarinaConvertino

Via Luigia De Marinis

Tabacchina della Manifattura nel dopoguerra, Luigia De Marinis è stata la prima  donna eletta nel consiglio comunale di Bari nelle liste del Partito Comunista. Fu una delle protagoniste delle battaglie sindacali tra gli anni Cinquanta e Sessanta, per la difesa dei diritti della donna e per il riconoscimento delle malattie professionali. Fondamentale il suo impegno istituzionale per lo sviluppo del quartiere Libertà negli anni tra il 1946 e il 1952.

5.BARI_ViaMariaChiecoBianchi_MarinaConvertino

Via Maria Chieco Bianchi

Prima sindaca pugliese, ha retto il comune di Fasano dal 1949 al 1954. Durante il suo mandato furono realizzate, tra le opere più importanti, l’elettrificazione delle frazioni di Fasano e del Canale di Pirro, l’istituzione dell’annuale Mostra dell’artigianato fasanese e dalla gara automobilistica Fasano-Selva. Si candidò, e venne eletta, alla Camera dei deputati nel Partito Nazionale Monarchico nella circoscrizione Bari-Foggia.

6.BARI.Palese_ViaAdaDelVecchioGuelfi_MarinaConvertino_sett2012

Via Ada Del Vecchio Guelfi

Nata a Bari, Ada Del Vecchio è stata sindacalista, consigliera comunale del gruppo socialista nel ’47, poi dirigente del Partito Comunista Italiano. Antifascista, si impegnò particolarmente nella lotta per la parità del voto e i diritti delle donne e si occupò della condizione di salute delle operaie alla Manifattura dei tabacchi di Bari. Nel 1953 venne eletta in Parlamento. Nel 1963 tornò alla militanza socialista impegnandosi principalmente sui temi dell’emancipazione e dell’uguaglianza delle donne.

7.Bari.Palese.Santa.Scorese.ridotta

Via Santa Scorese

Vittima di femminicidio a soli 23 anni. Nata a Bari nel 1968, Santa Scorese a 15 anni presta volontariato presso la Croce Rossa Italiana. Impegnata nell’apostolato cristiano, partecipa attivamente alla vita del movimento fondato da Chiara Lubich. Dopo la maturità classica, si iscrive al corso di laurea in pedagogia presso l’ università di Bari.  E’ venerata come serva di Dio, vergine e martire dalla Chiesa cattolica.

8.BARI_ViaGiustinaRocca_MarinaConvertino_sett2012

 Via Giustina Rocca

Giustina Rocca di Trani è passata alla storia come la prima avvocata al mondo. Uno dei personaggi più illustri della storia giudiziaria di Trani del XV secolo, si occupò di delicate questioni diplomatiche tra le città di Trani e Venezia. Si dice abbia ispirato il personaggio di Porzia di Belmonte del Mercante di Venezia di Shakespeare.

9.BARI_giardino_RitaMajerotti_MarinaConvertino

Giardino Rita Majerotti

Nata a Castelfranco Veneto, Rita Majerotti era una insegnante elementare militante nel Partito socialista. Trasferita a Bari nel 1915, svolge un ruolo di primo piano nel contesto rivoluzionario pugliese. Nel 1921 aderisce al Partito Comunista d’Italia contribuendo alla costituzione dei gruppi femminili comunisti. Nel 1922 viene arrestata a Trieste mentre si reca a Mosca, nel 1926 torna in Italia ma viene di nuovo arrestata a Milano.

10.BARI_GiardiniChiaraLubich_MarinaConvertino_2

Giardini Chiara Lubich

Silvia Lubich detta Chiara, nata a Trento, è stata la fondatrice e prima presidente del Movimento dei Focolari. È considerata una delle voci spiritualmente più produttive nel panorama mondiale, con un impegno di primo piano sul fronte del dialogo e dell’unità tra movimenti e comunità ecclesiali all’interno della Chiesa cattolica, tra le religioni e tra persone di diverse convinzioni. Nel gennaio 2015 è stato avviato il processo di beatificazione e canonizzazione.




Uno sguardo oltreconfine – memorie femminili dagli USA al Medio Oriente

Nella toponomastica extraeuropea, a differenza di quella italiana, le strade sono generalmente numerate e le denominazioni stradali generiche come Street, Avenue, o Square sono usate come suffisso dopo il numero.
Negli USA sono accompagnate da una lettera che le classifica in funzione dell’orientamento (E-W, N-S) consentendo una localizzazione più dettagliata. Anche se la maggior parte delle strade è identificata dal numero piuttosto che dal nome, alcune li hanno tutti e due, ma restano comunque una minima parte e, dal punto di vista della nostra ricerca, andare a caccia di targhe con nomi di donna può diventare un’impresa poco facile che conferma quanto emerso nella ricerca nazionale di Toponomastica femminile: gli spazi urbani dedicati alla memoria femminile sono rari anche all’estero.

USA_NY_annstreet_marinaconvertino

ANN STREET,
New York City
Autrice: Marina Convertino

“Quaint name, Ann street.
Width of same, ten feet.”
 –
Words of the song Ann Street 
Una delle strade più antiche di Manhattan è una piccola via dedicata a una donna di nome Anna, moglie di un mercante, il Capitano Thomas White. Si suppone che Ann abbia ottenuto l’intitolazione, dopo che altre mogli di mercanti avevano già avuto una strada in loro onore.

USA_NY_elizabeth jennings place_marinaconvertino

ELIZABETH JENNING PLACE,
New York City
Autrice: Marina Convertino

Elizabeth Jenning, simbolo della lotta per la parità dei diritti, era una giovane insegnante afroamericana. Nel 1854 (quasi cento anni prima di Rosa Parks ), Elizabeth si rifiutò di scendere dal tram a cavalli dopo che il conduttore le aveva intimato di scendere. Decise di citare in giudizio la compagnia di noleggio e, rappresentata in tribunale da un giovane avvocato bianco, vinse la causa e aprì la strada alla fine delle discriminazioni razziali sui tram.

USA_NY_BrooklynBridge_marinaconvertino

USA_NY_emily warren robbling_marinaconvertino

EMILY WARREN ROEBLING
Targa commemorativa –
Brooklyn Bridge – New York
Autrice: Marina Convertino

Icona tra le più evocative di New York, il Ponte di Brooklyn, uno dei più grandi progetti ingegneristici della storia americana , deve la riuscita della sua realizzazione a una donna Emily Warren Roebling. Il ponte fu progettato dal suocero, l’ingegner John Roebling rimasto vittima di un incidente nel 1869. Washington Roebling, marito di Emily, prese il suo posto e diventò il “master builder”. Rimasto a sua volta paralizzato a causa di una malattia, fu sostituito da Emily che aveva iniziato un corso accelerato di ingegneria imparando in breve tempo tutto quello che poteva sulla resistenza dei materiali, analisi delle sollecitazioni, costruzione dei cavi. Sotto la supervisione del marito, il ponte fu così completato. Alla cerimonia di apertura, il 24 maggio 1883, il deputato Abram Hewitt dichiarò il ponte di Brooklyn un monumento eterno alla abnegazione, devozione di donna.

“I COSTRUTTORI DEL PONTE
DEDICANO ALLA MEMORIA DI EMILY WARREN ROEBLING
1843 – 1903
LA CUI FEDE E IL CUI CORAGGIO
AIUTARONO IL MARITO MALATO
COL. WASHINGTON A. ROEBLING, C.E.
1837 – 1926
A COMPLETARE LA COSTRUZIONE DEL PONTE
DAI PROGETTI DI SUO PADRE
JOHN A. ROEBLING, C.E.
1806 – 1869
CHE DIEDE LA VITA AL PONTE
DIETRO OGNI GRANDE OPERA TROVIAMO
IL SACRIFICIO DEVOTO D’UNA DONNA
QUESTA TARGA FU POSTA NEL 1951 DAL CLUB DEGLI INGEGNERI DI BROOKLYN
CON FONDI OFFERTI DALLA POPOLAZIONE”

 USA_NY_golda meir square_marinaconvertino

GOLDA MEIR SQUARE,
New York City
Autrice: Marina Convertino

Golda Meir nata in Ucraina da una famiglia modesta di origine ebraica e cresciuta negli Stati Uniti è stata premier d’Israele e prima donna a guidare il governo. Arrivata in Palestina nel 1921 quando lo stato d’Israele non era ancora stato creato, è stata una forte sostenitrice della causa sionista. Considerata una lady di ferro per il suo carattere risoluto, si è trovata ad affrontare diversi momenti di crisi internazionale come la guerra del Kippur e l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972.

USA_NY_louise nevelson plaza_marinaconvertino

LOUISE NEVELSON PLAZA,
New York City
Autrice: Marina Convertino

La prima piazza dedicata ad un artista a New York, è stata a una donna, Louise Berliawsky Nevelson, scultrice americana di origine russa tra le più significative esponenti del dopoguerra.
Louise studiò tecniche artistiche diverse, arrivando a sviluppare quella dell’assemblaggio di oggetti scarto, trasformati in opere d’arte.
Nel corso della sua carriera ricevette numerosi riconoscimenti e premi e ricoprì posizioni di prestigio. Le sue opere si possono ammirare nei maggiori musei del mondo e alcune anche negli spazi urbani di New York.

Israele_Haifa_MarinaConvertino

STELLA MARIS ROAD,
Haifa (Israele)
Autrice: Marina Convertino

Una strada intitolata alla Madonna, in una delle sue tante declinazioni, conduce all’omonimo monastero e santuario sul monte Carmelo di Haifa.
La visita alle celle dei monaci è vietata alle donne. Le uniche due donne alle quali fu consentito di entrare in questa sezione del monastero, furono la Regina del Belgio e la Premier israeliana Golda Meir.

Giordania_Amman_PrincessBasma_marinaconvertino

PRINCESS BASMA STREET,
Amman (Giordania)
Autrice Marina Convertino

Basma bint Talal (letteralmente figlia di Talal), è la principessa sorella del re Hussein di Giordania attualmente in carica.
Dagli anni 70 è molto impegnata nella promozione dello sviluppo umano e per migliorare la condizione femminile, ricoprendo l’incarico di presidente della Jordanian National Commission for women (JNCW).

Giordania_Amman_QueenAlia_MarinaConvertino

QUEEN ALIA AIRPORT STREET,
Amman (Giordania)
Autrice: Marina Convertino

Alia al Hussein fu la Regina consorte di Giordania e la terza moglie di re Hussein di Giordania. Di origine palestinese, ebbe un ruolo pubblico attivo nella società. Durante i cinque anni in cui fu regina, appoggiò una serie di progetti a sostegno delle donne, dei bambini e della cultura nel suo paese. Fra le altre cose si ricorda il suo impegno per promuovere il suffragio femminile in Giordania, che però non fu introdotto prima del 1989.

USA_NY_annstreet_marinaconvertinoUSA_NY_annstreet_marinaconvertino




ITALIA – In Puglia trend negativo di intitolazioni a figure femminili. In attesa del giusto tributo le Tabacchine uccise a Tricase e Calimera

La Puglia o le Puglie? Forse sarebbe più corretto usare il plurale e pensare alla nostra regione, con la ricchezza e diversità paesaggistica, culturale e storica che la definiscono, dal Gargano proteso verso l’Adriatico alle Murge (quella alta, quella bassa, quella dei trulli), fino ai paese assolati del Salento, come a un piccolo continente che riunisce identità plurali cercando di legare insieme tradizioni così diverse.

In questo territorio così vasto e molteplice, la toponomastica di genere costituisce un comune denominatore tra tutte le province, evidenziando come nelle altre regioni italiane, il trend in negativo di intitolazioni alle figure femminili, con preferenza verso nomi di sante, religiose e madonne e che conferma, come indice di femminilizzazione, il valore medio nazionale dell’8% tranne poche eccezioni. Le strade maschili celebrano invece politici, statisti, scienziati, eroi nazionali.

Il lavoro di ricerca è partito subito con la nascita del progetto Toponomastica femminile nel 2012, e ha interessato tutti i 258 comuni pugliesi, utilizzando nei primi tempi soprattutto fonti eterogenee e poi, per rimediare alla scarsità di dati ufficiali, il software sviluppato ad hoc per il nostro lavoro, che attinge alle banche dati delle Agenzie del Territorio e che ha impresso un carattere sistematico e di omogeneità all’indagine in tutte le regioni. Ci saremmo aspettate una maggiore collaborazione da parte dei Comuni della Puglia, ai quali era stato richiesto lo stradario ufficiale con un massiccio quanto capillare invio di email, ma le risposte arrivate sono state molto limitate. D’altro canto Toponomastica femminile era agli esordi e non aveva ancora raggiunto i livelli di popolarità attuali che l’hanno resa conosciuta ormai a tutti. E così è stato anche per la prima campagna lanciata nel 2012 ‘8marzo/3strade/3donne’, che ha ricevuto dalla regione un timido interesse, con l’esclusione di pochi comuni come Locorotondo, Manfredonia, Valenzano, Bari, Taranto e Lecce, che hanno risposto con una presa d’impegno a compensare la carenza di visibilità nelle strade, con l’inserimento di intitolazioni femminili nei programmi futuri. Il comune di Castellana Grotte, ha anticipato addirittura di un giorno il nostro invito superando le nostre intenzioni, con l’intitolazione di 4 strade a 4 donne.

Siamo ancora lontane dagli obiettivi che ci eravamo prefisse e consapevoli che anche questa, come tutte le operazioni culturali che introducono elementi di novità e di rottura con consuetudini consolidate, richiedono tempi di elaborazione e assimilazione molto lunghi. Tuttavia ci sono segnali positivi e che fanno ben sperare. La città di Bari che su 2263 strade ne ha più della metà dedicate agli uomini e appena 87 alle donne, in questi due anni ha intitolato un giardino alle vittime di femminicidio, una alla giovane vittima Santa Scorese, una alla prima avvocata del Foro di Bari Letizia Abbaticola e da pochissimi giorni ha deliberato l’intitolazione dello spiazzo antistante il Teatro Kismet alla scrittrice e saggista americana Susan Sontag, che proprio con la nostra città aveva un particolare legame grazie al professor Paolo Dilonardo, docente di Letteratura inglese dell’Università Aldo Moro di Bari e traduttore italiano di tutte le sue opere.

Anche la città di Foggia con appena 22 strade femminili su 850 e un indice inferiore alla media che non riesce a raggiungere il 5%, sta lentamente cercando di recuperare il divario esistente con la recente intitolazione a un’archeologa e studiosa foggiana Marina Mazzei. Vale la pena di ricordare le altre poche figure di rilievo che vengono ricordate a Foggia e che faticano ad emergere nel ben più vasto panorama di sante e madonne: la celebre politica e scrittrice pugliese vincitrice del Premio Strega nel 1995 con il romanzo Passaggio in Ombra Maria Teresa Di Lascia, la deputata Anna De Lauro Matera, Ester Loiodice studiosa di fama internazionale di etnografia e la giornalista Ilaria Alpi uccisa in Somalia.

La ricerca condotta lascia affiorare un dato abbastanza chiaro e diffuso un po’ ovunque: le donne della scienza sono perlopiù ignorate, se si esclude Marie Curie che viene spesso citata con il marito, e quelle della storia stentano ad affermarsi. In questo quadro sconfortante si distinguono nella provincia Andria-Barletta-Trani, i comuni di Canosa e di Trani che ricorda Giustina Rocca (considerata la prima avvocata al mondo) e alcune eroine protagoniste degli episodi di sacrificio dei moti del 1799, quando le truppe francesi misero a ferro e fuoco la città.

In un quadro toponomastico che potremmo definire a misura di chiesa, altre figure della storia locale sono ricordate nelle province di Taranto e Lecce come l’eroina risorgimentale Antonietta Di Pace e la contessa Maria D’Enghien, principessa di Taranto. Lecce celebra Euippa prima regina dei Messapi, oltre che su una strada anche in una iscrizione sulla Porta Rudiae, ma in uno slancio di apertura oltre confine, rende omaggio anche ad Anna Maria Mozzoni pioniera del femminismo, e personalità di respiro internazionale come la rivoluzionaria Anna Kuliscioff.

Taranto_4scrittriici_Astrid

Tra le letterale vengono diffusamente commemorate un po’ in tutta la regione Grazia Deledda, Ada Negri e Matilde Serao. In misura minore compaiono gli odonimi che ricordano gli antichi mestieri come nella città di Brindisi con via delle Balie, via delle Sartine e via delle Ricamatrici o via delle Caterinette a Bisceglie. Mentre un’altra categoria di lavoratrici del Salento, impegnate in una delle attività tra le più faticose e insostenibili, quella della lavorazione e produzione del tabacco, attende ancora di essere ricordata. Le vogliamo rievocare in questo spazio, in attesa che ricevano il giusto tributo dalla Storia. Sono le Tabacchine uccise a Tricase, negli scontri con le forze dell’ordine durante le manifestazioni di piazza del 1935, quando si raccolsero per protestare contro il trasferimento del locale tabacchificio ACAIT e le Tabacchine di Calimera uccise in un incendio scoppiato nel corso di lavori di disinfestazione. Sono le Tabacchine di Neviano, Novoli, Poggiardo, Trepuzzi, Soleto, Salve, Tiggiano che furono fermate, denunciate ed arrestate per aver protestato e manifestato contro lo sfruttamento cui erano sottoposte e la cui memoria non merita di perdersi nel fumo. Per loro, Toponomastica femminile Puglia ha inoltrato nel 2013 una proposta di intitolazione alla Commissione consultiva toponomastica del comune di Casarano.