Aretha

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Il concerto a lei dedicato che si svolgerà in novembre ora avrà più motivo di essere, sebbene lei non potrà viverlo; ha però potuto assistere all’intitolazione di una via a lei dedicata a Detroit lo scorso anno. Aretha Franklin, la “Regina del Soul” figlia del Pastore Battista C. L Franklin, il 16 agosto all’età di 76 anni  dopo una lunga malattia è morta. Ha mosso i suoi primi passi nel mondo della musica come corista prima, cantante e interprete poi, nella New Bethel Baptist Church di Detroit (la Chiesa Battista Nuova Bethel) nella quale il padre esercitava il proprio ministero. Divenuta successivamente una delle maggiori e più grandi interpreti della Black Music (la musica nera afro-americana), ha conosciuto il successo personale e commerciale, ma non ha mai rinnegato le proprie radici musicali, lo Spiritual e soprattutto il Gospel. Mi piace ricordarla anche per quella rivisitazione di Respect, canzone scritta nel 1965 da Otis Redding per invitare le donne a essere più remissive sottomesse all’uomo: Aretha nel 1967 lo riarrangiò, aggiungendo versi e contenuti anche con quello spelling R-E-S-P-E-C-T, e ne fece un inno del femminismo, pieno anche di doppi sensi sul diritto femminile al piacere sessuale, e un manifesto anti-razziale che si è aggiudicato due importanti riconoscimenti: il Grammy Award for Best R&B Performance ed il Grammy Award for Best Female R&B Vocal Performance 1968; inoltre è stato premiato con il Grammy Hall of Fame Award nel 1998 ed è considerato tra i migliori dell’era del rock and roll  tra le 500 migliori canzoni di tutti i tempi.

Avendo vissuto gli anni ’80, personalmente l’ho conosciuta meglio grazie al duetto nel 1985 con Annie Lennox, fascinosa icona androgina, nella canzone Sisters Are Doin’It For Themselves e a quello nel 1987 con George Michael, vittima dei pregiudizi sull’omosessualità dichiarata perciò molto tardivamente, nel brano I Knew You Were Waiting For Me

Ha avuto una vita difficile e travolgente, Aretha, diventata mamma per la prima volta a 13 anni, vita vissuta purtroppo anche tra alcol fumo e problemi di peso benché nell’ultima esibizione, il 7 novembre 2017 alla Cattedrale di Saint John the Divine a New York durante il gala del 25esima edizione dell’Elton John AIDS Foundation, era diventata molto magra.  

“C’é sempre gente in giro ogni giorno/ giocano e fanno punti/cercano di fare perdere ad altri il loro senno./Beh, stai attento a non perdere il tuo!”: non potremo più ascoltarla dal vivo ora, ma la sua anima di regina della musica e la sua passione per i diritti umani e civili continueranno a risuonare anche facendoci riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni … Think!

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Docente di Lettere dal 2001, vive a Mottola, sullo Jonio, dove unisce all'interesse per la sperimentazione educativo-didattica l'impegno per i temi della pace, della giustizia e dell’ambiente, collaborando con l'associazionismo e le amministrazioni locali. Dal 1993 collabora a titolo volontario con il settimanale "Riforma"; è autrice delle considerazioni a latere "Il nostro libero stato d'incoscienza" nel testo Fanino Fanini. Martire della Fede nell’Italia del Cinquecento di Emanuele Casalino.