Barcellona, XIX Fira Modernista in onore di Lluïsa Vidal

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Dal 1 al 3 giugno, all’interno della festa rionale della Dreta de l’Eixample, si è tenuta la XIV Fira Modernista di Barcellona, quest’anno dedicata alla pittrice Lluïsa Vidal,  in occasione del centenario della sua morte.

Foto 1

La fiera nasce come rievocazione storica di un periodo particolarmente fecondo per la città, l’epoca del Modernismo, a cavallo tra XIX e XX secolo, coincidente con la Belle Époque e che nel contesto iberico, in particolare nella capitale catalana, assume delle connotazioni precipue, sull’onda di una piccola rivoluzione industriale e commerciale che vide protagonista Barcellona. La trasformazione interessò la società intera, modificandone struttura e stili di vita, come riflette l’arte e l’urbanistica: la fiera viene riproposta annualmente  nell’Eixample, sede delle tracce artistico-architettoniche più evidenti del movimento modernista catalano; il quartiere è diviso in esquerra (sinistra) e dreta (destra, guardando la città dal mare), e fu concepito in funzione delle nuove necessità della popolazione al fine di migliorarne condizioni di vita e di salute. 

Il Modernismo intersecò nuovi movimenti quali il socialismo e il femminismo, di cui la dedicataria di questa edizione della Fiera fu un’esponente attiva anche in senso pacifista.

Lluïsa Vidal fu la prima pittrice a dedicarsi all’arte come professionista, a fianco ai grandi nomi della tradizione modernista catalana (uno fra tutti, Ramon Casas). Dopo il recente restauro del primo monumento pubblico dedicato a una donna (l’artista Pepita Texidor), con l’omaggio a Lluïsa Vidal, Barcellona si riconferma una città sensibile alla questione femminile e al recupero, nella memoria collettiva, del ruolo delle donne nella storia e in società.

La Fira, che si configura come occasione per valorizzare l’artigianato, le attività commerciali dell’Eixample e varie attività culturali della città, quest’anno ha visto la partecipazione di negozianti e gente comune in costumi d’epoca. Le teatranti del Teatre Dona (promotrici di uno spettacolo dedicato a Vidal) e Les Descabellades hanno anche riproposto una piccola marcia femminista, vestite da suffragette. 

Foto 2

Tra artigianato, gastronomia, turismo, arte, danze e varie attività creative per tutte le età, la Fira ha visto la partecipazione di ‘La merienda’, una delle associazioni che si occupa di fornire supporto ai senzatetto della città (presso cui era possibile comprare un berretto stile retrò i cui proventi sono stati devoluti per la causa). 

In piccolo, l’evento ha dimostrato come sia possibile organizzare una manifestazione che possa dirsi veramente ‘collettiva’ chiamando a raccolta, il più possibile, le istanze di tutti e tutte, tra storia, gioco, festa e impegno sociale. 

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Ina Macina, pugliese per nascita e nomade per divenire. Vive tra Italia e Barcellona. Formatrice in questioni di genere, consulente in diversity management, umanista. Nel 2017, consegue un dottorato presso l’Università di Barcellona in filologia moderna, con specializzazione in letteratura e studi di genere. Blogger ed entusiasta della fotografia, dal 2009 ha scritto per diverse riviste online nella sezione cultura, in particolare letteratura, arte e cinema. L’interesse per la critica cinematografica matura durante la prima edizione del Bif&st, Per il cinema italiano, tenutasi a Bari nel 2009; durante il festival, frequenta il laboratorio ‘Fare critica cinematografica’ e fa parte della giuria per i documentari (il vincitore della categoria sarà Gianfranco Rosi). Nel tempo, il suo approccio critico è andato specializzandosi nella prospettiva di genere.