Jerico e la dialettica uomo-natura

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Jerico, classe 1992, è un artista italiano di origini Filippine. Il suo approccio con il binomio arte-strada avviene a tredici anni, quando comincia a disegnare in posti nascosti e abbandonati della città di Roma, firmandosi come “Dekoner”. 

Con l’iscrizione al liceo artistico approfondisce quei pittori quali Van Gogh, Lucian Freud, Francis Bacon da cui prenderà maggiore ispirazione. 

I primi quadri si concentrano sulla ritrattistica che siano autoritratti o non. Volti frammentati, espressioni sconfitte, esistenze che urlano, chiedono aiuto mentre si dissolvono inesorabilmente. Spettatori e spettatrici non possono fare nulla, non c’è possibilità di riscatto per quelle anime cristallizate sulla tela, chi ne fruisce ha la sola possibilità di essere colto nel profondo e sentir penetrare dentro sé i più cupi e misteriosi meandri dell’animo umano.

La sua ricerca sulla ritrattistica continua in strada, realizzando sia muri legali in quartieri alla periferia di Roma, che “Affissioni Abusive” titolo dei dieci poster attaccati illegalmente sui muri dello storico quartiere operaio di Testaccio.

Nel dicembre del 2014 espone per la prima volta alcuni dei suoi lavori nella mostra collettiva “The pitiless gaze of hysterical realism” al Popping Club nel rione Monti. 

Il primo grande progetto che ha coinvolto Jerico insieme ad altri diciannove artisti è quello realizzato nel 2015 dalla 999Contemporary in collaborazione con l’ATER e il Comune di Roma: Big City Life. La facciata di 14 metri di altezza si trova all’interno di un lotto con più di 500 abitanti del quartiere Tor Marancia. In questa circostanza, trovandosi a dipingere non solo per se stesso ma soprattutto per una collettività di persone, la sua ricerca artistica si evolve maggiormente. 

FOTO 1. Al lavoro a Tor Marancia, foto di Livia Fabiani

Intitolato “Distanza uomo-natura” il murale rappresenta una nuova creazione divina nella quale tra i michelangioleschi indici che si accingono a toccarsi, viene posto un ramo di fiore giapponese. Non c’è segno di inquietudine ma di diffusa serenità che il colore ciano di sfondo fa emergere intorno a sé. 

FOTO 2. “Distanza uomo-natura” a Tor Marancia, foto di Livia Fabiani

La sua ricerca pittorica continua a svilupparsi incentrandosi sulla natura e sul suo rapporto con l’essere umano. Le immagini dipinte da Jerico rappresentano una natura selvaggia e spontanea, non ancora contaminata dall’uomo. 

Ne è un esempio il murale realizzato durante la residenza artistica a Civita Castellana per l’associazione culturale Kill the Pig. “Ultimo orizzonte” è frutto di un elaborato lavoro e una lunga ricerca en plein air.

FOTO 3. Civita Castellana, “Ultimo Orizzonte”, foto di Sara Francola

In questo caso il soggetto è un bambino, zainetto in spalla e cappello in testa che rivolge la schiena allo spettatore osservando attentamente la natura. Il dipinto vuole ricordare l’immagine leopardesca della poesia “L’infinito” dove la natura, statica e sempreterna, sprigiona forza ed energia. 

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Livia Fabiani vive a Roma, dove intraprende gli studi di Architettura alla facoltà di Roma Tre. La sua passione per l'arte, il territorio e la fotografia trovano sintesi ideale nella Street Art. Nel 2013 sviluppa il progetto "Urbis Ars" (Arte della Città) da cui diffonde le proprie fotografie, espressione di un'arte che, per la sua peculiarità, è destinata a vita breve.