Nell’ex Unione Sovietica, in Polonia, Repubblica Ceca, Romania, scopriamo importanti compositrici, famose nel mondo e spesso muse ispiratrici per altri compositori.
Nasce in Polonia, nel 1789, Maria Agata Szymanowska (in copertina), musicista e compositrice, debuttò a Vienna a 26 anni e nel 1822 diventò pianista di corte presso la Zarina di Russia. Fu allieva di F. Lessel, J.N. Hummel, J. Field.
Solo in seguito al divorzio dal marito, dal quale ebbe tre figli, iniziò a viaggiare in tournée per le Corti europee, vivendo tra Varsavia e San Pietroburgo.
Compose notturni, fantasie, variazioni, mazurke, rondò, marce, lieder in polacco e in francese e studi per pianoforte, in particolare alcuni testi dei suoi lied sono di Shakespeare.
Si ritiene che Chopin sia stato sicuramente ispirato dalle sue musiche, Goethe ne era appassionato e resta una fitta corrispondenza tra la compositrice, Mickiewcz e Puskin.
Fu stimata dalla critica sia come compositrice che per l’eleganza delle sue esecuzioni. Morì all’età di 42 anni.
Bisogna però aspettare il ‘900 per una vera esplosione di talenti: i Conservatori e le Accademie europee iniziarono ad ammettere le donne ai corsi di composizione.
Vitezslava Kapralova iniziò a comporre a nove anni, studiando al Conservatorio di Brno, nella Repubblica Ceca, all’École Normale di Parigi con Charles Munch e Nadia Boulanger.
Nel 1937 diresse l’Orchestra Filarmonica della Repubblica Ceca e la BBC Orchestra per eseguire la sua Military Sinfonietta. Morì a soli 25 anni, ma riuscì a comporre importanti repertori di musica da camera e sinfonica, tutt’oggi apprezzati e divulgati.
In suo onore è stata fondata la Kapralova Society grazie alla quale è possibile consultare un ricco archivio nel web dedicato alle musiciste (www.kapralova.org). A oggi le sue opere continuano ad essere pubblicate e divulgate.
Tra le più famose compositrici polacche contemporanee troviamo Grażyna Bacewicz. Iniziò come violinista, divenendo, negli anni ‘30 la principale musicista della radio nazionale polacca; un ruolo che le permise di diffondere le sue composizioni, ricevendo premi e riconoscimenti sia nazionali che internazionali, diventando lei stessa membro in diverse giurie.
Studiò presso il Conservatorio di Varsavia, e all’École Normale de Musique di Parigi con Ignacy Jan Paderewski, Nadia Boulanger e André Touret.
Compose principalmente per violino solo, pianoforte, musica da camera e alcune sinfonie.
In particolare si ricordano: Quartets for violins, Seven String Quartets, Sinfony for Strings.
Nacque a Bucarest Myriam Marbe dove entrò in Conservatorio all’età di 13 anni. Per alcuni anni fu regista presso la Casa de filme, insegnò contrappunto e composizione al Conservatorio della sua città, ma quando rifiutò di aderire al partito comunista le fu impedita la carriera accademica.
Dopo il crollo del regime, si è recata a Manheim grazie ad una borsa di studio. Le sue composizioni sono custodite presso il Sophie Drinker Institut.
Oggi, a Bucarest è docente di composizione Doina Rotaru, la quale insegna anche a Ferienkurse di Darmstadt e alla International Gaudeamus Muziekweek ad Amsterdam.
Compositrice di opere per lo più orchestrali e da camera, la sua musica è stata commissionata ed eseguita in Europa, Asia e America. Ha ricevuto il Premio della Accademia Rumena delle Arti e delle Scienze ed Primo Premio al Concorso GEDOK di Mannheim.
Chiudiamo questa breve rassegna, che non esaurisce la ricca presenza delle compositrici dell’Est, con Sofia Asgatovna Gubaidulina, nata a Čistopol’ nel 1931. Studiò pianoforte e composizione al Conservatorio di Kazan, ma in seguito, al Conservatorio di Mosca, la sua musica fu giudicata irresponsabile e troppo rivoluzionaria. Fu incoraggiata da Dmitri Shostakovich a perseverare e a seguire la sua vocazione musicale, tanto che negli anni settanta fondò Astreja, gruppo di improvvisazione folcloristico. Iniziò a essere conosciuta all’estero dagli anni ‘80 grazie alla sua opera “Offertorium”, per violino e orchestra, eseguita da Gidon Kremer. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il Russian State Prize (1992), e il leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia (2013).