Apostolis

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Grecia Apostolis
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Stavo partendo per la Grecia ed ero sicuro che sarebbe stata un’esperienza interessante! Per essere più precisi, ero sicuro che la formula lingue + interculturalità avrebbe dato come risultato un’euforia intellettiva… e non solo! Difatti, ero ben consapevole delle trame sentimentali (e non!) che si sarebbero potute verificare.

  • – – Ellissi – – –

Apostolis… Apostolo? Colui che diffonde e protegge la verità “divina”… o che la rifiuta per tre volte o, addirittura, la tradisce?

Ad ogni modo, tentando di andare oltre queste sciocche definizioni, potevo ben affermare di vedere qualcosa di diverso in lui, l’avevo avvertito sin dal primo momento.

So/Sapevo che tutto ciò aveva un non-so-che di estremamente banale, ma il mio corpo, la mia mente e… “l’organo che si occupa dell’irrogazione del sangue nel nostro sistema fisiologico” – anche noto come “cuore”, mio caro nemico – mi mandavano dei segnali inconfondibili che non potevo “semplicemente” ignorare.

Erano dei messaggi chiari e tuttavia ineffabili, traducibili in un flusso di coscienza “corporeo”, un effluvio che mi inebriava e che coinvolgeva il mio “Io” in tutta la sua totalità; di quest’ultimo, in special modo, ne veniva “infettata” la componente emotiva… e non casualmente…

Ah! L’emotività, parola vaga…eppure fonte di caos! Si era sempre dimostrata ostile nei mie confronti…o forse lo ero io nei suoi?

Ad ogni modo, le sue amibiguità e irrazionalità mi facevano sempre sentire “inadeguato”, a disagio o semplicemente insicuro innanzi al suo plotone fatale e immortale: le emozioni.

Nonostante tutto ciò, Apostolis riusciva ad evocare in me un grido sordo di un’emotività – che nel frattempo affrontava e decimava i miei soldati di diniego – censurata, neonata ed incapace di ammettere a se stessa l’esistenza di piacevoli sensazioni destabilizzanti legate all’esercizio (inconsapevole? non avevo gli strumenti necessari per affermarlo con certezza) di un dominio, una pura egemonia su di me, un magnetismo imbattibile, lento ed inesorabile.

“Sono capace di amare?”

Domanda melliflua e pregna di sentimentalismi stagni, ma – sebbene fossi pienamente convinto di questo arido criticismo, unica dottrina a cui riponevo tutta la mia fede – qualcosa d’indefinibile dentro di me muoveva in direzione contraria, verso una ( o LA?) risposta a quel temutissimo questito.

L’avrei scoperta successivamente, o forse no, tuttavia in quel momento mi auguravo – sebbene certezze in merito non ce ne fossero e le poche barcollanti – che Apostolis mi avrebbe dato modo di comprendere, vivere ed ascoltare quell’oscura “sete”, tanto forte da potermi finalmente appagare, chetare e, dunque, essere panacea definitiva alla lunga e celata agonia del mio animo, ormai totalmente sottomesso dal quesito più intrigante e al contempo sconvolgente che tormenta l’/ mai conosciuto dall’essere umano.

“Sono capace di amare?”. “The feta on the slipper”

Prologue

03/01/2013, Bari – Italy

Gosh! I was finally ready to leave for Greece and I was so sure that I would have been involved in such an amazing and interesting experience! To be more precise, I was sure that the formula languages + interculturality would have given as a result a certain intellectual euphoria… and not only! Infact, I was conscious of the fact that certain sentimental drama could have bursted out.

—Elixis—

Ermis… A Messenger? He who – sent by the gods – spreads messages, information and knowledge?

However, going beyond these silly definition attempts,

I could easily state that, once I met him, I felt “something”, as if he was special somehow; since the very first moment, I saw something different, something intriguing in him.

I knew that all of this sounded extremely banal, but my body, my mind… and ” the organ which takes care of blood irrogation in our physiological system” – also known as heart, my dear enemy – kept on sending me signals that I couldn’t ignore although I would have loved to! These signals were clear and, nevertheless, ineffable, translatable into a stream of consciousness bound the body, an effluvium which inebriated me and involved my ego in all of its totality; talking about these last elements – after this encounter -, its emotional component had been extremely corrupted, infected and hurt … and not by accident I guess!

Ah! Emotionality… vague word … yet incredible source of chaos! It has always been hostile towards me … or was I towards it? By the way, its ambiguousness and irrationality made me feel indeguate, insecure and unease in front of its immortal deadly army/platoon: feelings.

Nevertheless, Ermis could arouse a deaf yell of a lost sensitivity which, in the meantime was confronting and decimating my soldiers of denial, could define itself as a new-born and censored one. Furthermore, it couldn’t admit to itself even the existence of pleasant but destabilizing sensations tied to the exertion – dominion, a pure egemony over me, an unbeatable magnetism… relentless, inescapable and deadly.

“Am I able to love?”

Mellifluous question filled with stagnant sentimentalisms, but – although I was totally convinced of this cold criticism – something indefinable in my chest was dragging me towards the opposite direction and, so, to the answer to the dreadful question up above.

I would have discoverd it at a later stage, or maybe not, howbeit in that moment I wished that – even though I hadn’t many certainties and the few of them were staggering – Ermis would have given me the chance to understand, live and listen to that “dark” craving, such a strong yearning, an overwhelming thirst which was finally about to be satisfied.

He was the only who could be the definitive panacea, able to heal the long and concealed agony of my fragmented soul; without realizing it, I was completely subjugated to the most intriguing and, at the same time, upsetting query ever known by human beings…

“Am I able to love?”