Il trentenne Mario è un avvocato campano trapiantato a Torino, dove cerca di costruirsi un futuro lavorando in uno studio legale insieme con l’amico Vincenzo e ha da poco stretto un legame importante con Camilla, traduttrice. L’incipit del romanzo però lo coglie a Caserta, nel luogo dove ha trascorso l’infanzia e dove è tornato per un incidente accaduto al padre, custode caposervizio alla Reggia. Qui infatti ha vissuto il protagonista prima di trasferirsi al Nord, qui è accaduto il dramma che condiziona ancora la sua vita e ha segnato la sua infanzia, spartendola tra un Prima e un Dopo: la partenza della giovane madre che all’improvviso ha abbandonato la famiglia e non ha mai più dato notizia di sé. Secondo Mario la colpa è del padre, soprannominato il Capitano perché si presenta come un uomo rigido, freddo e autoritario. Il ritorno in quella casa e in quei luoghi fa riaffiorare nel protagonista i ricordi infantili: le sfide con i compagni di gioco, le corse nel buio pauroso del bosco, i racconti terrificanti della janara che succhiava il sangue ai bambini, e dappertutto le statue dei personaggi mitologici, ora minacciose ora benevole per Mario bambino. Ma soprattutto ritorna a turbarlo l’immagine sfocata e fascinosa di Anna, l’enigmatica madre che l’ha lasciato a nove anni senza un perché. Mario adesso vuole sapere tutto e ne chiede a suor Marta, che è stata la sua maestra nel vicino istituto religioso dove ora è ospitato un rifugio per donne che hanno subito violenza. Lei, che era la migliore amica di Anna, ne custodisce i segreti e promette di rivelarli al figlio in cambio di un aiuto legale per collocare presso una famiglia affidabile un minore decenne, Gianluca, figlio di un boss locale, la cui madre forse si è suicidata, forse è stata uccisa dal marito; questo è stato comunque incriminato per la sua morte e ora si trova in carcere. Alla storia privata di Mario quindi si affianca un’altra vicenda che costituisce una sorta di contrappunto e contemporaneamente getta una luce sulla realtà della camorra in Campania. Infine la rielaborazione dei ricordi, la vicenda parallela di Gianluca e i racconti di suor Marta, del medico Staffieri e dello stesso Capitano faranno approdare il protagonista a una verità che gli permetterà di crescere liberandosi di un’ossessione ingombrante. Quando riuscirà a “lasciar andare” l’immagine della madre scomparsa, oggetto di un amore-odio lacerante, potrà anche rivalutare il padre che non ha mai amato.
Il romanzo ha il merito di affrontare temi di rilievo, come la complessità dei rapporti famigliari e il nodo costituito nella psiche femminile dalle problematiche connesse con la maternità. Ma il fascino dell’opera è affidato all’originalità dell’ambientazione: a lettura conclusa, a rimanere vive e feconde nella mente sono le immagini del Bosco Vecchio, della Peschiera, delle statue del Vanvitelli e del giardino della Reggia, mitico luogo dell’anima e simbolo complesso, perché appare nello stesso tempo oasi e prigione, condanna e salvezza.
Dove sei stataè il secondo romanzo di Giusi Marchetta, dopo L’iguana non vuole (Rizzoli, 2011); la raccolta di racconti Dai un bacio a chi vuoi tu (Terre di mezzo, 2008) aveva vinto il Premio Calvino nel 2007. Il saggio Lettori si cresceè stato pubblicato da Einaudi nel 2015.
Giusi Marchetta
Dove sei stata
Rizzoli, Milano, 2018
- 365
€ 20,00
In copertina: Reggia di Caserta, Fontana di Diana e Atteone