Anche i non-luoghi hanno barriere. “Impagine” le supera rispettando le direttive W3C
Quando si pensa a una barriera generalmente si immagina qualcosa di solido e possente che impedisca l’accesso a un luogo. I luoghi in cui dovrebbe svolgersi la vita democratica di tutti i paesi del mondo hanno molte barriere, che impediscono non solo l’accesso, ma anche la diffusione di informazioni verso l’esterno.
Sino alla metà del secolo scorso, per svolgere la propria funzione, al giornalismo bastava superare queste barriere. Ma con l’avvento delle nuove tecnologie e la nascita del web gli ostacoli si sono innalzati all’ennesima potenza: le barriere non riguardano più soltanto i luoghi fisici, ma soprattutto quelli virtuali, i non-luoghi, i cosiddetti social. Paradossalmente , nella società dei social network, il non-detto è molto più di quanto viene comunicato.
La sfida del giornalismo contemporaneo sta nell’abbattere le barriere che si frappongono tra il lettore e la fruizione democratica delle notizie, che impediscono alle minoranze di diversa origine (socio-economica, socio-culturale, psico-fisica, etnica, ecc.) di avere accesso all’informazione.
Il nostro gruppo editoriale si è posto un obiettivo molto alto e difficile da perseguire: garantire l’accesso ai contenuti del proprio webzine al maggior numero di persone possibile non di meno ai diversamente abili.
Raggiungere utenti con disabilità e permettere loro la navigazione è possibile attraverso un’interfaccia grafica progettata rispettando le direttive W3C.
Impagine è un giornale per chi ama la libertà di opinione, di parola, di espressione, di stampa: la Democrazia. Perchè divulgare nel modo più completo le notizie di cui è a conoscenza è il primo dovere di un giornalista che voglia distinguersi da un imbrattacarte.