L’ottava edizione del Festival Outdoor, il più grande evento di cultura urbana a Roma, ha inaugurato sabato 14 Aprile. Ogni anno viene scelta una location differente, atta a ospitare le esposizioni di artisti provenienti da tutto il mondo e per questa edizione sono gli spazi dell’ex mattatoio che vedranno, fino al 12 maggio, non solo mostre e installazioni, ma anche mercatini, conferenze ed eventi musicali.
Il tema di quest’anno è il Patrimonio, (Heritage): “la cultura popolare di oggi, tra influenze internazionali, mass media e social network, sarà al centro di un’indagine che metterà in risalto il singolo e le proprie scelte”.
ll padiglione dedicato all’arte, curato da Antonella di Lullo e Christian Omodeo, vede la presenza di una decina di artiste/i, che hanno sviluppato, insieme al collettivo di architetti Orizzontale, quattro differenti percorsi con i quali fruitori e fruitrici possono interagire in prima persona, diventando parte integrante delle installazioni.
All’interno del percorso intitolato Disobedience, troviamo l’artista portoghese Wasted Rita, conosciuta per le sue opere urbane che pongono al centro dell’attenzione il ruolo della donna nella nostra società.
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L’artista ha deciso di modificare lo spazio circostante rendendolo somigliante ad una camera ardente. A terra ci sono le tipiche candele rosse delle chiese, sulla parete è esposta una corona di fiori bianchi e rosa usata per commemorare il lutto. Fogli colorati con scritte sarcastiche riguardanti la misoginia, tappezzano il resto dello spazio. L’installazione, chiamata “Il funerale del Patriarcato” vuole denunciare il machismopresente nella nostra società e, attraverso l’arte e l’ironia, combatterlo.
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Rita nasce nel 1988, è una graphic designer ed illustratrice portoghese con sede artistica a Lisbona. Ha iniziato la sua carriera con la creazione del blog Rita Bored, nel quale ha pubblicato i suoi primissimi lavori. La peculiarità di quest’artista è il suo continuo ironizzare sul sesso, sull’amore e sui social attraverso delle illustrazioni e con l’uso di semplici scritte in stampatello su fogli di carta.
Quest’ultime, che Banksy ha voluto in mostra alla collettiva Dismaland, si caratterizzano per la mancanza di una estetica nella grafia, per l’uso di frasi concise e dirette, per la quasi assenza di punteggiatura.
Negli ultimi suoi lavori usa come supporto della carta di colore fluo, quasi per accentuare l’incisività del messaggio.
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Prima di approdare a questa scelta troviamo il classico nero su bianco nella serie “The art of flirtingless” e una serie di lettere, “love letters”, nero su rosa, che cominciano tutte con l’asserzione “it’s not you. Ciò che caratterizza ogni serie è la grafia disordinata, le parole sono cancellate, altre sottolineate o cerchiate. Le frasi sono scritte a mano libera con la volontà di non seguire una linea dritta, così come quando scriviamo su un foglio bianco e man mano che si va avanti si pende da un lato. Tutti questi connotati fanno sì che il lavoro dell’artista risulti spontaneo e genuino. Apparentemente sembrano pensieri scritti di getto da un’adolescente sul proprio diario segreto, ma il loro contenuto di un pungente sarcasmo si pone in antitesi all’estetica: il pensiero è quello di una donna matura.
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Wasted Rita in occasione della mostra “Felice come triste” all’Underdogs Gallery di Lisbona, parla di “abbracciare la tristezza con un cuore leggero”, ed è proprio questa la capacità dell’artista esperta nel trattare argomenti delicati senza essere pesante.
OUTDOOR FESTIVAL 2018
Roma, Mattatoio Testaccio
14 Aprile – 12 Maggio
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