Patrie, popoli, corpi: ripensare genere, sessualità e famiglia nell’era dei nuovi nazionalismi

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di Eleonora de Longis

Di stringente attualità il seminario omonimo che la SIS (Società italiana delle storiche) e la rivista della SIS «Genesis» organizzano a Roma presso la Casa internazionale delle donne, venerdì 15 giugno 2018.

Al centro dell’attenzione le politiche identitarie che sembrano dominare la scena in Europa e anche nell’America di Trump e vedono manifestarsi, insieme con l’opposizione al progetto sovranazionale europeo, il ricorso ai valori religiosi come base del vivere civile, come collante dei nuovi nazionalismi e dell’attacco alla concezione liberale dei rapporti di genere, della sessualità e della riproduzione. Dove la svolta nazionalista è già avvenuta, i diritti delle donne e delle minoranze sessuali si sono trovati rapidamente sotto assedio, mentre la vecchia equazione famiglia-nazione si è ripresentata in tutta la sua forza. Anche l’Italia è coinvolta, dopo le elezioni del 4 marzo, da questo clima e gli appelli al ritorno alla famiglia e ai ruoli sessuali tradizionali e “naturali” hanno conquistato nuova visibilità. 

Nella giornata di studi un gruppo di storiche e storici provenienti da varie università europee discuterà delle trasformazioni in atto collocandole in una prospettiva storica lunga e mettendo a fuoco le specificità dei diversi contesti nazionali.

Stefania Bernini, docente di Storia contemporanea nell’Università di Venezia Ca’ Foscari, introdurrà l’incontro. A seguire, il panel Famiglia, religione, nazione: alle origini della questione, presieduto da Giulia Calvi, direttrice di «Genesis», nel quale interverranno Nadia Filippini (Il corpo fecondo dello stato. Nazionalismi e politiche della riproduzione nel lungo periodo), Liviana Gazzetta (Nazione, patria, famiglia: ripensare la dottrina sociale della Chiesa nel lungo ‘900), Carlotta Ferrara degli Uberti (Nazione, stirpe o razza? Rappresentazioni e reazioni ebraiche nell’Italia liberale), Marius Turda (The Protection of Mothers, Family, and Race during the Interwar Period in East-Central Europe); il commento sarà affidato a Emmanuel Betta, docente di Storia contemporanea all’Università di Roma Sapienza. 

All’inizio della sessione pomeridiana, Andrea Peto, del Department of Gender Studies della Central European University di Budapest, terrà una conferenza sul tema Memory politics of illiberal states. Seguirà il panel Contestare e resistere coordinato da Stefania Bernini, nel quale si succederanno gli interventi di Agata Ignaciuk, dell’Università di Varsavia, sulla situazione polacca – Abortion stigma and abortion practice in Poland -, di Massimo Prearo, dell’Università di Verona, che analizzerà le manifestazioni anti gender in Italia (Contestare per credere: strategie di mobilitazione e registri argomentativi dei movimenti “anti-gender”in Italia), di Elisabetta Vezzosi, docente di Storia e istituzioni delle Americhe all’Università di Trieste, (Un  gender gap per Donald Trump. Nuovi femminismi negli Stati Uniti). Commenterà le relazioni del panel Alessandra Gissi, dell’Università di Napoli L’Orientale.

In fine la tavola rotonda coordinata da Ida Fazio, docente di Storia moderna all’Università di Palermo.