Quattro date italiane per i June of 44
Una delle band più rappresentative del genere, i June of 44, tornerà in Italia il prossimo mese per quattro date, dopo una lunga assenza (ben 19 anni dopo il loro scioglimento nel 1999).
Parlare di “genere”, per questo stile, è molto difficile: è un’etichetta che i critici hanno utilizzato per definire una cerchia di gruppi che ha portato il rock a un altro livello, decostruendolo e riformandolo secondo altre regole, ma utilizzando sempre gli strumenti classici (la formazione è sempre la stessa con chitarra, voce, basso e batteria). Se durante gli anni ’80 l’avvento del noise rock, dell’hardcore e di etichette molto innovative come Dischord e SST ci ha mostrato come si potesse essere innovativi e rumorosi anche al di fuori della new wave, nei ’90 in America qualcuno ha pensato di portare avanti questo discorso producendo musica ancora più complessa e mai ascoltata prima. Esce quindi un disco come Spiderland degli Slint che rimescola completamente le carte in tavola grazie a composizioni lunghe, con una voce quasi narrante piuttosto che un cantato vero e proprio e con un gioco tra effetti sonori e parti di chitarra in pulito. C’è chi però contemporaneamente, nell’underground americano, sta andando nella stessa direzione, come i June of 44. Dischi come Tropics and Meridians del 1996 e Four Great Points sono dei lavori assoluti per gli amanti di queste sonorità, che hanno anche portato alla nascita del cosidetto math rock, cioè del rock in cui non ci sia la classica struttura 4/4, ma tempi dispari, rumorismo e sperimentazioni mai udite prima, che spesso si traducono in brani dalla struttura indefinibile. La band di Louiseville, che tra le sue fila può vantare gente di formazioni più vecchie come Codeine e Rodan, aggiunge ulteriori tasselli in un mosaico di suoni che prima ha conquistato una cerchia di ascoltatori molto limitata e che poi nessuno ha potuto più ignorare. Saranno nel nostro Paese il 25 maggio all’Afro Bar di Catania, il 28 allo Spazio 211 di Torino, il 29 al Locomotiv di Bologna e il 30 all’EVOL di Roma.
Tra queste date, vi consigliamo di non mancare alla prima, in cui la band si esibirà come ospite nel trentennale degli Uzeda, assieme ad altri grandi nomi come gli Shellac di Steve Albini (già dietro ai seminali Big Black e attivo come produttore per tanti album celebri come In Utero dei Nirvana), The Ex e Black Heart Procession. Sarà un’occasione più unica che rara per vedere sullo stesso palco dei pezzi di storia che molto raramente si possono ritrovare insieme: chi segue il genere senza dubbio non se li lascerà sfuggire.