Di Agnese Onnis
FOTO 1. PORTA DEI LEONI
La passeggiata tra le donne del capoluogo sardo prosegue attraverso la Porta dei leoni, che si lascia alle spalle il quartiere storico di Castello. Le scalette intitolate alle Monache Cappuccine conducono sulla via Manno e da lì, scendendo la rampa di Santa Teresa, si raggiunge Marina.
FOTO 2. SCALETTE CAPPUCCINE
Il monastero cagliaritano intitolato alle Cappuccine, venne costruito nel primo decennio del XVIII secolo su un’area precedentemente utilizzata per le esecuzioni capitali. A seguito della soppressione degli ordini religiosi, l’edificio entrò a far parte degli immobili demaniali, subì diversi passaggi di mano e nel 1969 venne definitivamente assegnato alle monache Clarisse. Annessa al monastero è la chiesa della Beata Vergine della Pietà, a pianta rettangolare, con navata unica e volta a botte, consacrata agli inizi dell’Ottocento.
FOTO 3. SCALETTE SANTA TERESA
Il percorso alternativo che consente la discesa da Castello verso il quartiere di Stampace, ad Ovest, è anch’esso legato a due intitolazioni femminili. Alle spalle di Santa Chiara (XIV secolo – originariamente intitolata a Santa Margherita di Antiochia), da cui partono l’omonima salita e la rampa di scale progettata nel 1858 dall’architetto Gaetano Cima, si nasconde l’ascensore che collega al piano: da lì, imboccata via Santa Margherita in direzione piazza Yenne e attraversato il largo Carlo Felice, si raggiunge il porto.
FOTO 4. PIANTA MARINA
Il largo Carlo Felice delimita a occidente la Marina di Cagliari, fondata dai Pisani nel XIII secolo per ospitare merci e lavoratori portuali, e corre lungo uno dei rami dell’antica cinta muraria.
Come spesso accade quando si parla di popoli, la componente femminile scompare dal ricordo e dalla toponomastica.
FOTO 5. VIA DEI PISANI
L’area era abitata in realtà fin dall’epoca romana e gli scavi archeologici hanno portato alla luce un tratto di strada lastricata e i resti di un edificio termale.
FOTO 6. MARINA
La Marina crebbe di importanza e di anime nei secoli successivi e ospitò confraternite legate alle principali mete di commercio: il gruppo siciliano si raccolse attorno alla chiesa di Santa Rosalia mentre la comunità genovese si stabilì in prossimità della chiesa dei Santi Martiri Giorgio e Caterina. Quest’ultima, distrutta dai bombardamenti del ’43, è stata ricostruita nel dopoguerra nel quartiere periferico di Monte Urpinu.
FOTO 7. SANTI MARTIRI GIORGIO E CATERINA
Santa Rosalia, oggi in via Torino, sorge sui resti di un antico oratorio, dedicato alla santa. Fu ampliata dalla congregazione siciliana sul finire del XVII secolo; pochi anni dopo, connessa a un convento destinato ai Frati Minori Osservanti, venne ristrutturata in stile barocco piemontese dall’architetto Augusto della Vallea.
FOTO 8. SANTA ROSALIA
Molti sono gli edifici religiosi dell’area collegati a figure femminili. Indirettamente lo è anche la Cappella dell’Asilo della Marina, un tempo oratorio della Vergine d’Itria, che conserva le spoglie di suor Giuseppina Nicoli, appartenente alla Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli e proclamata beata nel 2008.
Tra gli edifici di culto più antichi va menzionata la Collegiata di Sant’Eulalia, da cui prendono nome piazza, strada e museo, che custodisce il patrimonio artistico e storico del sito archeologico sottostante. La chiesa, edificata dagli aragonesi nel XIV secolo in stile gotico catalano, ricorda l’omonima fanciulla cristiana, patrona di Barcellona, torturata, crocefissa e infine decapitata, a soli tredici anni, sotto l’impero di Diocleziano.
FOTO 9. SANTA EULALIA
Il margine orientale del quartiere è segnato da un’altra strada femminile: non si tratta di una santa, questa volta, ma di una regina.
A Margherita di Savoia, consorte di Umberto I e a Elena del Montenegro, moglie di Vittorio Emanuele III, sono dedicate numerose intitolazioni di strade e piazze, scuole, istituti, ospedali in tutto il territorio nazionale. Furono donne apprezzate dal popolo di cui la toponomastica rinnova la memoria.
FOTO 10. REGINA MARGHERITA
Viale Regina Margherita, che collega due grandi piazze – Costituzione e Amendola – è un asse importante nella viabilità cagliaritana. Al civico 33, fino al 2001, aveva sede la Manifattura Tabacchi, una delle prime fabbriche di Cagliari a fornire impiego stabile e salario adeguato alla manodopera femminile.
A poca distanza, nel quartiere Villanova, s’incontra la via intitolata alla regina Elena: ne scopriremo la targa la prossima settimana.