Ventiquattro ore di terrore, pavimenti roventi a causa del calore sprigionato dalle fiamme, fumo e freddo sul Norman Atlantic, il traghetto della Visemar, noleggiato dalla Anek Lines con a bordo 499 passeggeri, partito da Patrasso, diretto ad Ancona ma arenatosi per via di un incendio il 28 dicembre nei pressi delle coste albanesi. Le responsabilità e le cause del rogo sono ancora tutte da accertare, resta solo la paura dei sopravissuti e il dramma delle 11 persone che hanno perso la vita. Le indagini sono state affidate al pubblico ministero della procura di Bari Ettore Cardinali che effettuerà un sopraluogo sul relitto, giunto nel porto di Brindisi, con lo scopo di recuperare la scatola nera. Attualmente nel registro degli indagati sono iscritti il primo ufficiale di coperta Luigi Lovine, il secondo ufficiale di macchina Francesco Romano, un dipendente della Anek Lines, Pavlos Fantakis e il legale della società.
Identificate otto vittime, lunedì 5 le autopsie – Sono state identificate otto delle nove salme delle vittime della Norman Atlantic. Oltre ai due autotrasportatori campani, Michele Liccardo e Giovanni Rinaldi, hanno un nome altri sei cadaveri. Si tratta di Omar Kartozia, Racha Charif, Muller Afroditi, Havise Savas, Sasentis Nikolaus Paraschis, Kostantinos Koufopuolos. La nona salma appartiene ad un maschio non identificato. L’elenco delle vittime, che non riporta le generalità complete con le rispettive cittadinanze anche perché le vittime sono identificate ma non tutte formalmente riconosciute, è inserito nell’avviso di fissazione degli accertamenti tecnici non ripetibili – le autopsie – disposte dalla Procura di Bari. Il conferimento dell’incarico per gli accertamenti medico-legali, affidati ad Alessandro Dell’Erba e Biagio Solarino, è fissato per lunedì 5 gennaio. Subito dopo inizieranno le autopsie nell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari. Oltre ai nove cadaveri, la magistratura barese stima altre due vittime certe, i cui corpi tuttavia non sono stati recuperati durante le operazioni di soccorso dei naufraghi.
Non si conosce ancora la sorte di un centinaio di persone che erano a bordo. A dichiararlo è il procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe. “Il bilancio definitivo sui dispersi – chiarisce – potremo farlo solo quando verificheremo se a bordo del relitto ci sono vittime”. Stando, infatti, ai numeri in possesso della Procura, sulla motonave c’erano 499 persone, compresi tre clandestini. Undici le vittime accertate, 390 quelle messe in salvo sulle coste pugliesi e greche su navi militari, motovedette della Guardia costiera, elicotteri e pescherecci. Dopo i 212 naufraghi sbarcati ieri a Brindisi, altri 38 sono arrivati oggi a Taranto e 80 in Grecia (sette su un elicottero e 73 su un peschereccio). “Non abbiamo notizie del secondo peschereccio diretto sulle coste greche su cui potrebbero esserci altri naufraghi”, ha detto Volpe.