“Le sterpaglie in alcuni parchi sfiorano le ginocchia, i lavoratori della metropolitana, scontenti, hanno rallentano il servizio a passo d’uomo, un incendio ha reso il più importante scalo della città (si parla dell’aeroporto di Fiumicino), caotico e affollato, gli arresti di funzionari pubblici si accumulano rendendo evidenti le infiltrazioni criminali nel governo della città”. Questo è il bigliettino da visita che il New York Times offre di Roma, un lungo reportage che parla del degrado della capitale. “Il degrado dei servizi, degli edifici, della qualità della vita e alla sensazione generale che la loro antica città, ancora più del solito, stia cadendo a pezzi” continua il pezzo dedicato a Roma. Tutto questo accadeva più di una settimana fa.
C’è chi queste parole non le ha digerite, come riporta Repubblica.it, e sulla pagina Facebook “Io sto col sindaco Marino” c’è chi posta le foto di una New York con l’immondizia per la strada scrivendo “De Blasio dimettiti”. I fan della pagina scatenati chiedono ai cronisti americani di guardare il loro degrado prima di puntare il dito contro Marino. Anna Rosaria Erriquez, ad esempio, scrive: “Parlare male dell’Italia in genere e di Roma in particolare fa sentir superiore gentucola che vede la classica pagliuzza negli occhi degli altri e ignora la trave che lo acceca……. è tutta invidia….. sempre e comunque, ciò non toglie che dovremmo tenere di più al nostro Paese anche mantenendolo pulito con l’esempio e quando occorre anche protestando contro chi lo sporca”.
Ma se da un lato c’è chi cerca di salvare la dignità della Città Eterna, dall’altra parte sono quasi 90000 le persone che seguono la pagina Facebook di “Roma fa schifo” dove giornalmente si denuncia una città sempre più allo sbando. Dai video della stazione Termini in mano alle bande di scippatori, ai paragoni tra il decoro di città come Varsavia messa a confronto con Via Veneto dove i marciapiedi sono pieni di foglie e sporcizia, fino alle infrazioni dei singoli cittadini, come chi sale sul marciapiede con lo scooter per fare un prelievo del bancomat.
Nel frattempo in queste ore rimbalza in tutti i siti la provocazione dell’attore Alessandro Gassman il quale lancia un appello: “Roma sono io. Armiamoci di scopa, raccoglitore e busta per la mondezza e ripuliamo ognuno il proprio angoletto della città”. Con l’hashtag #romasonoio sono migliaia i fans dell’attore che hanno accolto la sua richiesta e sono pronti a rimboccarsi le maniche. Anche Gigi Proietti dice la sua: “Non c’è un solo settore che funzioni bene dai trasporti alla pulizia delle strade. E’ un momento molto doloroso e è il risultato di qualcosa che si è succeduto negli anni – sottolinea l’attore – Forse noi romani avremmo dovuto presagirlo, ma la verità è che Roma non è molto amata, né dai romani né dai turisti. E invece è una straordinaria capitale e meriterebbe di essere amata di più”.
Non più una città di cui essere orgogliosi ma, parafrasando il titolo del film del collega Paolo Sorrentino, ‘La grande tristezza’. Dopo Alessandro Gassmann è Gabriele Muccino a sfogarsi su twitter. Con foto che documentano il degrado, il regista romano non usa mezzi termini e se la prende con Ignazio Marino: “Un sindaco faccia il sindaco – cinguetta – Non si chiuda nel surgelatore aspettando che la tempesta sia passata. Governi. Oppure vada a casa”.
Nel frattempo resta sempre esasperato il clima all’aeroporto di Fiumicino. Tensione in particolare al Terminal 3 dello scalo romano dopo i ritardi e le cancellazioni dovute all’incendio di mercoledì. Nell’aeroporto Da Vinci “persiste una situazione di criticità nonostante tutti gli operatori presenti in aeroporto stiano continuando a lavorare a pieno regime per contenere i ritardi” afferma l’Enac facendo il punto sui disagi dall’incendio e del blackout, precisando che permane una situazione di criticità soprattutto per i voli low cost.
Osservatore Romano, “Fiumicino ultima frontiera” – Titola così l’Osservatore Romano un articolo dedicato a quanto avvenuto all’aeroporto, “ennesimo, nuovo capitolo della lunga crisi che sta soffocando la città di Roma”. “Tuttavia – scrive il giornale vaticano – Fiumicino è solo la punta dell’iceberg. Dopo Mafia capitale, la crisi dell’Ama e dell’Atac, gli scandali che hanno colpito la pubblica amministrazione, come testimoniato anche dalla relazione del prefetto Gabrielli, e il cambio della terza giunta comunale in poco più di un anno e mezzo, Roma è ormai un caso politico”.
Un centinaio di persone hanno “assediato” la biglietteria della Vueling in cerca di spiegazioni per i continui ritardi. Per riportare la calma tra i passeggeri sono intervenuti carabinieri e Guardia di Finanza.
“Diteci cosa dobbiamo fare, siamo esasperati. Chiamate i responsabili, è da stamattina che siamo qui in fila, fatela finita”, le parole di uno dei passeggeri diretto a Palermo. “Quello che sta succedendo è ai limiti del reale”, gli fa eco un signore che invece sarebbe dovuto partire alla volta di Praga. Le forze dell’ordine stanno cercando, non senza difficoltà, di riportare la calma. In fila ci sono anche famiglie con bambini.
L’Enac ha spiegato: “A Fiumicino persiste una situazione di criticità nonostante tutti gli operatori presenti in aeroporto stiano continuando a lavorare a pieno regime per contenere i ritardi”, che colpiscono in particolare i voli low cost.
Sarebbe partito da un cumulo di rifiuti l’incendio di Fiumicino: lo ha reso noto il Corpo forestale. La zona in cui si è generato è in via del Pesce Luna, a bordo strada, in un’area fortemente degradata e disseminata da rifiuti abbandonati, sia domestici che industriali. Le fiamme sono poi state trasportate dal forte vento. Il punto sulle indagini relative all’incendio che è divampato ieri a Fiumicino nella Pineta di Coccia di Morto è stato fatto in una riunione nella Procura della Repubblica di Civitavecchia, tra il Procuratore Capo Gianfranco Amendola e il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone accompagnato dal Comandante Regionale per il Lazio e dal Comandante Provinciale di Roma. Le fiamme, trasportate dal forte vento, hanno rapidamente percorso prima gli arbusti della macchia mediterranea limitrofa, per poi interessare la vicina pineta raggiunta in più punti da faville incandescenti prodotte dagli arbusti e dalle canne, che hanno dato origine a diversi focolai. Verosimilmente, dunque, secondo la Forestale il vento ha determinato la rapida propagazione delle fiamme.
“Serve un maggiore rinforzo di personale per le riparazioni e la manutenzione dello scalo”. Sono le parole del presidente dell’Enac, Vito Riggio, che ha parlato del blackout che ha coinvolto l’aeroporto di Fiumicino, già messo a dura prova lo scorso maggio dall’incendio che devastò gran parte del Terminal 3. E’ stato un corto circuito presso una cabina di media tensione a causare il black out durato venti minuti. “Occorre una vigilanza costante e continua di tutti gli apparati – ha sottolienato Riggio -. AdR deve supplire alle carenze di qualche handler in difficoltà”.
Durante il blackout elettrico le operazioni della torre di controllo all’aeroporto di Fiumicino sono proseguite regolarmente grazie ai gruppi di continuità assoluta di cui il sistema operativo dell’Enav è dotato. Pertanto, decolli ed atterraggi degli aerei, a quanto si è appreso, si sono svolti regolarmente anche durante i circa venti minuti di interruzione dell’elettricità.
Sono ancora diverse però le aree al buio come alcuni esercizi commerciali della zona Arrivi e Partenze ed anche uno dei controlli dei bagagli fuori misura nella zona Partenze dello stesso T1. Sono ancora fuori uso anche alcune scale mobili che collegano le aree del Terminal. Restano in piena funzione invece tutti i desk dei check-in così come le aree di imbarco alla loro piena operatività in una giornata considerata con il più alto tasso di arrivi e partenze a Fiumicino.
Ci sono ancora code di disagi e ritardi all’aeroporto di Fiumicino per le ripercussioni legate all’incendo che ha colpito prima la zona di Pesce Luna e poi la pineta di Focene, che si trovano non distanti dalla pista numero uno. Dopo che, durante la notte, si erano ancora prolungati forti ritardi nei voli, anche di diverse ore, con lamentele dei passeggeri, costretti a lunghe attese e alla ricerca di informazioni, anche la prima mattinata è stata segnata da diverse situazioni analoghe.
ENAC convoca Adr e Alitalia – L’Enac, dopo l’incendio di ieri all’aeroporto di Fiumicino ha convocato per il giorno 6 agosto gli Accountable Manager di Aeroporti di Roma e di Alitalia. Lo si legge in una nota secondo cui intende “verificare la rispondenza delle azioni poste in essere a quanto previsto dalla normativa vigente e di ribadire obblighi e competenze a carico delle due figure”.
Ryanair: “Se Alitalia lascia aumenteremo aerei e rotte”
Alitalia pronta a mollare Fiumicino? Noi invece no, anzi raddoppiamo. E’ questo il messaggio che la compagnia low cost irlandese ha lanciato all’indomani del ventilato addio della compagnia di bandiera italiana al Leonardo Da Vinci. Troppi i problemi degli ultimi mesi secondo Alitalia. Per RyanAir invece l’aeroporto romano sembra essere strategico.
“Sin dall’apertura della propria base a Roma Fiumicino nel 2013 (la seconda a Roma)”, fa sapere la compagnia, “Ryanair ha continuato ad accrescere il numero di rotte, ad aumentare traffico e posti di lavoro a Fiumicino. Ryanair continua a lavorare a stretto contatto con ADR per accrescere turismo, traffico e posti di lavoro a Roma, in un momento in cui sia Easyjet sia Vueling stanno tagliando il proprio traffico a Fiumicino e Alitalia sta facendo i capricci e minacciando di fare tagli o di andare via”.
Robin Kiely, direttore della comunicazione di Ryanair poi spiega: “Ryanair prende atto dei commenti di Silvano Cassano e aggiungerà più aeromobili, voli a tariffe basse e rotte da e per Roma Fiumicino se Alitalia dovesse effettuare tagli o lasciare l’aeroporto”.
Secondo “quale maggiore compagnia in Italia, Ryanair sta contribuendo alla crescita del turismo italiano, del traffico e dei posti di lavoro, in un momento in cui Alitalia minaccia Fiumicino, e Easyjet e Vueling stanno tagliando il proprio traffico a Roma, e restiamo impegnati a crescere presso gli aeroporti sia di Roma Fiumicino sia di Roma Ciampino, offrendo ai consumatori e ai visitatori una scelta di 56 rotte da Roma, alle tariffe più basse”.
Non manca la frecciata alla compagnia di bandiera: “Forse è tempo che Alitalia provi ad abbassare le sue tariffe e faccia in modo che piloti e assistenti di volo non scioperino anziché incolpare ingiustamente gli aeroporti italiani che stanno lavorando duramente per accrescere turismo e posti di lavoro in Italia”.
Intanto gli autisti e macchinisti dell’Atac hanno protestato in divisa tutto il giorno sotto il Campidoglio. Un ‘assedio sonoro’ a Palazzo Senatorio con fischietti e cori. Tutti in piazza per dire ‘no alla privatizzazione’, possibile progetto annunciato dal sindaco di Roma Ignazio Marino per evitare il fallimento della municipalizzata che si occupa di trasporti. In camicia blu dell’Atac hanno manifestato senza nessuna bandiera né di partito né di sindacato, ma solo con addosso la divisa di servizio. Poi dalla piazza si è alzato un coro: “Siamo tutti Christian Rosso”, inneggiando al collega sospeso a tempo indeterminato per aver fatto un video-denuncia postato su Facebook dove spiega i motivi dei disservizi nei trasporti capitolini. “Atac mi ha sospeso perché non ci sono mezzi per circolare, non per colpa dei lavoratori”, ha spiegato Christian Rosso presente alla manifestazione. Al suo annuncio è esplosa la rabbia dei colleghi che gli hanno espresso solidarietà.
“Stanno creando un martire e lo stanno creando loro, allargando a macchia d’olio questa vicenda. Io sono stato sospeso a tempo indeterminato dal prossimo 27 agosto non prenderò più lo stipendio perché ho informato i cittadini” ha aggiunto Rosso in piazza. “Due minuti prima del turno – ha spiegato – sono venuti a notificarmi la sospensione, ci sono anche rimasti male loro perché nemmeno ho letto il foglio che mi hanno consegnato. Non mi interessa, io voglio davvero che i cittadini sappiano”.
Dura la reazione del sindaco Ignazio Marino a chi gli chiedeva della sospensione: “Questa domanda la poteva fare a un politicante del secolo scorso, non a me. Io non mi occupo di amministrazione delle aziende ma di selezionare le persone che devono poi avere la responsabilità strategica delle aziende come gli assessori che a loro volta scelgono i dirigenti e i cda delle aziende di loro competenza. In questa città, purtroppo, in passato è accaduto e continua ad accadere che quando qualcuno deve essere punito o licenziato arrivi la telefonata del politico che dice ‘No, ha fatto la campagna elettorale’. A me non me ne frega niente che ha fatto la campagna elettorale di uno di destra o di sinistra. Se fa bene fa bene, se fa male viene giudicato per quello che fa”. Diversa la reazione di Stefano Esposito, neo assessore comunale ai Trasporti: “Invito l’amministratore delegato dell’Atac a valutare forme diverse di sanzioni”. E dalla piazza gli autisti hanno scritto un messaggio diretto al sindaco: “Raccolta fondi per un biglietto di sola andata per Genova per Marino”, posizionato sotto l’ingresso del Campidoglio. Poi, poco prima delle 18, il presidio di protesta, che andava avanti da questa mattina, si è sciolto.
Tra gli striscioni portati in piazza anche ‘Lavoratori e utenti a difesa della Roma-Lido’, ‘Per nascondere la verità c’hai messo contro l’intera città’, ‘False promesse e videomessaggi, son stati questi i veri disagi’. “Ieri il neo assessore Esposito ha detto che si prenderà tre mesi di tempo – hanno spiegato i lavoratori – ma tre mesi non ci sono. Lui e Marino vogliono dare Atac in pasto ai privati dopo averci fatto firmare un accordo vergognoso ma che prevedeva la permanenza di Atac – ha aggiunto – in house (con società interamente a capitale pubblico ndr) fino al 2019: il trasporto è un servizio pubblico e ha bisogno di rimanere tale. Il nostro obiettivo è che il servizio rimanga pubblico, Marino scenda e venga a parlare con noi lavoratori e utenti o riceva una delegazione, perché se è in buona fede è disinformato”.
“Abbiamo scelto il Campidoglio per la nostra protesta perché le dichiarazioni di Marino sono imbarazzanti – ha detto Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia-Menti – Ci ha scaraventato contro l’utenza, volendo dimostrare che la colpa è degli autoferrotranvieri. C’è un macabro disegno, la colpa dei disservizi è della ‘troika romana’: governo locale e attuale, organizzazioni sindacali più rappresentative e dirigenza. I disservizi finirebbero se venissero assunte mille unità sul personale viaggiante, operai e meccanici, e se venissero sostituiti e mezzi, che sono vecchi e con tanti km”. Secondo Quintavalle, la privatizzazione “non aiuta nessuno, né i lavoratori né i cittadini. Il privato deve guadagnare. Il trasporto pubblico può funzionare solo se si mettono a governo dell’azienda persone competenti” che, secondo Quintavalle, non è stato fatto: “Serve disconitinuità, e non questa paventata da Marino, che mette in azienda persone che ignorano come funziona un autobus e un treno e parla solo con le organizzazioni più rappresentative. Deve parlare con noi”.
Una vera bomba è deflagrata all’interno del Porto turistico di Roma, ad Ostia sul Lungomare Duca degli Abruzzi, 84. I finanzieri del Comando Provinciale di Romahanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di un’ampia associazione criminale, facente capo a Mauro Balini presidente del Porto Turistico di Roma.
I 4 arrestati sono accusati di “associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori”.
Oltre Balini, in manette sono finiti due “testa di legno” e un avvocato con studio nella Capitale. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista.
Nell’operazione eseguita dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il “diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali”, all’interno del porto turistico di Ostia, ossia posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali, nonché, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato “in oltre 400 milioni di euro”.
Le indagini, avviate nel 2012, per una “ipotesi di bancarotta”, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero “scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a.”, società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili allo stesso Balini.
Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a “prestanomi” e “società schermo”, aveva realizzato un “complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell’erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro”.
Balini, secondo gli inquirenti, sembrerebbe essere al centro di tutto. All’imprenditore è stato, inoltre, “contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I.”, e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, “con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode”.
Secondo la Finanza, il disegno criminale nasce nel 2005, quando Balini si “precostituì un ingente credito nei confronti della A.T.I. S.p.a. per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l’altro, l’accollo di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali”.
Giustificando le operazioni come “restituzione finanziamento soci”, Balini aveva, quindi, potuto “prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonché distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili”.
Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma S.r.l., posseduta proprio da Balini, aveva ottenuto, dalla A.T.I. S.p.a., la “voltura della concessione sull’intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l’ampliamento del porto, poi autorizzato nell’agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti”.
IL PORTO DI OSTIA – La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L’ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri”
Ma non finisce qui. Estate, gente in vacanza, case vuote, a Roma, tra i pericoli, specie negli appartamenti popolari, c’è quello di ritrovarsi la casa occupata. Un pericolo che rischiava di diventare la triste realtà in due appartamenti Ater di Fonte Ostiense. Qui la polizia locale, guidata dal Comandante Massimo Fanelli, è intervenuta due volte per evitare gli abusi.
La prima in via Paolo Buzzi. Qui una donna anziana, al suo rientro da una commissione, aveva trovato all’interno del suo appartamento un’altra donna che dichiarava di esserne la titolare. Agli agenti è bastato fare rapidamente le necessarie verifiche per restituire l’appartamento alla legittima titolare, in lacrime per la gioia, e denunciare l’occupante abusiva all’Autorità Giudiziaria.
La seconda segnalazione, sempre nella stessa strada, ha di fatto permesso di sventare una occupazione in corso d’opera. La rapidità di intervento dei vigili ha messo in fuga gli occupanti che avevano già forzato la porta di ingresso, smurandola. Durante la perlustrazione gli agenti hanno trovato nell’appartamento tracce di più persone e attrezzi, che sono al vaglio per le doverose indagini.