Kerala – I lati oscuri della giustizia indiana. Quale sarà il destino dei Marò?

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Una vicenda caratterizzata da molti lati oscuri, una giustizia lenta, un decreto legge tra i più sbagliati, mai redatti da un Ministero e infine la compostezza di due uomini che attendono con austerità di scoprire quale sarà l’epilogo di questa vergognosa vicenda. I fatti risalgono al 16 febbraio 2012, due fucilieri appartenenti al corpo della marina militare del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie, al largo delle coste del Kerala, quando avvistarono un vecchio peschereccio e credendo che si trattasse in realtà di una attacco pirata, aprirono il fuoco uccidendo due pescatori indiani Valentine Jelestine e Ajesh Binki. Fatalità che diede inizio ad una lunga vicenda giudiziaria, caratterizzata da un agire della giustizia indiana deprecabile, che portò la magistratura a riformulare più volte i capi d’accusa nei confronti dei due Marò, tra i quali figurava anche quella scellerata di terrorismo. Ma cosa ci facevano i due marò a bordo di una petroliera? Semplice, il decreto legge del 12 luglio del 2011 recante la firma dell’ex ministro della Giustizia Ignazio La Russa autorizzava i militari italiani ad imbarcarsi su navi civili, ed i due marò erano stati addestrati a far fronte ad attacchi pirata. Da due anni i due fucilieri attendono che la giustizia indiana si esprima attraverso una sentenza, su questa vicenda, il loro contegno ha portato molti italiani a chiamarli eroi o martiri, ma in tutto ciò si dimentica che le vere vittime sono quei due pescatori e le loro famiglie.