POLO NORD – Greenpeace: “Ciò che accade nell’Artico non resta nell’Artico”

Ghiaccio artico, a maggio nuovo record negativo. E’ allarme per il Polo Nord ma anche per il Pianeta. Gli esperti del National Snow and Ice Data Center (NSIDC), parte integrante del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences (CIRES) presso l’Università del Colorado a Boulder e il supporto della NASA, hanno annunciato, qualche mese fa, il nuovo record (per il secondo anno consecutivo) “negativo” per il Polo Nord: “il ghiaccio Artico è ai minimi storici a causa del riscaldamento globale”.

Greenpeace – Ciò che accade nell’Artico non resta nell’Artico. La fragile regione polare si sta infatti scaldando due volte più in fretta di qualsiasi altra area del mondo, con conseguenze che pesano sull’intero clima terrestre. Nell’emisfero nord del Pianeta, in particolare, potranno aumentare i fenomeni meteorologici estremi.

Un rapporto scientifico pubblicato da Greenpeace svela che l’Artico si sta scaldando due volte più in fretta che qualsiasi altra regione del mondo, con possibili gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre.
Come infatti suggerisce il titolo del nuovo rapporto, “What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic”, ciò che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico, l’alterazione di questo ecosistema unico e prezioso può aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici e avere ripercussioni anche sulle nostre vite.

Facendo riferimento alla Terra il termine Polo Nord può indicare diversi punti geografici posti sulla superficie terrestre la maggior parte dei quali sono situati nel Mar Glaciale Artico. Spesso il termine polo nord è anche utilizzato per riferirsi in maniera generica a quella regione del mondo denominata Artide o in alcuni casi al territorio compreso all’interno del circolo polare artico. Ti potrebbe interessare: Emergenza Polo Nord: potrebbe svanire quest’anno? La previsione choc di un climatologo…

La calotta polare artica è un elemento fondamentale del sistema climatico del nostro pianeta. La sua funzione più importante è quella di isolare l’acqua dell’oceano artico, relativamente calda, dall’aria polare soprastante che è invece molto più fredda. Nello stesso tempo, la calotta impedisce l’assorbimento dei raggi solari: l’albedo dei ghiacci polari è 0,6, che sale a 0,8 se sono coperti di neve, mentre l’acqua di mare ha un’albedo di solo 0,15. L’effetto complessivo quindi è quello di mantenere freddo il polo nord, bloccando nello stesso tempo il trasferimento del calore dall’oceano all’atmosfera.

GREENPEACE – A causa del riscaldamento globale, negli ultimi 30 anni l’area artica coperta di ghiacci si è ridotta in modo sostanziale estate dopo estate, diminuendo la capacità della superficie ghiacciata di riflettere la luce solare (un fenomeno conosciuto come albedo) e aumentando il calore assorbito dal mare, che a sua volta contribuisce allo scioglimento dei ghiacci, in un circolo vizioso molto pericoloso.

Come se non bastasse, il ritiro dei ghiacci agevola lo sfruttamento delle risorse naturali nel Mar Glaciale Artico: pesca, trasporto marittimo e trivellazioni fanno gola a molti e minacciano la sopravvivenza di questo fragile ecosistema.

Per questo chiediamo che le acque internazionali che circondano il Polo Nord diventino un Santuario Artico in cui sia vietata qualsiasi attività industriale estrattiva e proprio tra poche settimane l’OSPAR, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Artico, potrebbe decidere di istituire un’area protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati, realizzando così il primo pezzo del Santuario.

Non siamo i soli a voler difendere questo splendido e fondamentale ecosistema: con noi ci sono quasi otto milioni di persone che hanno già firmato la petizione internazionale per mettere fine allo sfruttamento dell’Artico! E tu, hai già firmato?
Gli effetti dello scioglimento dei ghiacci nel resto del pianeta
La letteratura scientifica più recente, cui fa riferimento Greenpeace, suggerisce l’esistenza di un collegamento causale diretto tra il declino del ghiaccio marino e le fluttuazioni sempre più estreme delle temperature nell’emisfero nord. Ecco gli effetti del surriscaldamento del Polo nel mondo.

Estati più calde in Usa e Canada – Dallo scioglimento dei ghiacci del Polo Nord dipende il surriscaldamento della parte orientale degli Usa e del Canada. Entro la fine del secolo le estati vedranno temperature del 20% più variabili rispetto ad ora, e diventeranno più comuni le ondate di calore. Un quadro corroborato dai risultati di 29 modelli predittivi sui cambiamenti climatici che interesseranno la fascia delle Great Plains americane.

Mediterraneo bollente – Le evidenze raccolte dimostrano che durante le estati con meno ghiaccio al Polo Nord, le temperature di superficie delle acque del Mediterraneo (ma anche dei mari del sud-est asiatico) tendono a salire e vengono modificati anche i modelli di andamento atmosferico.

Inverni sempre più rigidi e nevosi alle medie latitudini – Nord America, Europa e Asia orientale: ormai gli scienziati sono concordi nell’affermare che le ondate improvvise di freddo e copiose precipitazioni nevose sono strettamente legate allo scioglimento dei ghiacci artici durante le estati.

Piogge in nord Europa, siccità in America e Asia – Nel nostro continente le 6 estati tra il 2007 e il 2012 sono state più umide e piovose della norma. Anche questo è un effetto dei cambiamenti climatici in corso al Polo Nord. Viceversa, America del nord e Asia orientale potrebbero vedere siccità sempre più frequenti in futuro.

Innalzamento del livello delle acque – Lo scioglimento dei ghiacci artici è ormai considerato a livello internazionale un fattore con alta probabilità di causare l’aumento dei livello dei mari.

Sparirà la tundra artica – Gli incendi in questi ecosistemi sono un fatto ciclico e naturale. Ma estati più calde e secche li intensificheranno, liberando in atmosfera CO2 e minacciando gli equilibri della regione.