Di Anna Altobelli
All’inizio del 2012 a Friburgo, importante centro turistico del Baden-Wurttemberg, è stata realizzata un’interessante iniziativa: la pubblicazione di una mappa della città, in cui i toponimi femminili sono evidenziati in rosso, numerati ed elencati in un’apposita legenda. L’iniziativa nasce dall’impegno di Ursula Knopfle, Assessora alle Pari Opportunità, grazie alla quale i toponimi femminili a Friburgo sono saliti a circa 90 (il 22% su 400 in totale) tra vie, viali, piazze, scuole e corti: alcuni di essi sono riferiti a personaggi femminili scomparsi anche meno di dieci anni fa. La maggiore concentrazione di vie al femminile si trova nei quartieri periferici di Vauban e Rieselfeld, ove è possibile compiere veri e propri ‘percorsi di genere’: ci si muove tra vie, scuole e piazze intitolate alle donne di ogni epoca che si sono distinte nella lotta per i diritti civili, che hanno lottato contro l’ideologia nazista, o che sono rimaste vittime della persecuzione antisemita. Frau Knopfle continua a battersi perché la toponomastica femminile a Friburgo raggiunga almeno il 50% delle intitolazioni: la sua iniziativa rappresenta un eccezionale modello di “buona pratica”, già imitata da altre città tedesche, come Dresda e Berlino.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Lise Meitner (1878-1968) fu, nel 1906, la seconda donna a conseguire il dottorato di fisica all’università di Vienna. Fornì per prima la spiegazione teorica della fissione nucleare, mantenendosi però sempre fedele al principio di un uso pacifico dell’energia atomica.
Foto: Filippo Altobelli – (Rieselfeld) Kathe Kollwitz (1867-1945) Pittrice, scultrice, stampatrice, litografa e xilografa del filone espressionistico, di idee socialiste e pacifiste, s’impegnò soprattutto nella rappresentazione delle condizioni umane degli “ultimi” del suo tempo.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld – Hildegar Von Bingen (1098-1179) Monaca benedettina, anticonformista per i suoi tempi, studiò a lungo occupandosi di teologia, musica e medicina. Si dedicò alla predicazione più che alla clausura; fondò due monasteri, e divenne un’autorità all’interno della Chiesa.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Hanna Arendt (1906-1975) filosofa, politologa, storica e scrittrice di origini ebraiche, emigrò a New York nel 1940, a causa delle persecuzioni subite sotto il Nazismo. I suoi numerosi lavori riguardano la natura del potere, la politica, l’autorità e il totalitarismo.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Nelly Sachs (1891-1970) Scrittrice, di origini ebraiche, emigrò a Stoccolma durante il Nazismo; nel 1966 fu Premio Nobel per la letteratura, “per la sua lirica notevole e la scrittura drammatica, che interpreta il destino di Israele con forza toccante”.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Hedwig Dohm (1833-1919) fu una delle prime teoriche del femminismo radicale; nel 1870 pubblicò quattro saggi con cui chiedeva la parità giuridica, sociale ed economica tra uomini e donne. Nel 1873 fu tra i primi a richiedere il diritto di voto per le donne in Germania.
Foto: Filippo Altobelli – Rieselfeld: Bertha von Suttner (1843-1914) Nata a Praga, fu una scrittrice impegnata a favore del pacifismo radicale; la sua opera principale, ‘Giù le armi’, pubblicata nel 1889, le valse il primo Premio Nobel per la Pace nel 1905.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Astrid Lindgren (1907-2002) nata a Vimmerby, in Svezia, amò la lettura e la scrittura sin da bambina; a 18 anni già collaborava con un giornale locale. Divenne autrice di racconti per l’infanzia, il più famoso dei quali è Pippi Calzelunghe, tradotto in oltre 70 lingue.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Louise Otto Peters (1819-1895) Giornalista, letterata e femminista militante, all’inizio dei moti rivoluzionari del 1848 fondò il primo giornale tedesco al femminile, la ‘Gazzetta delle Donne’, e nel 1894 il gruppo femminista ’Associazione Generale delle donne tedesche’.
Foto: Filippo Altobelli – Vauban: Harriet Strauss (1872-1945) laureata in medicina, visse per un certo tempo a Friburgo, e oltre alla professione di medico svolse anche quella di scrittrice, pubblicando numerosi scritti contro l’ideologia nazista. Ciò le valse la censura da parte del governo del Reich.