TURCHIA – Dopo l’attacco a Istambul raid in Siria e Iraq. Duecento morti

Nelle ultime 48 ore la Turchia ha bombardato postazioni dell’Isis in Siria e Iraq, uccidendo 200 jihadisti, in risposta all’attentato kamikaze di martedì a Istanbul. Lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu, specificando anche che «l’artiglieria di Ankara ha colpito 500 postazioni». Ankara, ha poi aggiunto «continuerà a colpire il Daesh via terra e userà le forze aeree se necessario».
E ai bombardamenti condotti da Ankara è arrivata subito la reazione di Mosca: «La politica distruttiva» perseguita dalla Turchia in Siria porta a un ulteriore innalzamento della tensione nella regione» ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Nell’attacco di martedì nel cuore di Istanbul erano morti 10 tedeschi, l’autore dell’attacco Nabil Fadli, un 27enne siriano nato in Arabia Saudita, almeno questa l’dientità diffusa nelle ore successive all’attentato. Il ministro dell’Interno tedesco Thomas De Maiziere ha però fatto sapere che non ci sono certezze sulla reale identità dell’uomo. Tra mercoledì e giovedì erano state arrestate altre sette persone, tutte legate all’Isis, per presunte responsabilità nell’attentato. Arrestati anche tre cittadini russi, di cui uno, Aydar Suleymanov, classe 1984, è sospettato da Mosca di avere legami con lo stato islamico.