Campionati del mondo di calcio. Russia 2018 Alcuni buoni motivi per tifare Islanda

0
924
image_pdfimage_print

La tifoseria italiana, orfana della Nazionale ai Campionati del mondo di calcio, sta cercando squadre alternative; c’è chi fa il tifo per le favorite, chi preferisce le più deboli, chi quelle europee, chi le americane. Un intero Paese ha risolto il problema tifando in massa per il beniamino locale Thiago Alcantara, oggi con la maglia della Spagna; il bambino nacque l’11 aprile 1991 proprio qui, a San Pietro Vernotico (Brindisi), perché il padre Mazinho, di origini brasiliane, giocava nel Lecce.

Le prime prove delle squadre più forti, almeno sulla carta, sono state pareggi o deludenti sconfitte, allora vale la pena guardare con rispetto e ammirazione verso la piccola Islanda che si è rivelata una conferma, e non una meteora passeggera, battendosi con onore con l’Argentina di Messi.

Desta stupore che un Paese di soli 334.000 abitanti abbia circa 20.000 tesserati (di cui il 25% donne) e 650 allenatori diplomati, assunti a tempo pieno. Da due anni a questa parte, dopo gli Europei, gli investimenti sono stati grandiosi e i frutti si vedono: secondo la graduatoria Fifa nel 2013 la squadra era al 135° posto, ora è al 22° (l’Italia al 19°…); in Russia è arrivata per meriti indiscussi vincendo in un girone non facile. Ma quello che veramente colpisce anche chi non è tifoso/a e non si interessa di  calcio è avvenuto in ambito sociale, in un arco di tempo ben più lungo. Il governo islandese ha coinvolto la gioventù incoraggiando la pratica del calcio come un vero motore di socializzazione e di crescita. In un Paese quasi spopolato e freddo sono stati costruiti stadi coperti e riscaldati, sono stati formati tecnici, è stata incentivata la partecipazione femminile. I risultati sono concreti e dimostrati dai fatti, i dati del successo parlano da soli: in neppure venti anni quindicenni e sedicenni che abusavano di alcool sono scesi dal 48% al 5%, chi fa uso di cannabis dal 17% al 7%, chi fuma sigarette dal 23% al 3%.

E’ evidente che non sarà tutto merito delle attività sportive e del pallone, ma certo è la prova che investimenti intelligenti nel tempo libero giovanile, a lungo termine, vengono premiati ed è bello a Mosca vedere festeggiare il pubblico e i calciatori nella Geyser sound, una sorta di allegra  “ola” collettiva a braccia alzate, con coro e battimani ritmati. E poi quelle magliette azzurre sfumate di bianco e rosso – a ricordare l’acqua, il ghiaccio, il fuoco dei vulcani – sono state create da un’azienda di Parma, la Erreà. Quindi un po’ di Italia si può trovare anche sui campi di calcio russi.