TUNISIA – Jihadisti: “Non avrà pace fino a che non sarà in vigore la Sharia “

L’ondata di terrore innescata dagli attentati di Parigi sembra non placarsi, L’Isis continua a colpire indisturbata, dimostrando di poter attaccare in ogni parte del mondo. Il 20 novembre, una settimana dopo gli attacchi avvenuti nella capitale francese, i guerriglieri del gruppo estremista al Mourabitoun, in principio appartenenti alla cellula di al Qaida, hanno fatto irruzione nell’hotel Radisson di Bamako,capitale del Mali. L’albergo era frequentato soprattutto da diplomatici e uomini d’affari e la maggior parte degli ospiti era di nazionalità francese. Gli jihadisti sono riusciti a raggirare i controlli di sicurezza, in quanto erano giunti nei pressi della struttura a bordo di un’auto diplomatica, durante l’assalto hanno tenuto in ostaggio circa 170 persone liberando solo quelli che son riusciti a recitare alcuni versi del Corano. Il bilancio conclusivo della rappresaglia è stato tragicamente segnato dalla morte di 19 persone.

A quattro giorni di distanza l’Isis ha colpito ancora, a Tunisi, Abu Abdullah, un jihadista si è fatto esplodere contro un pullman della guardia presidenziale causando la morte di 13 persone e il ferimento di altre 20. Il presidente tunisino Bèji Caid Essebsi ha dichiarato lo stato d’emergenza e la chiusura temporanea del confine con la Libia.
L’attacco è stato sin da subito rivendicato su Twitter dai terroristi che hanno asserito: “La morte di decine di guardie della sicurezza presidenziale in un’operazione di martirio nel cuore della capitale Tunisi”I tiranni della Tunisia – conclude il comunicato – dovranno capire che non avranno pace e non ci fermeremo fino a che non sarà in vigore la Sharia in Tunisia”.
Lo Stato Islamico continua a seminare paura nel mondo e ci si chiede quale possa essere il prossimo obiettivo, la Farnesina sconsiglia ai viaggiatori di recarsi in Egitto e in Nord Africa, ma anche Europa e America sono nel mirino dei jihadisti.




GIORDANIA – Accordi militari con Russia e Tunisia per le operazioni in Siria

Mentre si trova a Vienna per parlare con il segretario di Stato americano Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che Mosca e Amman hanno stretto un accordo per coordinare le operazioni in Siria.

“Gli eserciti di entrambi i Paesi si sono accordati per coordinare le loro azioni in territorio siriano, fra cui quelle delle forze aeree” ha detto Lavrov che ha poi spiegato le basi dell’accordo. La cooperazione avverrà attraverso “un meccanismo di lavoro che avrà base ad Amman” in Giordania e al quale potranno aggiungersi altri paesi della regione.

Il nuovo accordo con la Giordiania fa parte della road map che ha in mente Mosca e cioè di lavorare per portare ad un processo politico che rispetti il comunicato di Ginevra del 2012: “Ciò prevede l’avvio di negoziati inclusivi con i rappresentanti del governo della Siria e con tutto lo spettro dell’opposizione, sia interna sia all’estero, con l’appoggio attivo di attori esterni” ha detto il ministro che ha poi concluso dicendo che la Russia: “partecipa agli sforzi per la creazione delle condizioni necessarie di questo processo”.

Anche Tunisia e Giordania hanno firmato due accordi di cooperazione nei settori militare, della sicurezza e della protezione civile, in occasione della visita ad Amman del presidente tunisino Beji Caid Essebsi. Lo rende noto un comunicato del Palazzo Reale giordano.

Essebsi e Abdallah II, informa il comunicato, hanno convenuto sulla necessità di sviluppare ulteriormente la cooperazione bilaterale anche nel campo delle nuove tecnologie, dell’energia, della sanità, dell’educazione e del turismo. Le relazioni commerciali tra Tunisia e Giordania sono stimate a circa 30 milioni di dollari all’anno.

I due leader hanno anche parlato dell’attuale situazione in Cisgiordania e della Spianata delle Moschee a Gerusalemme, della lotta al terrorismo e della crisi libica.

Essebsi, accompagnato dal ministro degli Esteri Taieb Baccouche, ha incontrato anche il premier giordano Abdullah Ensour. Tra i temi affrontati, la prossima sessione di incontri dell’Alta Commissione tuniso-giordana programmata per il mese di dicembre ad Amman.

COOPERAZIONE – Durante la visita in Giordania per partecipare alla conferenza mediterranea dell’Ocse il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione delle Unità protesiche fissa e mobile, allestite dall’Ong Icu, insieme al Centro “Our Lady of Peace for People with Disabilities” e finanziate dalla Cooperazione Italiana. La struttura fornisce gratuitamente protesi degli arti inferiori e servizi di riabilitazione fisica e psicosociale sia ai rifugiati siriani, sia ai cittadini giordani meni abbienti. All’evento hanno presenziato l’Arcivescovo cattolico di Amman, Maroun Laham, e il Ministro della Sanità, Ali Hyasat. Quest’ultimo ha espresso apprezzamento per l’impegno italiano a favore dei rifugiati siriani e delle comunità ospitanti giordane, e per i servizi che il Centro potrà fornire gratuitamente a numerose vittime di amputazione su tutto il territorio giordano.

Nell’Ambito del programma di emergenza AID 10249 a favore dei rifugiati siriani in Giordania (2014/2015) è stata dedicata una particolare attenzione al tema della disabilità. Il progetto eseguito dalla Ong Icu infatti è stato interamente dedicato alla assistenza ad adulti e bambini amputati presso due centri allestiti ad hoc nei governatorati di Irbid e Amman. Il progetto ha previsto la fornitura, adattamento e montaggio di 100 arti, un programma di riabilitazione fisioterapica e di supporto psicologico per gli amputati assistiti, la creazione e l’equipaggiamento di un centro protesico fisso e di uno mobile nonché corsi intensivi di aggiornamento per tre fisioterapisti e due psicologi dei centri di riabilitazione. Infine sarà organizzato l’inverno prossimo un evento sportivo multidisciplinare non competitivo per disabili ad Amman.

Nella seconda fase del programma AID 10249, in fase di avvio, la Ong Icu continuerà il lavoro di distribuzione protesi e il sostegno fisioterapico e psicologico ai beneficiari, aggiungendo ai servizi offerti la produzione e la distribuzione di protesi, assistenza riabilitativa e il reinserimento scolastico dei bambini che a causa della disabilità sono rimasti esclusi dalle opportunità di educazione per determinati periodi di tempo.