In Libia è guerra, ma Salvini ha la polenta sugli occhi. Non sente, non vede e urla: “Renziacasa!”

A Matteo Salvini, segretario federale del Carroccio, la crisi internazionale e la guerra non bastano e tenta di far cadere il Governo e magari di organizzare un colpo di Stato,  chiamando a raccolta da tutta Italia “i cittadini che vogliono Renzi a casa” e marciando su Roma. L’appuntamento è alle ore 15, a piazza del Popolo, che ospiterà la grande manifestazione già annunciata nelle settimane scorse.

E mentre, in queste ore, tutto il mondo, guardando alla Libia, si chiede: “Che fare?”, la Lega Nord con due grosse fette di polenta sugli occhi, non vede,  non sente e con le poche parole italiane che conosce urla: “Cacciamoli! Renziacasa!”.

“Alla luce degli ultimi tragici eventi di Parigi – dice Salvini – diventa sempre più urgente archiviare l’esperienza fallimentare del governo Renzi” e, sempre per aggravare la situazione, alleandosi con Fratelli d’Italia, la Lega propone un blocco navale davanti alla Libia. l’Italia, secondo la sua ricetta, dovrebbe impedire, con la forza, che i barconi prendano il mare, schierandosi in assetto di guerra davanti alle coste libiche, o addirittura, dopo un’invasione del paese nordafricano, occupare i porti oggi in mano ai trafficanti di uomini.

Salvini: “Ci portiamo a casa potenziali terroristi”. Meloni: “Occupiamo i porti”

Intanto hanno presentato un esposto contro Renzi e Alfano accusandoli di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

”Bisogna istituire un blocco navale davanti ai porti libici che impedisca l’esodo che qualcuno sta cercando di spingere nell’interesse dei terroristi, delle mafie e di qualche cooperativa che lei conosce bene”, ha detto in Aula alla Camera il deputato della Lega Nord Gianluca Pini, rivolgendosi al ministro degli esteri Paolo Gentiloni che aveva parlato della situazione in Libia.  “Scartata l’ipotesi diplomatica, anche per l’assenza di istituzioni libiche con cui interloquire, non rimane che la strada di una azione militare – ha aggiunto – che preveda non un’azione di terra ma un blocco navale”.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, vuole invece proprio sbarcare in Libia. “Si deve intervenire con un missione sulle coste della Libia, occupare i porti ed eventualmente affrontare a monte il problema dell’immigrazione. Aprire lì centri di accoglienza e valutare chi ha i requisiti per avere diritto d’asilo e chi no”.

Il ministro della Difesa, Pinotti: “In Afghanistan eravamo 5mila. Ma la Libia ci riguarda da vicino si dovrà fare di più”.

Ed è il sindacato di polizia Sap a tirare il freno sulle dichiarazioni della Pinotti, spiegando che i numeri ipotizzati porterebbero a una spesa non inferiore al mezzo miliardo di euro l’anno, quando non si riescono a trovare neppure 20 milioni per la sicurezza interna.

Qualcuno poco dopo ha fatto notare a Matteo Salvini che l’ipotesi di schierare navi militari italiane nelle acque territoriali di un altro Paese sembra poco credibile.

“Incredibile è quello che sta succedendo adesso – ha risposto il segretario del Carroccio – , noi ci stiamo portando in casa migliaia di potenziali terroristi e sicuramente migliaia di potenziali delinquenti”. Parlava dei profughi.

Incredibile è che, in stato di allerta, un gruppo di isterici si rechi con il proprio Carroccio sotto palazzo Chigi per mostrare al mondo un Paese diviso invece di un’Italia solida contro le minacce. Ma, in Padania, quando si tratta di pubblica amministrazione, funziona così: predomina sempre l’isterismo.

Noi mantenendo calma e lucidità affermiamo: ” l’Italia è forte e in condizione di reggere, ma non per questo deve avviare avventure belliche”.