IRAQ – L’Isis uccide anche Muath al Kasasbeh. Nelle loro mani resta l’ultimo ostaggio

Un uomo rinchiuso in una gabbia, un altro con in mano una torcia lo guarda in lontananza. Vi assicuro che nonostante il video sia stato girato da un professionista, il quale con occhio cinico ha ripreso da ogni angolatura la scena, calcolando anche altre variabili, quali luce e profondità, non state assistendo ad una parte del film “Saw”, ma all’esecuzione di un uomo, per la precisione di Muath al Kasasbeh, il pilota ostaggio dei miliziani dell’Isis. Il messaggio fuga ogni dubbio dall’animo di chi ha visionato il filmato, perché l’intento dei jihadisti è proprio quello di mostrare al mondo intero cosa sia il “terrore”. Ricordo d’aver visto in un articolo sul web la foto della moglie del pilota che fu scattata durante l’ultima manifestazione organizzata nel tentativo di convincere i miliziani a rilasciarlo, nei suoi occhi si leggeva il terrore di una donna che sapeva di non avere più la possibilità di riabbracciare suo marito. Quale sarà la loro prossima mossa, nessuno può saperlo, nelle loro mani rimane solo un ostaggio, ossia una cooperante americana rapita in Siria nell’agosto del 2013. Resta la delusione in chi ha creduto che il pilota potesse essere liberato in cambio della scarcerazione della jihadista Sajida al-Rishawi, detenuta nelle carceri giordane , per aver partecipato assieme a suo marito ad un attentato kamikaze nella capitale Amman, costato la vita a 60 persone. Non riuscì ad innescare l’ordigno contenuto nel giubbotto esplosivo che indossava e cercò di scappare, ma fu individuata e catturata dalla polizia. In seguito fu condannata a morte e i miliziani chiesero la sua scarcerazione in cambio della liberazione di Muath al Kasasbeh, ma in realtà si trattava solo di un becero inganno, perché l’esecuzione del pilota era avvenuta il 3 gennaio. Il Governo Giordano, che avrebbe dovuto essere esempio di civiltà, ha risposto all’esecuzione di Muath seguendo le regole della legge del taglione: il giorno dopo la terrorista è stata impiccata. Violenza che genera violenza, l’essere umano sembra essersi spogliato del suo essere “civile” involvendosi in bestia da combattimento. L’Isis non si fermerà, continuerà nella sua guerra continuando a diffondere video pregni di terrore nel web, ma se tutti evitassimo di guardare questi filmati, probabilmente li renderemmo più deboli.

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