L’isola della toponomastica: itinerari ”Donne e lavoro” in mostra a Forio d’Ischia

Una mostra  itinerante dal Torrione di Forio d’Ischia agli antichi portoni del centro storico. Tutti i giorni partiranno due tour mattutini, dalle 9.00 alle 11.00 e dalle 11.00 alle 13.00 con partenza dal bar “La Lucciola” curati da studenti del “IIS Mennella” che guideranno turisti e scuole dell’isola nelle varie tappe della mostra ”Donne e Lavoro” in esposizione gratuita, da martedì 6 a sabato 10 marzo 2018.

La mostra realizzata e curata da Toponomastica femminile comprende trenta pannelli provenienti da tutta Italia. Da due anni l’Associazione collabora con L’Istituto Mennella. Il Progetto Scuola VIVA e le attività di ricerca-azione sulla memoria delle donne ischitane si sono distinte sul territorio dell’isola per aver sollecitato una riflessione sulla presenza e l’impegno femminile isolano.

L’allestimento e il percorso di visita sono realizzati da allievi e allieve e racconta le vicende delle donne e mare, delle viaggiatrici, giornaliste, filosofe, archeologhe. Ischia è terra contadina, sede di turismo, crocevia internazionale e cosmopolita, isola antica ricca di storia e leggende; non mancheranno perciò ritratti di attrici registe scrittrici agricoltrici chef stellate, operatrici turistiche, letterate, studiose. La mostra si dipana sul percorso della memoria. Le occupazioni delle donne nel mercato del lavoro sono state spesso prolungamenti delle attività eseguite in famiglia. Oltre a svolgere il lavoro di cura, le donne sono state da sempre impegnate in attività tipicamente femminili: sarte, ricamatrici, balie, insegnanti, educatrici, contadine, lavandaie, stiratrici, corallare.

Dal dopoguerra a oggi la possibilità di studiare e prepararsi ad affrontare il mondo competitivo del lavoro ha aperto  nuove prospettive così da raggiungere ruoli professionali un tempo interdetti: poliziotte, magistrate, mediche, notaie, astronaute e astrofisiche, biologhe marine. La mostra documentaria testimonia la fatica e i successi delle lotte femminili per raggiungere la parità. Attraverso lo studio della toponomastica, le targhe stradali al femminile dedicate a queste protagoniste del mondo del lavoro ci fanno scoprire storie femminili dimenticate o non raccontate; ciò significa mantenere vivo il ricordo di grandi donne per le nuove generazioni.

I pannelli raccolgono un ricco repertorio di foto di targhe stradali, documenti, foto d’epoca, immagini attuali, rappresentazioni di opere d’arte. Ha aderito al progetto L’Associazione Culturale Radici, cui è affidato il Museo Civico “Giovanni Maltese”. L’opera del cronista dell’epoca “La Solfatrice”, simbolo della Vita isolana, simbolo della generatrice di Vita e portatrice di Lavoro e del Benessere sociale, sarà prima tappa dell’itinerario toponomastico femminile .

 




ITALIA – Donne al lavoro

Di Livia Capasso e Maria Pia Ercolini

Collegate dal filo conduttore delle pari opportunità, sono state esposti in questi giorni, alla Centrale Montemartini di Roma, 71 pannelli provenienti da tutta Italia con immagini storiche, foto attuali e targhe stradali di donne che da sempre hanno agito nell’ombra e in piena luce, davanti a una metà del mondo che non ha mai avuto occhi per notarle.

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Ne emergono mestieri antichi e nuovi, sconosciuti e diffusi, di nicchia e di massa. E così si scoprono le acquarole di Sicilia, venditrici di acqua da bere, contenuta in damigiane adagiate in ceste di vimini e trasportate da carretti di fortuna e le corallare di Torre del Greco, preferite agli uomini per la delicatezza delle loro mani che bucano e infilano rami di corallo per farne collane.

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E ancora: le femminote dello Scilla e Cariddi, pastore, contadine, pescatrici e contrabbandiere di sale, bravissime nel baratto e nel commercio; le portatrici d’ardesia, che scendevano dalle cave liguri poste in quota fino ai magazzini costieri di Lavagna per imbarcare le pesanti lastre caricate sulla testa; le sessolote triestine, che usavano una pala di legno non piatta (sessola), piegata a mo’ di gronda, per lanciare in aria le granaglie da mondare…

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E ancora, pittrici, musiciste, scrittrici che da sempre hanno mostrato grande talento senza acquisirne la meritata fama.

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ILDEGARD (Friburgo – foto di Filippo Altobelli)

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VITTORIA COLONNA (Napoli – foto di Maria Pia Ercolini)

I mestieri hanno sempre visto la presenza femminile – contadina, parrucchiera, sarta… – mentre le professioni sono state sempre appannaggio della componente maschile, tant’è che i nomi che le definiscono sono declinati al maschile.

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MONDINE (Carpi (MO) – foto di Andrea Aldini)

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SARTINE (Brindisi – foto di Marina Convertino)

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MERLETTAIE (Offida (AP) – foto di Barbara Belotti)

Ora che anche le donne hanno accesso ai ruoli professionali, è tempo di usare un linguaggio adeguato e conveniente e declinare al femminile le professioni assolte dalle donne: avvocata, sindaca, prefetta, magistrata…

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AVVOCATO (Francavilla Fontana (BR) – foto di Marina Convertino)

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MAGISTRATO (Diamante (CS) – foto di Livia Capasso)

L’assenza di tracce e riconoscimenti femminili sul territorio porta a riproporre stereotipi di genere largamente superati dalla reale dinamica sociale, che vede le donne protagoniste della vita scientifica, culturale e politica.

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RICERCATRICE

Attraverso inclusioni ed esclusioni dalla memoria collettiva, le targhe stradali sono in grado di far riemergere storie rimosse e contribuiscono ad aprire gli orizzonti a nuove generazioni alla ricerca di una propria identità.

Riportando a galla il vissuto e l’agito delle donne si combattono stereotipi e violenze e si consente alle giovani generazioni di ripensare liberamente alla propria collocazione nel mondo.

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RITA LEVI MONTALCINI (Morbegno (SO) – foto di Rosa Enini)