LIBIA – Morti 9 soldati. Cruenti combattimenti ad Abu Atni

Nove soldati dell’esercito libico hanno perso la vita ed altri 13 sono rimasti feriti in combattimenti contro jihadisti dell’l’Isis e miliziani della Shura dei rivoluzionari avvenuti a Bengasi negli ultimi due giorni. Lo riferiscono fonti della sicurezza. Particolarmente cruenti i combattimenti tra le forze d’elite e i miliziani a Abu Atni.




UCRAINA – Quarantotto ore di combattimenti prima della tregua di sabato prossimo

KIEV – Sul fronte di guerra tra esercito ucraino e miliziani filorussi, nel Dombass, si sta avverando la previsione di Vladimir Putin: “È evidente che da qui a sabato  i combattenti cercheranno di guadagnare posizioni”. Perché la tregua prevede una ritirata delle armi pesanti di 50 chilometri dal fronte. Ma se il fronte si sposta, cambia anche il peso della tregua.

Così ora si combatte più duramente che nei giorni scorsi. Decine le vittime nelle ultime 24 ore, da una parte e dall’altra. Sullo sfondo le consuete accuse reciproche.

Per il portavoce di Kiev, i separatisti hanno ucciso 8 militari ucraini e feriti altri 34. Per le autorità del Donbass invece sono i militari ad aver ucciso 4 civili, compreso un bimbo di nemmeno due anni e due ragazzine di 7 e 14 anni.

Ma Eduard Basurin, portavoce del ministero della Difesa dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, ha affermato che Kiev nei combattimenti ha perso 42 uomini. Non è chiaro se le vittime di cui parlano Kiev (8 morti) e il Donbass (42 morti) siano per episodi diversi o sia un diverso bilancio dello stesso scontro.

Le notizie di rinnovati colpi di artiglieria arrivano da diverse fonti mediatiche sul terreno: nella notte ci sono stati bombardamenti a Lugansk, riferisce la bbc, e stamattina lo stesso scenario si è riproposto a Donetsk, riportano i corrispondenti sia della tv inglese che di Ria Novosti. “Il nemico ha bombardato posizioni delle forze dell’operazione antiterroristica con la stessa intensità di prima”, ha riferito il portavoce militare di Kiev, Vladyslav Seleznyov, aggiungendo che i combattimenti sono stati particolarmente pesanti nella zona del nodo ferroviario di Debaltsevo, dove separatisti hanno usato razzi e artiglieria.

Ora Mosca dice che la Russia era pronta ad appoggiare un cessate il fuoco immediato, ma che non è stato ritenuto fattibile dai ribelli filorussi dare vita a una tregua duratura. La diplomazia comunque non si ferma, almeno a parole e nei contatti. Il Cremlino ha fatto sapere che i leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia che hanno negoziato il cessate il fuoco di Minsk sono in contatto.

E Putin ha dato incarico a degli esperti militari russi di analizzare la situazione nella zona di Debaltseve, lo strategico snodo ferroviario nel sud-est ucraino dove i ribelli sostengono di aver circondato migliaia di militari ucraini e ne chiedono la resa. Ma le autorità di Kiev negano la resa e non vogliono cedere quella fetta di territorio. La questione di Debaltseve è considerata critica per la messa in atto dei nuovi accordi di Minsk.




UCRANIA – Riesplode la violenza a Donetsk: sette morti e 23 feriti

La Nato “supporta le sanzioni economiche” della Ue alla Russia. “E’ importante che la Russia senta le conseguenze di violare il diritto internazionale” afferma il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, aggiungendo che “le sanzioni sono benvenute” perché “l’alternativa sarebbe tra non far nulla e usare i mezzi militari”. Ribadendo che “non ci può essere soluzione militare”, aggiunge che le sanzioni “sono il modo migliore per cercare una soluzione negoziata basata sull’accordo di Minsk”.

Il Consiglio straordinario dei ministri degli esteri Ue ha infatti deciso di prolungare fino a settembre le sanzioni contro la Russia. Inoltre la Ue si dice “pronta ad adottare ulteriori sanzioni” se la situazione sul campo si dovesse aggravare. Lo indicano il ministro degli esteri Paolo Gentiloni e l’alto rappresentante Federica Mogherini.

In risposta alla situazione politica e militare Mosca annuncia che “rafforzerà i gruppi delle proprie forze militari nelle aree strategiche”. Lo ha detto il ministro della difesa russo Serghiei Shoigu, citato da Interfax.

Il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue “è diventato ancora una volta ostaggio di una minoranza aggressiva per la quale la crisi ucraina è solo un pretesto per imporre misure russofobe e impedire una normale cooperazione Russia-Ue”, ha detto il ministro degli Esteri russo commentando la decisione del Consiglio straordinario dei ministri degli esteri Ue.

Questa mattina l’amministrazione di Donetsk, la città roccaforte dei separatisti filorussi, ha riferito che almeno sette civili sono stati uccisi e altri 23 feriti dai bombardamenti che si sono abbattuti sulla città nelle ultime 24 ore.

Dura la condanna di Berlino: la recente esplosione di violenza in Ucraina “non è accettabile”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, a margine di un incontro bilaterale con il collega bulgaro Daniel Mitov. Le parti devono tornare agli accordi di Minsk, hanno concordato i due ministri, chiedendo che si metta fine allo spargimento di sangue nell’est del Paese.