ITALIA – Ma Luca era b? Il flop dei Family pride di Forza Nuova e Christus Rex

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Cinque giorni per ‘guarire’ dalla ‘malattia’ dell’omosessualità, al prezzo di 185 euro Iva inclusa. Questo il pacchetto di ‘pronta guarigione’ offerto dalla casa spirituale di Sant’Obizio, Angolo Terme Valcamonica, di proprietà della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth. Il seminario in oggetto è intitolato ‘Guarigione e liberazione interiore’.

Una storia strana, stranissima, raccontata sulle pagine di Repubblica da Matteo Pucciarelli, che nel centro spirituale è riuscito a intrufolarsi con un nome falso, Matteo Sacchetti. Accolto con una promessa: cinque giorni di messe, canti e preghiere ma pure corsi e slide per guarire dal ‘problema’, dalla ‘malattia’. La malattia dell’essere gay.

Sono tre i ‘professori’, si fanno chiamare ‘leader’. Don Enrico, frate francescano; don Massimo, padre passionista. Ma soprattutto Luca Di Tolve, il “Luca era gay ma adesso sta con lei” della canzone di Povia, autore tra l’altro del libro ‘Ero gay ma a Medjugorje ho trovato me stesso”.

Una full immersion che per Pucciarelli altro non è che “un impasto di psicologia spicciola e fondamentalismo religioso”. Immancabili i continui i riferimenti a Satana e alle sue perverse tentazioni. Anche i titoli dei corsi non sono niente male: su tutti spiccano ‘Ripristinare la mascolinità’, oppure ‘I meccanismi della confusione sessuale’.

Tra i tanti ‘iscritti’ c’è chi è stato mandato, chi è convinto di doversi ‘redimere’. Qualcuno racconta pure una storia curiosa: “So di gente che si è innamorata, qui dentro. Di un altro uomo, ovviamente”. Perché l’amore vince sempre.

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«Invitiamo tutte le persone di buona volontà, che credono ancora in una visione cristiana e cattolica della vita e della società, a partecipare al “Verona Family Pride”, per testimoniare l’attaccamento ai nostri più importanti e irrinunciabili valori morali, civili e religiosi». È con queste parole che, il 6 giugno, una delle tante associazioni aderenti all’integralismo cattolico chiamava a raccolta i suoi in vita dell’evento organizzato da Forza Nuova e dal circolo integralista di estrema destra Christus Rex.
All’appuntamento si è presentata qualche decina di persone ma non c’è voluto molto prima che si inisziasse ad ostentare come a muoverli non ci fossero argomentazioni ma solo tanto odio ed ignoranza. Al grido di «Noi Romeo e Giulietta, voi Sodoma e Gomorra» gli omofobi si sono divertiti a scandire slogan contro gli omosessuali, definendoli invertiti e deviati.
Fra queste persone  anche il presidente del consiglio comunale Luca Zanotto (Lega Nord), l’eurodeputato della Lega Lorenzo Fontana e i consigliere regionali Stefano Valdegamberi e Daniele Polato, di Forza Italia ed esponente di Battiti. Politici che sono scesi in piazza per insultare parte della cittadinanza in un clima d’odio che pare poco compatibile con una funzione pubblica.

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«L’unico diritto per gay e lesbiche -ha dichiarato il leader di Forza Nuova all’Arena– sarebbe quello di poter usufruire per legge di uno psichiatra che li aiuti nei loro problemi mentali. Rivendicano la centralità della famiglia tradizionale, seriamente minacciata, a detta loro, da gay e lesbiche. Certe devianze ci sono sempre state e va bene così. Uno deve manifestare nel proprio letto. Se un uomo vuole andare con un altro uomo o con un animale, lo può fare, però non deve parlare di famiglia, di adozione dei figli. Finché ci saremo noi di Forza Nuova questo non potrà mai succedere».

Secondo i militanti di estrema destra, il fatto che i gay abbiano osato calpestare il suolo della loro città sarebbe un fatto inaccettabile: «Sono a Verona perché fa più notizia -dicono- perché questa è una città centrata sull’orgoglio delle famiglie normali». Ed è per questo che Matteo Castagna, portavoce di Christus Rex, è tornato ancora a sostenere la necessità di pregare la Madonna per chiederle scusa se alcuni suoi figli non sono dei neonazisti: «Di fronte allo scandalo pubblico della profanazione della città da parte dei sodomiti conclamati -ha dichiarato- è evidente che i cattolici fedeli alla tradizione faranno un rosario riparatore, per chiedere perdono a Dio per questa ostentazione pubblica del peccato contro natura».

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ITALIA – A Verona la più grande manifestazione LGBT nel ventennale della Mozione omofobica n. 336

Una marcia dell’orgoglio lesbico, gay, bisessuale, transessuale e transgender, queer, intersex e asessuale (LEGBTQIA) attraverserà il centro di Verona, il 6 giugno 2015.  Il Verona Pride è un’occasione di mobilitazione di tutte le forze sociali e civili che si riconoscono nei valori fondamentali dell’antifascismo, dell’antisessismo, dell’antirazzismo e dell’uguaglianza, contro ogni forma di autoritarismo, di fondamentalismo religioso e politico, di violenza, per rivendicare un cambiamento politico e culturale radicale. Perchè Verona si rivela continuamente un laboratorio delle discriminazioni, delle intolleranze e dei crimini d’odio.

Proprio nel 2015 cade il ventennale della Mozione  n. 336 approvata dal Consiglio comunale (1995), che definiva l’omossessualità “contro natura” e impegnava il Comune a difendere la cosiddetta “famiglia naturale”, promuovendo un’omofobia istituzionale e legittimando in maniera inaccettabile la discriminazione contro le persone omosessuali. Con questa Mozione, Verona, di fatto, si chiamò fuori dall’Europa, respingendo l’applicazione delle direttive del Parlamento Europeo in tema di diritti civili e di pari opportunità.

Inoltre, nel 2014, il Veneto ha confermato il triste primato della Giunta regionale più omofobica e transfobica d’Italia, dando continue dimostrazioni di pregiudizio e ignoranza di fronte alle tematiche LGBT.

L’Italia è uno dei pochi stati dell’Unione europea in cui non esiste una legge contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità  di genere, in cui le unioni tra persone dello stesso sesso non sono riconosciute e ancora non è possibile disporre liberamente del proprio genere. Per questo da mesi il Comitato del Verona Pride lavora alla promozione della marcia finale, che tra qualche giorno potrebbe diventare la più grande e partecipata manifestazione LGBT della storia del Nord Est.




ITALIA – Sentinelle silenziose scendono in piazza per dire no alla legge Scalfarotto

Centinaia di piazze Italiane sono divenute luoghi di protesta organizzata da gruppi di persone chiamate sentinelle silenziose, contrarie al disegno di legge Scalfarotto che prevede la modifica della legge numero 205 del 1993 nota come legge “Mancino”, la quale punisce ogni azione discriminatoria di natura etnica, razziale e religiosa, aggiungendo reati di matrice omofobica e trans fobica. L’Italia nonostante risulti essere divisa dal dibattito sulle unioni gay, pare sia uno dei pochi paesi civili che non ha un decreto legge che punisca i reati a sfondo omofobico, dunque come si può parlare di matrimoni e adozioni da parte di coppie gay, se mancano le basi essenziali che tutelino le persone omosessuali? In questi anni sono stati registrati parecchi suicidi, soprattutto da parte di adolescenti che venivano perseguitati dai loro coetanei a causa del loro orientamento sessuale.

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M. è un ragazzo di diciassette anni, con cui ho avuto l’onore e il piacere di stringere amicizia mesi fa durante una serata organizzata da una nota associazione LGBT barese. Parlai a lungo con questo ragazzo e gli chiesi cosa ne pensasse dei matrimoni gay, lui si mostrò turbato e mi confessò che ogni giorno aveva paura di recarsi a scuola, perché era vittima di atti di bullismo da parte dei suoi compagni di classe. “ Ogni giorno non so se tornerò sano e salvo a casa, dopo la fine dell’orario scolastico devo correre, sono nervoso, a volte penso che dovrei farla finita , ma amo troppo vivere, vorrei che lo stato italiano mi faccia sentire più protetto” dopo qualche secondo di esitazione prosegui:”vorrei che finalmente venga approvato un decreto legge che ci tuteli e che punisca in maniera esemplare chi nella sua ignoranza ci offende”.