La Scuola che muore uccide

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“Ho affidato il mio unico figlio, sano e in buona salute all’Istituzione scolastica. L’ho affidato per un’uscita con pernottamento. Mi verrà riconsegnato cadavere”.  A parlare è Antonia Comin, madre di Domenico Maurantonio, il ragazzo padovano, 19enne, morto in gita scolastica a Milano.  Doveva essere uno scherzo, ma è andato ben oltre.

E non c’è da stupirsi, nella scuola italiana accade spesso.

Il 30 marzo 2014, ma potrei riportare molti altri casi, uno studente del liceo “Ettore Majorana” di San Giovanni la Punta (Catania), Gabriele Russo di 15 anni, è morto dopo essere caduto in mare dal ponte della nave sulla quale era a bordo assieme ai suoi compagni di classe. Il giovane era in gita e stava partecipando allo stage letterario “Amare Leggere”.

“Al ritorno da una escursione i ragazzi erano sul ponte e a un tratto questo ragazzino, sicuramente non era lucido, si è voltato di scatto verso il bordo della nave, ha cominciato a correre e si è buttato in mare”. A dichiararlo all’Ansa  è il rappresentante dell’istituto, al quale il fratello di 14 anni, che era sulla nave ha raccontato l’episodio.

Questa volta, a Padova, si indaga sulla base di tre ipotesi di reato: lesioni colpose (per il guttalax somministrato a Domenico), morte come conseguenza di altro reato, omissione di soccorso.

Il gruppo di giovani che era con Domenico Maurantonio in quella maledetta serata aveva bevuto qualche bicchiere in più del solito e non solo birra.

“Domenico era il mio eroe, vogliamo la verità. Abbiamo tutti un dovere di verità e coscienza nei confronti di Domenico”. A lanciare l’appello il padre Bruno.

Dobbiamo ringraziare Domenico, perchè dà a tutti noi la possibilità di riflettere e discutere, di migliorare. La tragica vicenda che lo ha coinvolto conferma ulteriormente che la Scuola italiana non funziona.

Certo, siamo tutti coinvolti. Non solo chi nella Scuola lavora, ma soprattutto chi per la Scuola non fa niente, chi nella Scuola non crede e non investe.

Dove sono le famiglie? Dov’è la società civile che alla Scuola demanda ogni cosa? Come può il ministro dell’Istruzione, Giannini, affermare ancora una volta che la Scuola è delle famiglie se le famiglie sono assenti? Come possono genitori irresponsabili e studenti ineducati valutare e fare la Scuola?

Alcuni compagni del 19enne hanno confermato che quella notte è stato versato del “lassativo nella birra di Domenico”.  “Anche Domenico ha bevuto con noi. Per questo ci siamo addormentati profondamente, senza sentire rumori o accorgerci di niente”, ha detto uno dei ragazzi della 5E ascoltato con altri 13 studenti del liceo scientifico “Nievo” negli uffici della questura di Padova.

“La verità rende liberi, dice il Vangelo. E senza verità non c’è salvezza”, ha ricordato il parroco nell’omelia durante i funerali, rivolgendo parole severe ai ragazzi.

Tre allievi (compresi due compagni di stanza) si sono sottoposti volontariamente al test del Dna e delle impronte. Oggi potrebbero arrivare i primi parziali risultati dei test tossicologici. L’ufficialità non c’è ancora e il riserbo resta altissimo, ma gli inquirenti avrebbero iscritto il fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti. Al vaglio anche la posizione dei professori. Domenico era vivo fino alle 5 di domenica, come testimoniano i messaggi scambiati via Whatsapp con altri compagni di scuola.