ITALIA – Un Jingle per “Beacon Waves”. A sorprendere il Liceo di Roberta Pinelli

MODENA – Sarà il Liceo musicale Carlo Sigonio a comporre il jingle per Beacon Waves, un progetto coinvolgente in continua espansione. Il gruppo di improvvisazione guidato dal professor Ivan Valentini è già al lavoro e ha promesso di sorprendere. La collaborazione con il Liceo musicale  condurrà gli ascoltatori alla scoperta di nuovi itinerari storici nel territorio modenese. L’intervista, della 3A AFM dell’Ites Barozzi, alla preside Roberta Pinelli, storica e toponomasta.

D – Perché ha deciso di collaborare al progetto Beacon waves?

Perché credo che sia un progetto valido per avvicinare in modo consapevole gli studenti all’uso dei mass media.

D – Ha scelto una canzone da abbinare al progetto?

Il gruppo di improvvisazione del Liceo Musicale sta componendo il jingle per la radio.

D – Perché ha deciso di far parte dell’associazione Toponomastica femminile? Di cosa si occupa l’associazione Toponomastica?

L’associazione Toponomastica Femminile si occupa della condizione delle donne nel mondo di oggi, condizione che giudico ancora troppo discirminante. Questo è il motivo per cui ho aderito all’associazione.

D – Perché ha deciso di intraprendere la carriera di dirigente scolastica? Esercita altre professioni? Prima di fare la preside ha fatto qualche lavoro? Da quanti anni è preside? Preferirebbe insegnare ai ragazzi? Perché si, perché no?

20 anni fa ho deciso di tentare il concorso da Dirigente perché avevo in testa un’idea di scuola e volevo provare ad attuarla. Ho superato il concorso al primo tentativo e da allora sono Dirigente, prima in un Istituto Comprensivo in provincia di Reggio E., poi per 5 anni a Vignola in un Istituto Tecnico e infine, dal 2003, al liceo Sigonio. Ho iniziato la carriera come maestra e ho insegnato nella scuola primaria per 13 anni; sono poi passata alle superiori come docente di lettere (8 anni) e infine sono diventata Dirigente. L’insegnamento mi piaceva molto, soprattutto quello di Storia, ma non mi manca perché comunque il contatto con gli studenti per me non è mai venuto meno.

D – È difficile coordinare la scuola? Quali problemi riscontra nella direzione generale della scuola? Cosa pensa del sistema scolastico italiano? Come pensa che possa migliorare?

Dirigente una scuola è come dirigere qualunque altra organizzazione; è faticoso perché mancano i soldi, mancano le norme (oppure ci sono e sono poco chiare), non puoi scegliere i docenti né licenziare quelli che non funzionano, ci scontriamo continuamente con un sistema scolastico rigido e con una struttura organizzativa vecchia, che non è più adatta ai ragazzi di oggi.

D – Ha passioni particolari?

Mi piace moltissimo leggere: leggo in media 10 libri al mese ; compro molti libri ma frequento anche le biblioteche modenesi, che funzionano benissimo e sono abbastanza aggiornate.

D – Sappiamo che ha scritto dei libri, di cosa parlano?

Ho pubblicato quasi esclusivamente libri di ricerca storica, tranne uno, che si occupa dei nomi di persona

D – Suona qualche strumento?

Ho studiato Pianoforte per 4 anni (ai miei tempi per le maestre era obbligatorio) ma non ho mai imparato bene, per cui adesso non riesco più a suonare. In compenso ho sempre cantato come mezzo soprano e poi come contralto, nel coro della Cappella Musicale del Duomo di Modena, poi in una mia band e infine, fino al 2013, in un coro di canto popolare, diretto dalla maestra Bruna Montorsi.

D – Come è nata la sua passione per la musica? Che emozioni Le trasmette? Che generi musicali le piace di più ascoltare?

La mia passione per la musica non è nata in età precoce ma piuttosto tardi. Oggi la musica ha per me un’importanza vitale, non posso non ascoltare musica a qualunque ora del giorno e della notte. Non ho preferenze particolari, la musica mi piace tutta, da quella classica al pop. L’unico genere che non riesco tanto ad apprezzare è il jazz.

D – Musicisti o cantanti che secondo lei hanno rivoluzionato il mondo della musica.

Non sono un’esperta, ma direi che quelli che hanno cambiato di più la musica siano stati i Beatles, i Rolling Stones, David Bowie, Sting, gli U2, Bruce Springsteen. In Italia i cambiamenti più significativi sono stati apportati dai cantautori.

D – Ascolta la radio? Le piace? Quale stazione radiofonica ascolta di più?

Non ho tanto tempo per ascoltare la radio. Di solito la ascolto in auto, limitandomi ai giornali radio e a poco altro. Ascolto quasi esclusivamente Radio 3

D – Secondo lei, con le generazioni future, il trattamento delle donne varierà o rimarrà come oggi?

Posso e debbo sperare che le cose per le donne cambino in meglio, nel senso di una maggiore equità, ma dipende da come educheremo i maschi.




ITALIA – L’arte del parlare: Beacon Waves trova il logo con le studentesse del Venturi

MODENA – Al Liceo Artistico Venturi il compito di ideare il logo per il progetto “Beacon Waves” della docente Angela Alessandra Milella approvato il 5 ottobre. Alle studentesse è stata consegnata una specifica richiesta: il marchio deve contenere l’immagine della Ghirlandina stilizzata in giallo e in blu (i colori della città di Modena), in modo da sembrare un’antenna radiofonica, e il brand Beacon Waves.

Gli obbiettivi sono due: fare rete con Licei musicali, Conservatori, associazioni e fondazioni del settore radiofonico e cinematografico (o di altri settori afferenti alle aree tematiche da inserire nel palinsesto), con radio libere, gruppi radiofonici; partecipare al concorso nazionale “Sulle vie della parità” indetto dalle associazioni Toponomastica femminile e FRISM.

Gli studenti del Liceo Venturi sono stati seguiti nella realizzazione dei loghi, ora nelle mani della Giuria, dalla professoressa di Grafica, Antonella Battilani, a cui, i ragazzi della 3AAFM dell’Ites Barozzi, con curiosità, sono riusciti a porgere molte domande.

D – Perché ha aderito al progetto “Beacon waves”? Cosa ne pensa?

Il Venturi partecipa da molti anni a progetti rivolti al territorio e a progetti che coinvolgono più scuole. Penso che l’idea di realizzare una radio attivi negli studenti competenze diverse e qualificate da considerarsi all’interno di quelle ‘soft skills’ oggi sempre più richieste in vari ambiti.

D – Quante e quali classi ha coinvolto? All’interno di quale disciplina?

Ho coinvolto le classi 4E e 5E del Liceo Artistico, corso di Grafica, all’interno di Discipline Grafiche.

D – Chi ha partecipato e perché?

Ho proposto il lavoro agli studenti delle due classi con l’obiettivo di consolidare le loro competenze nell’ambito grafico-comunicativo, come la capacità di sintesi e la capacità di interpretare il tema in modo creativo e personale. Il brief che il Barozzi ci ha consegnato esprimeva richieste precise, come l’uso della Ghirlandina, dell’antenna radio e dei colori rappresentativi di Modena: questi vincoli erano da gestire in modo creativo per non scadere nello stereotipo. La sfida è stata lanciata a tutti gli studenti delle due classi, ma solo alcuni sono riusciti a consegnare per tempo.

D – Erano motivati? Quale interesse ha trovato in loro?

Come detto prima il brief ha un po’ irrigidito la creatività, in quanto la scelta degli elementi visivi è stata predeterminata dalla ‘committenza’, senza la possibilità di cercare altri simboli che potessero interpretare la radio e l’identità locale. La sfida era quindi quella di gestire la simbologia data, facendo particolare attenzione alla chiarezza, alla leggibilità e alla creatività. Chi è riuscito a ideare una proposta ha saputo bilanciare la rigidità della richiesta con una propria personale interpretazione e ricercando un buon impatto visivo. Gli studenti in genere partecipano volentieri a quei progetti che sono rivolti all’esterno della scuola e attraverso i quali possono lasciare un proprio ‘segno’.

D – Quali sono invece le Sue passioni? Di cosa si occupa? Svolge altri lavori oltre all’insegnamento?

All’insegnamento della Grafica ho sempre anche realizzato progetti grafici e illustrazioni, prevalentemente per istituzioni pubbliche; ho inoltre realizzato molti libri per bambini. Penso sia utile, nell’insegnamento di discipline sempre in ‘movimento’ come la Grafica, portare esperienze vere e provarsi sul campo. Uno dei libri a cui sono più affezionata è quello dedicato al terremoto, “Cosa c’è sotto?”, edito da Artestampa per il quale ho scritto anche i testi. L’ho realizzato in pochi giorni dopo il terremoto del 2012 con ha l’obiettivo di far affrontare ai bambini (ma anche agli adulti) la paura del terremoto. Purtroppo è sempre attuale!

D – Le piace ascoltare la radio? Cosa pensa di questo mezzo di comunicazione? Ritiene che ci siano possibilità di lavoro per i giovani in questo settore?

Da anni ascolto Radio3, un contenitore culturale molto interessante e stimolante. La radio mi piace molto, ti fa entrare in mondi diversi attraverso il suono, la voce e l’immaginazione. Credo che in questo assomigli un po’ ai libri: con strumenti diversi, ma affini, sia la lettura sia la radio ci aprono mondi infiniti. Spero proprio che ci siano possibilità di lavoro in questo settore, con il web c’è una grande espansione di nuovi mestieri, per menti aperte e giovani.

D – Quale messaggio vuole trasmettere ai giovani?

La domanda mi spaventa un po’. Il messaggio a scuola siamo noi stessi, quello che portiamo, quello per cui ci appassioniamo. Trasmettere la passione per il proprio mestiere forse è la cosa più importante.

D – Perché ha ritenuto una buona idea unire l’arte alla radio?

L’arte è comunicazione ed espressione, quindi in realtà l’arte e la radio sono campi già connessi.

D – Cosa si aspetta dalla nostra web radio? Quali temi le piacerebbe che approfondisse? Quale trasmissione gradirebbe ascoltare?

Mi aspetto di sentire voci fresche e ‘fuori dal coro’, ricche di capacità critiche e di indipendenza di pensiero, che di questi tempi ne abbiamo bisogno. Mi aspetto di sentir vibrare lo spirito dell’avventura della radio, che da sempre è stata vissuta come espressione di libertà e di innovazione.

Come detto, il mio modello di radio è Radio3, quindi posso augurare ai ragazzi di saper approfondire i temi a loro cari con la stessa profondità e competenza che è una caratteristica di Radio3.

D – Cosa pensa delle nuove tecnologie? Usa spesso Internet?

Uso Internet quotidianamente e vivo costantemente a contatto con le nuove tecnologie per necessità professionali e perché amo confrontarmi con il ‘nuovo’. Occorre però non diventarne schiavi, basta camminare per strada oggi e vedere tutti chini sul proprio smartphone, uno spettacolo no sempre edificante. C’è una bella serie tv, “Black Mirror” che porta a livelli estremi l’uso delle tecnologie e disegna un futuro distopico allarmante. Quindi, attenzione!

D – Com’è nata la Sua passione per l’arte? Cosa è per Lei l’arte? Perché è importante? Perché le piace?

Ho sempre disegnato, fin da bambina, perciò in qualche modo ho avuto il destino segnato. L’arte è inutile e noi abbiamo bisogno di cose inutili che diano senso alla nostra vita.

D – Qual è il movimento artistico che preferisce?

Una domanda impossibile! Tutti i movimenti artistici hanno senso se considerati all’interno della loro epoca. Preferisco allora parlarvi di un’arte che è stata a torto considerata ‘minore’, l’illustrazione. Oggi fortunatamente c’è uno sviluppo fortissimo anche nel nostro paese della graphic novel, una sorta di romanzo disegnato e credo che qui si trovino le cose migliori dal punto di vista della ricerca artistica, e di quel linguaggio che unisce i due grandi campi della parola e dell’immagine. Ci sono autori incredibili, come Manuele Fior, Stefano Ricci, il modenese Marino Neri. Personalmente credo che in questo campo, liminare tra illustrazione, fumetto e narrazione visuale, il più grande sia Gipi, che a mio avviso riesce sempre a creare storie necessarie ed emozionanti. È appena uscito il suo nuovo libro “La terra dei figli”, dopo il bellissimo “unastoria”. Ve lo consiglio!

D – L’arte ha oggi la stessa importanza che ha avuto nel passato? Come vede il futuro dell’arte?

L’arte ha sempre avuto importanza nella nostra società e avrà sempre più spazio perché come aveva giustamente previsto Marcel Duchamp, l’arte è dappertutto. Piuttosto è quello che viene definito il sistema dell’arte, che è un sistema culturale ed economico che accredita valore agli artisti in un gioco complesso che riguarda vari ruoli, (critici, curatori, gallerie e musei) che è un problema. A volte non è facile distinguere fra ciò che ha valore e ciò che è di moda o che ha quotazioni falsate come un titolo in Borsa. Il tempo forse ci dirà qualcosa di più su questo. Cosa rimarrà?

D – Cosa dovrebbe insegnare l’arte a scuola? Perché è importante per gli adolescenti?

L’arte dovrebbe insegnare a porci delle domande, a sviluppare il nostro senso estetico e il nostro pensiero critico, forse ci aiuta a vivere meglio. Credo che non occorra fare distinzioni generazionali, l’arte è importante per tutti.

D – Pensa che questo progetto avrà successo?

Penso che avrà successo perché è un’idea creativa che affonda le sue radici in un passato ‘glorioso’, come ho detto prima la radio è un’affermazione di libertà.

D – Cosa pensa della condizione dei giovani? Quale futuro immagina per i ragazzi d’oggi. Vede un futuro per loro e per le nuove generazioni?

La condizione dei giovani oggi è imbarazzante a dir poco. Se posso trasmettervi una sensazione è che siamo nel tempo in cui Saturno divora i prori figli, la sensazione non è bella ma la nostra società è in una fase di grande crisi e non lascia spazio ai giovani, lo fa solo a parole. Il futuro ci sarà in ogni caso, il futuro è adesso, posso dire ai ragazzi di svegliarsi dal torpore catatonico che sembra avvolgerli. Questo progetto mi sembra ancora più bello se consideriamo la forza comunicativa che la radio può avere ancora oggi. Potete esprimere le vostre idee, finalmente! Perciò, evviva la radio!