ITALIA – I No Triv assediano la Fiera del Lavante di Bari, per dire no al governo Renzi

Dal Coordinamento No Triv – Terra di Bari riceviamo il comunicato di adesione alla manifestazione #AssediamoRenzi di seguito riportato:

“Il Coordinamento No Triv – Terra di Bari aderisce alla manifestazione #AssediamoRenzi che si terrà sabato 12 settembre alla Fiera del Levante.

Lo fa perché condivide appieno tutte le istanze presentate nell’appello lanciato dall’assemblea delle realtà che lo hanno sottoscritto.

Ci sembra importante, in un momento così complesso del nostro Paese e della regione Puglia, ribadire la contrarietà agli assi portanti delle politiche di questo governo che, per molti punti di vista, portano a compimento quello smantellamento del welfare sociale intrapreso negli ultimi trent’anni.

Scendere in piazza per portare le istanze dei territori e legarle a questioni ampie come la “Buona Scuola”, il “Jobs Act”, lo “Sblocca Italia” e le politiche sull’immigrazione, è necessario per rimarcare la natura “eversiva” di queste leggi e di queste politiche.

Dobbiamo ripartire da una profonda critica delle politiche attuali a livello nazionale, europeo e mondiale, rimettendo al centro tutte quelle esperienze di mutualismo economico e sociale che possano permettere di uscire da una visione per cui ogni soggetto diventa merce di consumo.

La manifestazione #AssediamoRenzi deve essere il primo passo per ribadire l’autonomia dei territori rispetto alle scelte di sviluppo e energetiche, la nostra contrarietà alle imposizioni dall’alto.

Per questo leghiamo fortemente la nostra adesione alla mobilitazione interregionale che ci sarà venerdì 18 settembre, sempre alla Fiera del Levante, nell’ambito della conferenza delle regioni del Sud sul tema delle trivellazioni.

Le realtà NOTRIV saranno lì per manifestare il loro dissenso e chiedere ai governatori d’intervenire immediatamente per bloccare le concessioni date dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e tutti i progetti connessi all’estrazione di petrolio e gas naturale.

Invitiamo, pertanto, tutti a partecipare ad entrambe le manifestazioni che devono essere un punto di partenza per una mobilitazione costante e coordinata sui grandi temi contemporanei: il lavoro, l’istruzione, l’immigrazione, i beni comuni e la tutela ambientale.

#AssediamoRenzi
Sabato 12 Settembre 2015
Concentramento Via Napoli, angolo Via Maratona ore 12, presso Fiera del Levante, Bari”




ITALIA – “Precarious”. Dell’ultimo titolo di Wip Edizioni parlano anche i sindacati

A cura di Giusy Michielli

L’associazione “Pietra su Pietra” presenterà il libro “Precarious: quello che della Scuola non si dice” di Angela Alessandra Milella. L’evento si terrà il 4 settembre, alle ore 18.30, in via Amendola, 5 – BARI. Nel dibattito, moderato da Adele Dentice (insegnante e scrittrice), interverranno: Angela Alessandra Milella (autrice),  Stefano Ruocco (editore), Paolo Battista (attore).

“Precarious. Quello che della Scuola non si dice” è il secondo titolo della collana I Bibliotecabili della casa editrice WIP Edizioni di Bari. Un libro in più capitoli e riccamente illustrato, che fa discutere. Su cui, in vista della presentazione, anche  Uil com Bari – Puglia e  Fiom Puglia hanno rilasciato commenti.

UILCOM – L’Italia E’ una repubblica democratica fondata sul lavoro. Nel 1948 si scriveva E’ nel 2015 si legge con amarezza ERA.

La crisi socio-economica dell’ultimo periodo unitamente alla richiesta sempre più pressante di una flessibilità del lavoro (avviata con il pacchetto Treu e perfezionata con il governo Berlusconi) si è tradotta in ‘Precarious’, che ha raggiunto la sua massima precarizzazione con il job’s act.

Il Lavoratore ovvero il potenziale tale oggi vive ne l’ansia dell’attesa, una attesa riferita non solo alla ricerca del Lavoro (evanescente speranza) ma anche al suo mantenimento oltre che alla qualità dello stesso.

Perché cara Angela tu scrivi ‘…io cerco solo di non affondare…’ io invece auguro un futuro in cui quando verrà data la possibilità di scegliere tra affondare e galleggiare si possa decidere di volare.

Antonia Di Tommaso (segretaria regionale Uil com Bari-Puglia)

FIOM – Se è difficile far capire il termine “precario” a uno straniero, chi si ritrova a vivere in quello che assomiglia a un vero e proprio girone infernale trova altrettante difficoltà a raccontare le esperienze kafkiane che l’atipicità del lavoro, tipicamente italiana, riserva ai propri malcapitati, tradendone le speranze e negando loro il futuro.

In un mondo del lavoro in cui si è passati da “lavorare per vivere” a “lavorare per sopravvivere” e ci si rassegna all’idea che la differenza tra le due definizioni sia sostanzialmente nulla, si fa altrettanta fatica ad accettare che sulla condizione precaria poggi l’ossatura dell’istruzione scolastica. Quella che in un sedicente Paese civile dovrebbe rappresentare il polo dell’eccellenza pubblica, la connessione tra società ed educazione, progresso e formazione, universalità e inserimento, è in realtà la pietra dello scandalo dei governi avvicendatisi negli ultimi vent’anni.

Tagli lineari, “merito” e “competenza” proclamati solo per prosopopea e mai praticati, risorse stanziate pari a zero: questo è il risultato dei provvedimenti che hanno interessato la scuola italiana, diventata nel frattempo una declinazione di acronimi (Ssis, Tfa, Gae) e definizioni altisonanti (Invalsi, concorsone, Buona Scuola) che hanno ottenuto il solo scopo di ricevere le contestazioni degli addetti ai lavori.

Certo, alle responsabilità degli esecutivi di ogni colore che ne hanno provocato la decadenza, si aggiunge anche quella di un sistema che tende ad autoconservarsi, quasi in maniera corporativa, e a non andare di pari passo con il grado di innovazione necessario per l’auspicato miglioramento.

Il lento e continuo degrado della scuola si abbatte su docenti e studenti per poi propagarsi all’esterno nelle pratiche quotidiane, nella consapevolezza civica e nelle relazioni sociali.

A spezzare definitivamente le aspirazioni di rilancio, la riforma targata Renzi-Giannini che trasforma la scuola in senso aziendale, attraverso la creazione di consorterie di docenti alla sequela del preside-manager (che viene elevato a scolastico) e aumenti salariali che assumono l’aspetto di premi-fedeltà al dirigente invece di riconoscimenti dovuti.

A farne le spese, sempre e comunque loro: gli insegnanti precari. Assunzioni a rischio, nonostante la recente sentenza della Corte di Giustizia europea che chiede la stabilizzazione per quasi 300 mila soggetti interessati. Allargando il raggio a chi langue nel limbo delle graduatorie, la guerra tra poveri è servita.

non vuole essere un plastico esercizio di operazione-verità. La testimonianza offerta dall’autrice Angela Milella esprime la rabbia e l’indignazione di una categoria di lavoratori “invisibili” le cui storie quotidiane, in un Paese assuefatto a nefandezze e ingiustizie, non conosciamo o lasciano indifferenti. Alcune iniziano alle 3 del mattino per una supplenza a quasi 150 chilometri, altre ancora sono fatte di compensi non riconosciuti e spese non restituite. Tutte contengono un senso di frustrazione e di incompiutezza.

Di Nicola Rotondi (Fiom Puglia)




ITALIA – Crisi economica: aziende tra licenziamenti e illegalità, non si contano i disoccupati

Ferragosto nero per il lavoro in Irpinia. Mondial Montemiletto chiude: 77 operai licenziati. Si è svolto l’incontro tra i rappresentanti sindacali e l’amministratore unico della Mondial Group s.r.l, Franco Monico, riunione convocata per comunicare l’avvio, a partire dal prossimo 15 agosto, delle procedure di mobilità per i 77 dipendenti dello stabilimento irpino che aprono la strada al licenziamento in tronco per gli operai. “Ci eravamo incontrati solo 15 giorni fa con i delegati dell’azienda in una riunione svolta in videoconferenza con la sede di Confindustria Avellino. In quella occasione si era concordato che, a partire da quella stessa data, sarebbero stata predisposta una procedura mista di cassa integrazione straordinaria e mobilità volontaria in attesa di trovare una soluzione definitiva per mantenere in vita lo stabilimento”. A parlare è Sergio Scarpa, segretario generale della FIOM-CGIL Avellino, che non manca di esprimere tutto il proprio dissenso per il cambio di linea improvviso da parte dei vertici del gruppo.

“Monico è stato perentorio e ha palesemente affermato di non avere alcun interesse per le sorti della sede di Montemiletto. La sola alternativa – ha proseguito Scarpa – da lui delineata è stata quella di un eventuale fitto dell’impianto ad altri imprenditori ma per quanto riguarda la Mondial, l’attività cesserà a partire dal prossimo ferragosto, giorno più, giorno meno”. La Mondial di Montemiletto, era in crisi da tempo. “Siamo partiti con due anni di ristrutturazione, con la concentrazione della produzione su di un unico piano, al fine di riorganizzare ed efficientare l’attività dello stabilimento. Due anni nel corso dei quali, questo è vero, i livello produttivi si erano significativamente ridotti. In questo periodo, però, la posizione dei lavoratori era stata garantita attraverso la cassa integrazione straordinaria cui è seguita quella ordinaria che terminerà il prossimo 14 agosto”. Data a partire dalla quale si sarebbe dovuto seguire lo schema definito durante l’incontro di due settimane fa, totalmente sconfessato da Monico che “non ha tenuto assolutamente conto dell’impatto sociale di una simile decisione. Stiamo parlando – ha ricordato il Segretario – di altre 77 operai che vanno ad ingrossare le fila della disoccupazione in questa provincia che conta già 81.000 persone senza lavoro. Molti di loro hanno intorno ai 50 anni ma vi sono anche giovani tra i 25 e i 35 anni, circa una 40in, che stanno vedendo sfumare le loro prospettive di futuro”.

Non risparmia critiche alla politica, sia nazionale che locale, Sergio Scarpa. “La vicenda di Montemiletto – ha affermato – sconfessa quanti sostengono, a partire dal Governo nazionale, che la crisi stia terminando: così non è, almeno non per l’Irpinia. Per di più, a causa delle riforme del mercato del lavoro di questi ultimi anni, a partire dalla Fornero per arrivare al Job’s Act, questi lavoratori vedono drasticamente ridotte le tutele loro garantite. La mobilità, infatti, è già passata da 4 a 3 anni e dal 31 dicembre di quest’anno dovrebbe ulteriormente essere calata a 2. Per cui, dalla fine del 2015, bisognerà anche capire quali saranno le prospettive”. A questo si aggiungerebbe il totale disinteresse da parte della politica locale visto che “Monico avrebbe incontrato l’Amministrazione di Montemiletto, nella persone del suo Sindaco, del Vice e i suoi assessori, per comunicare la propria decisione che nessuno avrebbe contestato. Per questo – ha concluso il Segretario – intendiamo chiedere un incontro proprio con il primo cittadino per chiedergli conto di questa circostanza e capire perché abbia deciso di tacere dinanzi ad una notizia tanto allarmante che va ad intaccare ulteriormente i livelli occupazionali e i diritti dei lavoratori di una provincia già estremamente provata sotto questo punto di vista”.

BARI – Tensione allo stabilimento Bridgestone della zona industriale di Bari, durante la prima delle tre assemblee sindacali indette per la giornata di oggi solo il provvidenziale intervento di alcuni presenti ha evitato che un lavoratore arrivasse alle mani proprio con uno dei rappresentanti sindacali.

A far scatenare l’ira del dipendente un modulo che i sindacati avrebbero distribuito nel corso dell’assemblea firmando il quale i dipendenti avrebbero consentito all’azienda di tagliare ulteriormente la busta paga mensile, negli ultimi dodici mesi già alleggerita di centinaia di euro, per una cifra vicina agli 80 euro. Via il cottimo dei bonus giornalieri, via gli scatti d’anzianità e indennità notturna pagata dal 50% al 10%. Stessi temi che verranno affrontati nelle altre due riunioni di giornata, una per turno di lavoro, fissate dalle 20.30 alle 22.00 e dalle 22.00 alle 23. Facile immaginare, dunque, come l’atmosfera assai poco rilassata possa aleggiare sullo stabilimento fino a tarda sera.

La vicenda Bridgestone inizia nel 2013, quando dalla sede centrale decidono di chiudere lo stabilimento di Bari, mandando a casa 950 persone. Dopo gli scioperi, le mobilitazioni e gli interventi da parte delle istituzioni, l’azienda decide di presentare un piano di reindustrializzazione. Ad oggi però, nonostante tutto circa 200 dipendenti rischiano comunque di essere mandati a casa.

 SETTORE DEL MOBILE – I Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Bari, a conclusione di una articolata attività ispettiva nei confronti di alcune imprese operanti nell’area murgiana nel settore del mobile imbottito, hanno scoperto un insidioso
sistema evasivo. In particolare, dai riscontri documentali e dalle dichiarazioni rese in atti dai numerosi lavoratori, è emersa una società “terzista” che assemblava il prodotto finito per il committente, omettendo di fatturare la maggior parte di tale lavorazione ed impiegando manodopera irregolare o in nero, in spregio alla normativa in materia di lavoro e di previdenza. Infatti, ben 73 dipendenti sono risultati “in nero”. Inoltre sono state rilevate retribuzioni irregolari caratterizzate dal sistema dei compensi c.d. “fuori busta”. L’attività ispettiva, oltre alle numerose violazioni in materia di lavoro, ha permesso di contestare l’omesso versamento delle ritenute sugli stipendi irregolarmente corrisposti ai lavoratori per oltre 15.000 Euro, nonché l’evasione all’ IVA e alle imposte dirette per oltre 80.000 Euro di imponibile e 18.000 Euro di Iva.

MELFI –  Fiom: “la FCA licenzia prima di assumere”.  “In queste ore molti lavoratori in contratto di somministrazione presso la Fca di Melfi stanno contattando la Fiom e il Nidil per denunciare la mancata stabilizzazione ancor prima della scadenza di luglio del loro contratto. Da informazioni in corso di verifica, sarebbero quasi un centinaio i giovani a cui è stata comunicata questa decisione”. Lo dichiarano Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Fca, e Massimo Brancato, della Fiom-Cgil Basilicata. “Eppure, il 28 maggio scorso, in occasione della visita di Renzi a Melfi, il dottor Marchionne annunciò la stabilizzazione di tutti i lavoratori assunti con contratto di somministrazione entro agosto. Per la Fiom si tratta di una vicenda che non può rimanere sotto silenzio. L’azienda, a cui la Fiom si accinge a chiedere un incontro urgente, motivi le ragioni delle sue scelte e dica quali sono i termini del percorso di stabilizzazione dei lavoratori interinali, ai quali la Fiom non farà mancare il sostegno per la tutela dei loro diritti”.

IKEA –  Nuova ondata di scioperi anche in Campania

Nuovo pacchetto di sciopero di 24 ore da gestire a livello locale, con iniziative che verranno decise di volta in volta per i lavoratori di Ikea. Lo rende noto la Filcams-Cgil secondo cui “durante il nuovo incontro di trattativa, le parti hanno formalizzato la sospensione della trattativa, registrando da ambo le parti il permanere di distanze ancora ingestibili”.

“Inevitabile – spiega il sindacato – la proclamazione di un nuovo pacchetto di ore di sciopero. Nel frattempo le assemblee dei lavoratori discuteranno sul merito delle proposte”.

“L’azienda ha anche annunciato che a settembre saranno effettivi gli effetti della disdetta unilaterale del contratto integrativo, avvenuta in maggio. Le organizzazioni sindacali sottolineano di non volersi sottrarre al confronto di merito, rigettano le accuse di indisponibilità alla trattativa che l’azienda ha formalizzato al tavolo e lavoreranno per proposte alternative che consentano l’individuazione di strade condivise. I lavoratori, dal canto loro, “hanno già manifestato con le iniziative diffuse sul territorio la loro forte contrarietà a ipotesi di taglio lineare delle retribuzioni: per loro sarà un’estate di mobilitazione, a difesa del loro contratto”.

La situazione è senz’altro complessa e probabilmente inedita, ma ormai la vertenza IKEA ha assunto un carattere del tutto originale.

Oggi, durante il nuovo incontro di trattativa, le Parti hanno formalizzato la sospensione della trattativa, registrando da ambo le parti il permanere di distanze ancora ingestibili.

Inevitabile la proclamazione di un nuovo pacchetto di ore di sciopero, ben 24, da gestire a livello locale, con iniziative che verranno decise di volta in volta. Nel frattempo le assemblee dei lavoratori discuteranno sul merito delle proposte.

L’azienda ha anche annunciato che a settembre saranno effettivi gli effetti della disdetta unilaterale del Contratto Integrativo, avvenuta in maggio.

Le Organizzazioni sindacali sottolineano di non volersi sottrarre al confronto di merito, rigettano le accuse di indisponibilità alla trattativa che l’azienda ha formalizzato al tavolo e lavoreranno per proposte alternative che consentano l’individuazione di strade condivise.

I lavoratori, dal canto loro, hanno già manifestato con le iniziative diffuse sul territorio la loro forte contrarietà a ipotesi di taglio lineare delle retribuzioni: per loro sarà un’estate di mobilitazione, a difesa del loro contratto.