ITALIA – Il marò, Salvatore Latorre, a Taranto per motivi di salute

Il presidente della Repubblica ha  parlato della questione dei Marò: «Nel momento in cui celebriamo la Festa della Liberazione, il mio pensiero va anche ai due fanti di Marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, che da oltre tre anni attendono giustizia. A loro è rivolto il mio incoraggiamento con l’associazione che l’impegno dell’Italia nei loro confronti non si è attenuato».

Massimiliano Latorre in questi giorni ha fatto visita ai commilitoni della fregata Aliseo nel porto di Taranto. Il fuciliere di marina al centro dell’annosa querelle giudiziaria che oppone Italia e India da diversi anni insieme al collega Salvatore Girone, s’è presentato in mattinata alla base navale tarantina dove ha incontrato amici e un suo congiunto imbarcati sulla nave che ha appena terminato un’importante operazione militare del Gruppo Navale Onu congiunta a mezzi statunitensi, canadesi, turchi, spagnoli e tedeschi.

Si è trattato di un incontro strettamente privato.

Latorre si trova in Italia per poter continuare il percorso di convalescenza dopo l’ictus che lo ha colpito qualche mese fa. Solo nei giorni scorsi la magistratura indiana, in una riunione lampo, aveva “allungato” il permesso per motivi di salute accordato al marò accusato di omicidio, insieme a Girone, per i fatti accaduti nel golfo del Kerala.

Massimiliano Latorre è stato autorizzato a rimanere in Italia fino al 15 luglio. I giudici hanno concesso altri 3 mesi di convalescenza al Marò operato al cuore il 5 gennaio scorso dopo l’ictus che lo ha colpito in India. La decisione è stata presa al termine di un dibattito di una ventina di minuti che ha riesaminato brevemente l’iter giudiziario in cui sono coinvolti Latorre e Salvatore Girone, che si trova ancora in India. «Sicuramente questa proroga consente a Massimiliano di proseguire le cure in un ambiente più salubre quale può essere quello domestico. Questo almeno dal punto di vista fisico. Da quello psicologico sicuramente è un sollievo temporaneo», ha detto all’Ansa la compagna del fuciliere tarantino, Paola Moschetti. Latorre è stato ricoverato in ospedale negli ultimi giorni per un «forte mal di testa». L’ingiustizia – ha spiegato la donna- «c’è a prescindere. A maggior ragione vista la loro innocenza. Non era Massimiliano che deve tornare a New Delhi ma Salvatore che deve rientrare in Italia. Speriamo accada presto».




Kerala – I lati oscuri della giustizia indiana. Quale sarà il destino dei Marò?

Una vicenda caratterizzata da molti lati oscuri, una giustizia lenta, un decreto legge tra i più sbagliati, mai redatti da un Ministero e infine la compostezza di due uomini che attendono con austerità di scoprire quale sarà l’epilogo di questa vergognosa vicenda. I fatti risalgono al 16 febbraio 2012, due fucilieri appartenenti al corpo della marina militare del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie, al largo delle coste del Kerala, quando avvistarono un vecchio peschereccio e credendo che si trattasse in realtà di una attacco pirata, aprirono il fuoco uccidendo due pescatori indiani Valentine Jelestine e Ajesh Binki. Fatalità che diede inizio ad una lunga vicenda giudiziaria, caratterizzata da un agire della giustizia indiana deprecabile, che portò la magistratura a riformulare più volte i capi d’accusa nei confronti dei due Marò, tra i quali figurava anche quella scellerata di terrorismo. Ma cosa ci facevano i due marò a bordo di una petroliera? Semplice, il decreto legge del 12 luglio del 2011 recante la firma dell’ex ministro della Giustizia Ignazio La Russa autorizzava i militari italiani ad imbarcarsi su navi civili, ed i due marò erano stati addestrati a far fronte ad attacchi pirata. Da due anni i due fucilieri attendono che la giustizia indiana si esprima attraverso una sentenza, su questa vicenda, il loro contegno ha portato molti italiani a chiamarli eroi o martiri, ma in tutto ciò si dimentica che le vere vittime sono quei due pescatori e le loro famiglie.