ITALIA – Sentinelle silenziose scendono in piazza per dire no alla legge Scalfarotto

Centinaia di piazze Italiane sono divenute luoghi di protesta organizzata da gruppi di persone chiamate sentinelle silenziose, contrarie al disegno di legge Scalfarotto che prevede la modifica della legge numero 205 del 1993 nota come legge “Mancino”, la quale punisce ogni azione discriminatoria di natura etnica, razziale e religiosa, aggiungendo reati di matrice omofobica e trans fobica. L’Italia nonostante risulti essere divisa dal dibattito sulle unioni gay, pare sia uno dei pochi paesi civili che non ha un decreto legge che punisca i reati a sfondo omofobico, dunque come si può parlare di matrimoni e adozioni da parte di coppie gay, se mancano le basi essenziali che tutelino le persone omosessuali? In questi anni sono stati registrati parecchi suicidi, soprattutto da parte di adolescenti che venivano perseguitati dai loro coetanei a causa del loro orientamento sessuale.

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M. è un ragazzo di diciassette anni, con cui ho avuto l’onore e il piacere di stringere amicizia mesi fa durante una serata organizzata da una nota associazione LGBT barese. Parlai a lungo con questo ragazzo e gli chiesi cosa ne pensasse dei matrimoni gay, lui si mostrò turbato e mi confessò che ogni giorno aveva paura di recarsi a scuola, perché era vittima di atti di bullismo da parte dei suoi compagni di classe. “ Ogni giorno non so se tornerò sano e salvo a casa, dopo la fine dell’orario scolastico devo correre, sono nervoso, a volte penso che dovrei farla finita , ma amo troppo vivere, vorrei che lo stato italiano mi faccia sentire più protetto” dopo qualche secondo di esitazione prosegui:”vorrei che finalmente venga approvato un decreto legge che ci tuteli e che punisca in maniera esemplare chi nella sua ignoranza ci offende”.




UCRAINA – Il Parlamento con 303 voti favorevoli rinuncia allo status di “paese non allineato” e si avvicina alla NATO

L’Ucraina di Poroshenko si allontana da Mosca e aumenta le speculazioni circa un suo ipotetico ingresso nella Nato. Il Parlamento ucraino ha approvato  una legge promossa dal presidente con la quale rinuncia allo status di “paese non allineato” (ne fanno parte 120 nazioni nel mondo, tra cui Iran, Iraq, Cuba e Cina). Il documento approvato dall’assemblea è passato facilmente, con 303 voti favorevoli, 77 in più del minimo richiesto. Formalmente, si tratta del primo passo per richiedere formalmente l’ingresso nel Trattato atlantico, dopo le dichiarazioni rilasciate dal governo lo scorso agosto in cui si auspicava un ingresso nella Nato in funzione anti russa.

La decisione del parlamento è destinata ad alimentare ulteriormente la tensione con la Russia e il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, l’ha definita una scelta “controproducente” che non farà che “aggravare la situazione”. Il Cremlino è sempre più preoccupato da quello che considera un atto ostile dopo la firma del “patto di associazione con l’Unione europea, anticamera della piena adesione all’Ue che ha di fatto innescato la crisi tra Mosca e Kiev.

La Nato ha accolto con prudenza la decisione dell’Ucraina di rinunciare al suo status di paese non allineato: “Le nostre porte sono aperte e l’Ucraina diventerà membro della Nato se lo richiederà e se dimostrerà di essere in grado di rispettare gli standard e i principi necessari per aderire”, ha riferito un portavoce di Bruxelles, ricordando che il processo potrebbe comunque richiedere anni.