LIBIA – Quaranta muoiono in mare mentre in Italia sfrattano i profughi

Mentre  alcune decine di migranti – una quarantina secondo le testimonianze dei superstiti – affrontavano il  mare e sarebbero annegate in seguito al naufragio di un gommone avvenuto davanti alle coste libiche (lo hanno riferito alcuni dei sopravvissuti sbarcati ad Augusta dalla nave militare tedesca Holstein che ha soccorso complessivamente 283 profughi), i vertici di Forza Nuova  hanno trovato una nuova missione: allontanare i circa 200 profughi ospitati in una tenuta di Costagrande di Avesa (Verona). A chiamare i militanti della destra estrema, scrive il Corriere del Veneto, sono stati i residenti di Avesa: “Ho visto cosa hanno fatto a Treviso e mi è sembrata una cosa valida. Così li ho chiamati e loro mi hanno detto che verranno lunedì sera”, dice uno degli abitanti della zona contrario alla presenza dei richiedenti asilo nella periferia veronese.

In piazza anche i militanti di Christus Rex, gruppuscolo veronese di ispirazione ultracattolica e tradizionalista. Alle 19, ma nella piazza di Avesa, protesterà la Lega Nord per lo spostamento dei richiedenti asilo.

Ma dal canto loro gli stessi profughi vorrebbero essere portati altrove: nella mattinata di lunedì hanno inscenato una protesta contro le condizioni delle tende dove dormono, invase secondo i racconti dagli scorpioni e dai serpenti. “Non vogliamo vivere in uno zoo”, hanno ripetuto prima di cedere e tornare alla tenuta di Costagrande.

Anche l’arrivo di 101 profughi a Quinto di Treviso aveva scatenato la furia dei residenti che nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi si sono introdotti negli appartamenti destinati ai richiedenti asilo, hanno portato in strada i mobili e infine hanno dato fuoco alle masserizie in segno di protesta.

Secondo la Tribuna di Treviso, ci sarebbe stata anche una rissa tra alcuni abitanti della zona e due operatori della cooperativa incaricata di gestire i profughi. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha commentato: “La gente ha fatto bene. Questa è una situazione intollerabile. Ora dichiaro guerra al Prefetto”. Pronta la replica del prefetto Maria Augusta Marrosu: “I residenti che hanno fatto danneggiamenti verranno denunciati. Chi si è comportato male sono gli italiani, non gli stranieri”.

Ad accendere gli animi è stato il fatto che ai migranti sono stati consegnati in via temporanea 30 appartamenti in varie palazzine di Quinto dove già vivono dieci famiglie italiane. Gli alloggi, scrivono i quotidiani locali, erano già pronti e arredati, provvisti anche di televisori, vestiti, ciabatte infradito e sigarette. Scrive il Corriere del Veneto:

Nella notte un gruppo di cittadini ha aperto un alloggio destinato ai richiedenti asilo portando fuori letti e televisori e dandogli fuoco. I residenti sono furiosi: «Hanno trasformato le nostre case, che abbiamo pagato col mutuo, in un campo profughi. Devono andarsene di qui».
In molti sono preoccupati per la sicurezza del quartiere. «Come può essere garantita? Ci sono famiglie, con bambini e ragazze, chi controllerà che non succeda niente? Siamo noi gli ospiti da oggi, visto che 30 appartamenti su 40 verranno dati ai profughi». In mattinata è stato necessario anche l’intervento di un’ambulanza, per soccorrere una donna colpita da un malore. Sono volate urla all’indirizzo dei profughi che si trovavano in alcune terrazze dello stabile.
Nel mattino Luca Zaia si è recato a visitare il luogo dell’assalto e ha usato parole durissime contro la Prefettura di Treviso, lodando la resistenza dei cittadini contro l’arrivo degli stranieri: “Se ne devono andare”. Matteo Salvini ha annunciato che visiterà il quartiere di Quinto sabato.

La situazione non si è ancora calmata. I migranti si trovano attualmente all’interno del complesso residenziale ex Guaraldo. I residenti hanno annunciato che le iniziative di protesta continueranno ad oltranza fino a che i profughi non saranno allontanati.

La tensione sale di minuto in minuto. Anche i militanti di Forza Nuova hanno allestito un presidio permanente accanto alle tende dei residenti. Polizia e carabinieri sorvegliano l’area e i residenti si ostinano a non voler tornare in casa dopo che molti di loro hanno passato la notte all’aperto, dormendo in tenda.

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha di fatto annunciato l’allontanamento del prefetto del capoluogo veneto Maria Augusta Marrosu. Una scelta presa dopo la ferma volontà espressa dal premier Matteo Renzi, che ha probabilmente inteso mandare un segnale forte anche ai sollevamenti popolari cavalcati dalla Lega Nord del governatore Luca Zaia.

«Al prossimo Consiglio dei ministri sostituirò il prefetto di Treviso», ha dichiarato Alfano, ribadendo «il grande sforzo di accoglienza da parte del governo» nei confronti dei migranti». «Io mi chiedo», ha proseguito il ministro, «rispetto ad alcuni disguidi verificatisi in alcune realtà del Veneto, quanto saremmo stati agevolati dalla partecipazione e cooperazione delle Regioni e altri enti locali». Per questo, ha concluso, «dobbiamo mettere in campo sempre maggiore efficienza» e se anche «abbiamo avuto sempre da parte delle prefetture uno sforzo straordinario, alcune cose non hanno funzionato anche per responsabilità delle Regioni».
Da parte sua, il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, ha espresso soddisfazione per la prossima sostituzione del prefetto: «Ero al corrente di questa intenzione. Il governo manifesta vicinanza al nostro territorio, come dimostrato anche dalla telefonata che avevo ricevuto dal premier. Apprezzo la tempestività della decisione. Ora auspico che il nuovo prefetto sappia interpretare il ruolo di necessario coordinamento di tutto il territorio della Provincia per la soluzione dei problemi e dei temi legati all’accoglienza».

La vicenda di Treviso, con la rivolta dei residenti e le manifestazioni incrociate di Forza Nuova e centri sociali, aveva portato al trasferimento dei 101 profughi dai condomini di Quinto di Treviso all’ex caserma Serena, vicino Casier (Treviso), dove si trovano tuttora E proprio il prefetto Marrosu era stata criticato da più parti per il modo in cui aveva gestito la questione. Di fronte al clima incandescente creatosi davanti al residence trevigiano, la prima reazione della prefettura era stata dura: i profughi – si disse – non potevano «che rimanere dove stanno». Salvo poi, sotto la pressione dei sindaci trevigiani e del governatore Zaia, decidere due giorni dopo il loro trasferimento nell’ex caserma Serena. Dal prefetto, finora, nessuna reazione dall’annuncio di Alfano. Da domenica 19 luglio Maria Augusta Marrosu risulta ufficialmente in ferie.




FRANCIA – Ban Ki-moom: “Il mondo è a un bivio critico”. Duemila scienziati per fermare il global warming mentre in Italia il caldo uccide

Clima tropicale in Italia. Caldo e afa al Centro Sud, tromba d’aria e violenti temporali al Nord. Anomale le temperature torride degli ultimi giorni. L’anticiclone africano che ha portato la colonnina di mercurio a toccare i 40 gradi in molte città italiane, ha causato  una vittima in Sardegna e una in Liguria. Il maltempo  ha  fatto una vittima e molti danni in Veneto.

Una tromba d’aria F2/F3 con forte grandinata si è abbattuta in Veneto sulla cittadina di Dolo e nei comuni limitrofi alla velocità di 250 Km orari, causando molti danni ai tetti e l’abbattimento di alberi. La situazione più preoccupante è quella in atto nell’area di Pianiga (Venezia), dove un’auto, con una persona alla guida, è stata sollevata dall’asfalto ed è poi precipitata a terra. La persona al volante è morta sul colpo. Altre 15 persone sono rimaste ferite (2 delle quali in codice rosso, ma la situazione è in evoluzione). Un elicottero ha sorvolato le zone colpite per verificare dall’alto la situazione. Una villa veneta, villa Fini, è stata completamente distrutta. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, segue costantemente la situazione.

In Sardegna un pensionato di 77 anni, Antonio Serra, di Elmas, è morto questa mattina in spiaggia a Flumini di Quartu, a seguito di un malore legato  al caldo afoso di questi giorni. L’episodio è avvenuto intorno alle 11. L’anziano si trovava nel litorale davanti a via Mar Tirreno quando si è accasciato sulla sabbia. Subito è scattato l’allarme. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 che si trovava già a Flumini. I medici hanno tentato in tutti i modi di rianimare l’uomo, ma non c’è stato nulla da fare. Negli ultimi giorni, fa sapere il 118, sono aumentati gli interventi per malori, molti dei quali vedono protagonisti gli anziani. Alcuni di questi sono collegati proprio alle alte temperature che stanno asfissiando la Sardegna e il resto della Penisola. Il ritrovamento in casa, a tre giorni dal decesso, di un 79enne di Lanusei stroncato, secondo quanto si è appreso, dall’afa. Ad Alassio (Savona) una donna di 72 anni é morta stroncata da infarto mentre si trovava sulla spiaggia. La morte potrebbe essere dovuta al malore per il gran caldo di questi giorni. Immediato è scattato l’allarme da parte dei bagnanti e del bagnino corso in aiuto dell’anziana, una turista alassina residente a Pavia in vacanza con una amica.

La perturbazione che ha attraversato il Centro Nord Europa coinvolgerà marginalmente il Nord Italia portando temporali, anche forti, su Lombardia orientale e Nord Est. Resta, invece, il caldo sul resto d’Italia con punte di 36/38°C sui versanti adriatici. Un po’ di fresco  verso le regioni centro meridionali, con qualche temporale sulla dorsale adriatica, mentre non mancherà qualche acquazzone al Nord tra pianure e Prealpi. A contribuire ad abbassare la temperatura e l’umidità ci penseranno i venti da Nord.

Ma sarà una breve pausa, nel fine settimana tornerà l’alta pressione con sole e caldo in nuovo aumento, ma senza i picchi di calore degli ultimi giorni. Qualche temporale potrà invece interessare l’estremo Nord Est per il passaggio della coda di una perturbazione. Quella di questa estate, spiegano gli esperti, è una situazione opposta a quella dello scorso anno quando l’Italia fu attraversata da perturbazioni piovose. Ora, invece, ci troviamo con una rimonta dell’alta pressione africana.

Allerta in Emilia Romagna. La protezione civile in Emilia-Romagna ha emanato un’allerta meteo per temporali, vento e stato del mare. I temporali potranno essere di forte intensità. Previsto vento da nord est sulla costa fino a 25 nodi (46 chilometri orari) e raffiche fino a 35 nodi (65 chilometri orari), che provocheranno un incremento anche consistente del moto ondoso. Il mare sarà agitato al largo, con altezza dell’onda tra 2,5 e 4 metri. La situazione dovrebbe migliorare.

Con 56.883 megawatt l’Italia tocca il nuovo record assoluto dei consumi di elettricità. Lo comunica Terna, che ha rilevato il dato. Il fattore che ha innescato l’impennata dei consumi, spiega Terna, è l’ondata di caldo torrido che sta attraversando la penisola in questi giorni, spingendo all’utilizzo massiccio dei condizionatori d’aria e delle apparecchiature refrigeranti. Per avere un’idea dell’impatto delle temperature sui consumi, ad ogni grado in più sopra i 25 gradi, i tecnici stimano un aumento della domanda elettrica tra gli 800 e i 1.000 megawatt. Il primato di ieri conferma il trend in atto ormai da vari anni, cioè il graduale avvicinamento, prima, e il sorpasso poi, avvenuto nel 2006, della punta estiva di fabbisogno rispetto a quella invernale.

A spingere i consumi è il caldo torrido, è stato detto, ma si dovrebbe affermare il contrario: sono le emissioni di gas serra a provocare il caldo torrido e la maggior parte dell’energia elettrica che consumiamo è prodotta attraverso la combustione. Bisogna diminuire i consumi, spegnere climatizzatori e ventilatori, camminare a piedi, utilizzare la bicicletta o i mezzi di trasporto pubblici, spegnere computer, videogiochi, telefonini perennemente in carica, lampadine, spie luminose. E’ chiedere troppo?

Il valore, registrato in una giornata con temperature massime più alte di oltre 5 gradi rispetto allo stesso periodo 2014, supera di 61 MW il precedente record 2007. Il precedente picco era stato toccato il 17 dicembre 2007 (56.822 MW), mentre il nuovo record supera anche di 5.333 megawatt la punta di domanda del 2014 (51.550 MW, 12 giugno), un dato pari a oltre 2,5 volte il consumo di una grande città come Roma.

Fa notare Ban Ki-moom, segretario generale delle Nazioni Unite che ai negoziati sul clima dell’Onu del 2010, i governi si erano impegnati ad un aumento massimo della temperatura di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Tuttavia, l’IPCC ci dice che ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento globale medio di 5-6 gradi.

“Il mondo è a un bivio critico. I paesi sono stati invitati a presentare i loro Intended Nationally Determined Contributions (INDC) in vista del nuovo accordo sul clima da concludere nel mese di dicembre, a Parigi. Più di 40 paesi sviluppati e in via di sviluppo che rappresentano con obiettivi poco più della metà delle emissioni globali lo hanno già presentato. Alcuni paesi si sono impegnati fino al 50 per cento della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Tutti i paesi devono essere parte della soluzione.”

Oltre 2000 scienziati si sono riuniti a Parigi in questi giorni per discutere sulle potenziali vie per contrastare il global warming. La conferenza dal titolo “Our Common Future Under Climate Change (CFCC15)” è stata inaugurata il 7 luglio a Parigi e si concluderà oggi. Sul tavolo le più recenti teorie sulle soluzioni per limitare i cambiamenti climatici.

Si tratta di una grande conferenza scientifica internazionale, il più grande forum per la comunità scientifica in vista della Conferenza di Parigi prevista a dicembre. Durante la Cop21, i governi dovranno formalizzare un nuovo e inclusivo accordo globale per ridurre le emissioni di gas serra dopo il 2020.

La conferenza CFCC15 arriva a nove mesi dalla pubblicazione della più grande rapporto scientifico del Gruppo intergovernativo di esperti (IPCC), secondo cui i governi possono tenere i cambiamenti climatici sotto controllo e a costi gestibili, ma dovranno azzerare le emissioni di gas serra per limitare i rischi di danni irreversibili.

In questi giorni a Parigi sono state rese note le ultime conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro effetti, ma anche le diverse opzioni per contrastarli.

“Una vasta gamma di soluzioni basate sull’evidenza sono economicamente interessanti e scalabili, sia per limitare i cambiamenti climatici sia per prepararci ad affrontare nel modo più efficace possibile quelli che non possono essere evitati. Gli scienziati non devono dire ai governi cosa fare a dicembre, ma ne devono illuminare le scelte, ciascuna con diversi livelli di costo e di rischio”, ha dichiarato Chris Field, presidente del Comitato scientifico CFCC15 e capo del Dipartimento di ecologia globale della Carnegie Institution statunitense.

Per il Presidente del Comitato Organizzatore Hervé Le Treut, professore di Climatologia a Parigi all’Université Pierre et Marie Curie (UPMC) la scienza del clima è in evoluzione

“È complessa, ma la straordinaria gamma di competenze alla conferenza dimostra che gli scienziati si stanno impegnando a collaborare più che mai, nel contribuire ad avanzare soluzioni eque, e a portata di mano. Soprattutto per i paesi meno sviluppati”.




FRANCIA – Tensione al confine di Ventimiglia per i 40mila. Grande attesa per il vertice del 25 giugno

“Quello che sta accadendo a Ventimiglia è un pugno in faccia all’Europa”, ha denunciato Alfano. Anche il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi ha criticato la chiusura della frontiera decisa da Parigi e le resistenze di alcuni paesi dell’Unione ad aderire al piano che prevede che ogni stato accolga una quota di profughi.

La Francia chiarisce la sua posizione, senza concedere nulla. Secondo il responsabile dell’interno francese Cazeneuve, prima di chiedere aiuto ai paesi vicini, il governo italiano deve aprire dei centri per identificare e registare i migranti, in modo da separare chi può chiedere asilo e ha quindi diritto di essere accolto e circolare in Europa, da chi è arrivato per motivi economici e, senza permesso di soggiorno, deve essere respinto, secondo i trattati comunitari.

Senza questa selezione a monte, ha detto Cazeneuve, non può funzionare il principio di distribuzione dei profughi tra tutti i paesi europei proposto dalla Commissione europea e sostenuto dall’Italia.

Mentre cresce l’attesa per il 25 giugno, quando i leader Ue si incontreranno per discutere dell’emergenza immigrati e approvare il piano licenziato dalla commissione Ue per distribuire fra i membri dell’Unione i 40mila arrivati in Italia e Grecia, sale la tensione al confine di Ventimiglia tra Italia e Francia. Lì infatti la polizia transalpina impedisce ai migranti di varcare la frontiera e, secondo quanto risulterebbe allo stesso sindaco di Ventimiglia, alcuni di quelli che erano riusciti nelle ultime ore ad entrare in Francia sarebbero stati riportati nel nostro Paese. Intanto fonti governative preannunciano che Matteo Renzi affronterà l’emergenza immigrazione a livello europeo nei colloqui con i capi di governo francese François Hollande e inglese David Cameron nel corso dei colloqui già previsti in occasione delle loro rispettive visite all’expo di Milano nei prossimi giorni. Per quello che riguarda una soluzione comunitaria all’emergenza, al momento il fronte contrario alle quote obbligatorie è piuttosto vasto e annovera Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Paesi dell’est e baltici, Spagna e Francia. Quest’ultima, insieme alla Polonia, starebbe però cambiando idea. Prima del cruciale appuntamento, è atteso il via libera da parte dei ministri degli Esteri – il prossimo 22 giugno – alla missione per colpire i barconi in acque internazionali e libiche. In Italia intanto l’emergenza, culminata con le situazioni estreme delle stazioni Tiburtina a Roma e Centrale a Milano, ha esacerbato ulteriormente la polemica politica tra il governo e le forze che, come Lega e M5s, contestano la politica di Palazzo Chigi in materia. Nel dibattito si è inserita anche la Chiesa italiana, attraverso il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il quale ha sottolineato che “sicurezza e legalità sono un dovere preciso di uno Stato democratico e civile, ma questo dovere non può essere chiusura e non accoglienza verso chi è disperato”.

Beppe Grillo intanto parla di un’Italia diventata “un bivacco permanente di sfollati nelle stazioni e ai confini con gli altri Stati” e chiede di modificare in fretta il regolamento Ue di Dublino che impone di ospitare il profugo nel Paese in cui viene identificato. Parlando da Milano, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha attaccato indirettamente la Lega di Matteo Salvini: “Ci sono tanti che abbaiano alla luna – ha detto – vivono sulle paure e pensano che l’unica dimensione sia chiudersi a chiave in casa. Non è così. Serve un ideale comune, non limitarsi a vivacchiare e alimentare paure. Vorrei che provassimo – ha aggiunto – a dare assieme il nome al futuro che non sia rabbia e paura, ma coraggio e speranza”. Picchia duro, dal canto suo, il Carroccio che, con il governatore del Veneto Luca Zaia, ribadisce la linea di chiusura netta sulle assegnazioni a regioni e municipi del Nord di migranti da alloggiare. In una lettera inviata ai prefetti, Zaia intima di sgomberare le strutture occupate dai migranti nelle località turistiche della regione, mentre il segretario Salvini, intervenendo in tv, ha dichiarato di voler “prendere il treno tranquillamente senza prendere la scabbia e senza quelli con il machete”.

Presso la sede della prefettura veneziana, si è tenuto il tavolo di coordinamento della gestione dell’emergenza profughi in Veneto. Oltre a Luca Zaia, erano presenti sindaci, assessori e prefetti provenienti da tutto il Veneto. A illustrare le modalità per gestire l’accoglienza dei profughi, Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno. Per Verona erano presenti il sindaco Flavio Tosi, l’assessora ai servizi sociali Anna Leso, il comandante della polizia municipale Luigi Altamura e il prefetto vicario Iginio Olita.

Morcone ha annunciato che entro qualche settimana il Veneto dovrà dotarsi di un hub per immigrati, cioè un centro di smistamento per valutare che chi ha diritto alla protezione internazionale e chi no. Come riportato dal quotidiano L’Arena, il dirigente ministeriale ha posto il problema di dover far sorgere questo centro: “Abbiamo già una lista di 38 caserme, ma vogliamo che la soluzione sia condivisa con chi ha il governo del territorio”.

Tuttavia, il Veneto non ci sta e anche il sindaco di Verona ha manifestato il proprio dissenso: “Siamo contrari al progetto del governo di realizzare in Veneto un hub inteso come centro di smistamento con libertà di andare e venire, perché aumenterebbe il degrado e l’insicurezza. Ma cambieremmo opinione se il modello di riferimento fosse il Cie, il Centro di identificazione ed espulsione”. Il prefetto Morcone, però, ha risposto di non essere interessato alla creazione di un luogo detentivo“.




Le tre Italie dell’astensionismo

Una vittoria di Pirro per il Pd che ha portato a casa un 5 a 2 molto sofferto. La sfida politica regionale ha visto  prendere la Liguria da Forza Italia e il Veneto dalla Lega Nord. Un risultato determinato da un’affluenza al 52,2% e dall’affermazione del Movimento 5 Stelle, che in tutta Italia si stanzia sul 20%, con punte in alcune zone come Genova, dove la più giovane candidata governatrice, Alice Salvatore, sfiora un sorprendente 25%,  e in Puglia con Antonella Laricchia.

IMG_45441

In Veneto il leghista Luca Zaia ha doppiato Alessandra Moretti del Pd e ha lascia molto più indietro il fuoriuscito Flavio Tosi.

La sorpresa è arrivata però dalla Liguria dove il consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, ha vinto con il 34,4%, seguito a una certa distanza dalla Dem Raffaella Paita con la M5S Alice Salvatore terza e Luca Pastorino, candidato della sinistra, quarto. Con il Pd che, come lo stesso premier Matteo Renzi aveva avvertito nei suoi comizi, paga la prima vera scissione a sinistra. “Il cinico disegno di Cofferati, Civati, Pastorino si realizza compiutamente”, ha commentato la candidata del Pd Raffaella Paita.

In Umbria vittoria per Catiuscia Marini (centrosinsitra) anche se nelle prime proiezioni sembrava che potesse aprirsi una chance per il candidato di centrodestra Claudio Ricci.

In Campania, dopo un testa a testa che lo ha visto, comunque, sempre in testa anche se di misura si afferma il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca primo (al 39,9% contro il 38% di Stefano Caldoro), superando di fatto anche la ‘black list’ stilata dalla presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi e ultimo pomo della discordia all’interno del Pd.

In Puglia la vittoria scontata per Michele Emiliano il nuovo governatore e tra i primi a salutarlo il presidente uscente Nichi Vendola: “Complimenti sinceri affettuosi Emiliano per una vittoria così netta, forte, e auguri calorosi di buon lavoro, un lavoro che sarà durissimo, di una complessità incredibile”.

Per cinque regioni la vittoria è sembrata netta già dalle prime proiezioni: in Toscana, Puglia e Marche fa il pieno di voti il centrosinistra.

Ma il dato che va analizzato per comprendere la realtà politica italiana è l’astensionismo.

IMG_45481

L’affluenza alle urne nel nostro Paese – seppur negli anni in costante diminuzione – è sempre stata piuttosto alta. Alle politiche del 2008 superava l’80% e in quelle del 2013 si attestava pur sul 75%.  Ora poco più del 50% si è recato alle urne.

.IMG_45471

Quasi 12 punti in meno rispetto al 64,1% delle precedenti consultazioni.

Gli elettori sono sempre più scettici e disillusi di fronte agli schieramenti politici, che per quanto frammentati in molti partiti e correnti politiche sono composti da un ceto politico identico e trasformista a destra e a sinistra. Il cattivo costume è confermato dai risultati delle manovre di governo. La Riforma delle pensioni  e la “Buona scuola” hanno fatto perdere elettori. Nell’Italia del Nord chi non ha votato Pd, se non si è astenuto, ha votato Lega Nord e definito ladroni tutti gli altri.

Alle ultime elezioni europee la vittoria del Pd ha, di fatto, rafforzato la leadership di Renzi nel partito e nel Paese, accrescendo la forza e la convinzione con cui il leader toscano ha perseguito il suo progetto egemonico illegittimo, perchè  non votato dagli italiani.

La stessa cosa è accaduta con il consenso dato al Pd attraverso queste elezioni regionali.

Ma chi ha scelto di astenersi evidentemente non ha potuto dimenticare  che il Pd ha sostenuto il governo Monti e le sue politiche di austerità , ha fatto inserire il fiscal compact in costituzione, ha varato il jobs act, sta portando a termine una pessima riforma della Scuola e si appresta a firmare il ttip, un trattato di commercio transatlantico che  penalizzerà il nostro paese. Tutto questo in uno scenario di omologazione e totalitarismo dilagante. Ogni tipo di opposizione è bollata come sterile riflessione da contrapporre al “fare”, ogni obiezione valutata con sufficienza e arroganza.  L’astensione si spiega con il venir meno della tensione ideologica che aveva contraddistinto il sistema dei partiti proprio della Prima e della Seconda Repubblica.

Nel M5S, la scelta post-ideoologica ha finito per occultare la mancanza totale di una reale posizione politica: tutta l’attenzione si concentra sulla necessità di moralizzare la vita pubblica (lotta alla “casta”, riduzione dello stipendio, etc.). Anche il reddito di cittadinanza può essere letto come una posizione populista e non politica.

A Destra, spostare tutto sulla lotta contro l’immigrazione sembra una battaglia persa.

Renzi commenta: “Il risultato del voto è molto positivo, andiamo avanti dunque con ancora maggiore determinazione nel processo del rinnovamento del partito e di cambiamento del paese”.