MALI – Terroristi prendono d’assalto l’albergo dei militari Ue

A quattro mesi dall’attacco jihadista nel resort Radisson Blu di Bomako in Mali in cui morirono 22 persone, un altro commando di terroristi ha preso d’assalto un hotel non lontano, il Nord Sud della catena Azalai.
L’albergo è noto per ospitare stranieri ed è anche la sede della missione militare Ue. E nel mirino degli attentatori ci sarebbe stato proprio un gruppo di addestratori militari dell’Ue impegnati nelle forze militari del Mali. Alla missione di addestramento comandata dal generrale tedesco Werner Abll partecipano anche una ventina di militari italiani sin dal marzo del 2013.

Testimoni raccontano di aver udito delle sparatorie e un’esplosione: ci sarebbe almeno un morto. Si tratterebbe di uno degli assalitori, come riferisce una fonte diplomatica francese al sito de l’Express. “Un altro assalitore si è invece asserragliato nella struttura”, ha aggiunto la stessa fonte, precisando che “nel contingente francese non ci sarebbero vittime o feriti”. “Il quartier generale della EUTM- Mali è stato attaccato”, si legge sull’account Twitter ufficiale della missione, “Nessun membro è stato ferito nell’attacco. In questo momento viene messa in sicurezza l’area”.

“Gli aggressori hanno cercato di forzare l’entrata e le guardie appostate all’ingresso hanno aperto il fuoco. La sparatoria è proseguita per diversi minuti”, ha precisato un testimone vicino all’hotel, che si trova nel quartiere Aci 200 a pochi metri dall’ambasciata americana, raccontando dell’assalto durato circa un’ora e mezza. L’assalto è “terminato e la minaccia è stata neutralizzata”, hanno riferito militari italiani presenti nella città, contattati dalla Difesa. Tutto il personale militare presente e la stessa struttura non hanno subito danni, hanno riferito anche fonti diplomatiche francesi.

Al momento nessuna sigla ha rivendicato l’attacco, ma non si esclude che possa essere stato organizzato da alcuni gruppi terroristi legati ad al Qaeda ed attivi nell’area del Sahel. Il Mali da anni è infatti al centro di scorribande armate di terroristi che dettano legge seminando il terrore. Il 20 novembre scorso i jihadisti di Mourabitoun, un gruppo che era di al Qaida e avrebbe successivamente sposato la folle causa dell’Isis, lanciò nell’attacco contro l’hotel più blindato, il Radisson Blu, prendendo in ostaggio decine di persone. Solo grazie all’intervento delle forze speciali di diversi Paesi con militari sul posto, gli ostaggi furono liberati.




Kerala – I lati oscuri della giustizia indiana. Quale sarà il destino dei Marò?

Una vicenda caratterizzata da molti lati oscuri, una giustizia lenta, un decreto legge tra i più sbagliati, mai redatti da un Ministero e infine la compostezza di due uomini che attendono con austerità di scoprire quale sarà l’epilogo di questa vergognosa vicenda. I fatti risalgono al 16 febbraio 2012, due fucilieri appartenenti al corpo della marina militare del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si trovavano a bordo della petroliera Enrica Lexie, al largo delle coste del Kerala, quando avvistarono un vecchio peschereccio e credendo che si trattasse in realtà di una attacco pirata, aprirono il fuoco uccidendo due pescatori indiani Valentine Jelestine e Ajesh Binki. Fatalità che diede inizio ad una lunga vicenda giudiziaria, caratterizzata da un agire della giustizia indiana deprecabile, che portò la magistratura a riformulare più volte i capi d’accusa nei confronti dei due Marò, tra i quali figurava anche quella scellerata di terrorismo. Ma cosa ci facevano i due marò a bordo di una petroliera? Semplice, il decreto legge del 12 luglio del 2011 recante la firma dell’ex ministro della Giustizia Ignazio La Russa autorizzava i militari italiani ad imbarcarsi su navi civili, ed i due marò erano stati addestrati a far fronte ad attacchi pirata. Da due anni i due fucilieri attendono che la giustizia indiana si esprima attraverso una sentenza, su questa vicenda, il loro contegno ha portato molti italiani a chiamarli eroi o martiri, ma in tutto ciò si dimentica che le vere vittime sono quei due pescatori e le loro famiglie.