BRUXELLES – L’Austria appoggia il Migration compact, il piano italiano per la gestione dei migranti

“Rafforzeremo il controllo dei flussi verso il Brennero, ma abbiamo ribadito il no al controllo austriaco in territorio italiano – ha dichiarato Alfano -. Il ministro Sobotka ci ha detto che nessun muro sarà edificato. Ci sono delle attività preparatorie, ma dimostreremo che quelli dell’Austria sono soldi sprecati e l’Italia non si fa spaventare da un gabbiotto. L’accordo di polizia tra Italia e Austria firmato nel 2014 sarà ratificato dal Parlamento e questo rafforzerà la cooperazione. In più stabiliremo un contatto quotidiano tra il prefetto Pinto e un uomo della polizia austriaca in modo che non nascano più equivoci sui numeri dei transiti”.

“Noi dobbiamo evitare – ha sottolineato ancora il titolare del Viminale – che ci sia un transito, da parte austriaca essere ragionevoli per evitare un blocco che farebbe un enorme danno al turismo di entrambi i Paesi, all’import-export e al transito per ragioni di lavoro”. In ogni caso, spiega Alfano, “non prevediamo il rischio di grandi afflussi di migranti alla barriera del Brennero. Questo non sulla base di una teoria astratta, ma sui numeri: ad oggi infatti sono 2722 i migranti da noi fermati in Italia provenienti dall’Austria e questo numero è superiore a quelli che hanno fatto il tragitto inverso”.

Le parole di Alfano sciolgono la tensione tra Roma e Vienna, giunta al livello di guardia negli ultimi giorni. Ma quel “finora”, e lo fa capire anche il ministro, mantiene la questione sospesa in attesa della prova dei fatti, perché 24 ore prima il Parlamento austriaco ha votato un pacchetto anti-immigrazione che comprende norme più restrittive sulle richieste di asilo e la concreta possibilità di erigere una recinzione al confine con l’Italia. Anche Vienna prova a smorzare i toni: “L’Austria non fa nulla contro il diritto europeo. Rispetta la convenzione di Ginevra e ha appena varato una legge sull’asilo. Ci muoviamo sempre in base al diritto europeo e ci auguriamo che lo stesso facciano tutti, vogliamo la solidarietà di tutti”, dice il ministro dell’Interno austriaco Wolfang Sobotka

Decisioni che preoccupano Bruxelles, dove la portavoce della Commissione, Mina Andreeva, annuncia in merito l’incontro tra Jean-Claude Juncker e Mattero Renzi il 5 maggio a Roma.”La Commissione europea segue tutti gli sviluppi in Europa che vanno contro la tabella di marcia per tornare” al normale funzionamento della libera circolazione nelllo spazio comunitario sancita dal trattato di Schengen e, in riferimento al progetto austriaco di una barriera al Brennero, “con grave preoccupazione. La Commissione valuterà qualsiasi misura decisa o annunciata dal governo austriaco secondo i criteri di necessità e proporzionalità”.

Renzi, che ieri ha definito la possibilità di una barriera austriaca al Brennero “sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro”, ha ribadito il punto nel corso della diretta video sui social #matteorisponde: “Mentre noi abbattiamo i muri con la banda larga, altri costruiscono muri e chiudono confini, una cosa fuori dal senso della storia, slegata da ogni realtà”.

Anche papa Francesco segue evidentemente con attenzione la vicenda. Dell’importanza di assistere i rifugiati e del ripristino della frontiera al Brennero il Pontefice ha parlato durante una conversazione con il vescovo di Bolzano-Bressanone, monsignor Ivo Muser, avvenuta ieri al termine dell’udienza generale. Il Papa, spiega una nota della diocesi di Bolzano, ha sottolineato l’urgenza di aiutare le persone in fuga. Contro la barriera al confine con l’Italia muove anche la Conferenza episcopale austriaca: “Non può essere
in alcun modo la soluzione, servono decisioni coordinate a livello europeo, che tutelino la dignità delle persone – dichiara il portavoce Paul Wuthe -. La risposta deve essere la pace in Siria e in Libia, il sostegno agli interventi umanitari internazionali in quei Paesi e nelle regioni limitrofe e infine un coordinamento politico europeo all’insegna dell’accoglienza”.

Di particolare rilievo, perché pronunciato proprio davanti al Parlamento austriaco, il duro discorso del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon contro le “politiche sull’immigrazione e i rifugiati sempre più restrittive” adottate dai Paesi europei. “Un messaggio molto negativo sugli obblighi degli Stati membri previsti dalla legislazione internazionale e dal diritto europeo. Sono allarmato dalla crescente xenofobia qui e altrove”.

All’indirizzo del governo nuove critiche dalla Lega. Il governatore lombardo Roberto Maroni giustifica le mosse di Vienna: “L’Austria fa quello che i Paesi normali fanno: controlla i suoi confini. Siamo noi a meravigliarci e stupirci, ma Vienna fa solo quello che serve ai suoi cittadini”. Commentando i risultati del recente voto austriaco per le presidenziali, in cui al primo turno ha trionfato la destra anti-migranti, Maroni osserva come “i partiti tradizionali che, come avviene in Italia, dicono che certe cose non vanno fatte, sono stati esclusi dal ballottaggio delle presidenziali. Si è aperto un altro mondo. Non capirlo vuol dire non capire cosa sta succedendo. Invece di protestare, il nostro Governo dovrebbe bloccare i flussi. Altrimenti questi muri sorgeranno spontaneamente, non c’è il minimo dubbio”.

Mentre il senatore Roberto Calderoli attacca direttamente Renzi, un “ignorante, perché ignora quanto previsto dal codice sulle frontiere di Schengen”. “Vada a rivedersi il capo II, in particolare l’articolo 26 – è l’invito del vicepresidente del Senato -, dove si specifica che in circostanze eccezionali in cui il funzionamento globale dello spazio senza controllo alle frontiere interne è messo a rischio, a seguito di carenze gravi e persistenti nel controllo alle frontiere esterne, e nella misura in cui tali circostanze costituiscono una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna” il controllo di frontiera “può essere ripristinato per una durata massima di sei mesi e prorogato non più di tre volte, per ulteriori sei mesi al massimo, se le circostanze eccezionali perdurano”. “Non è quindi colpa dell’Austria quanto sta accadendo al Brennero, ma dell’Italia – accusa Calderoli -, ovvero del governo Renzi, e prima ancora dei due precedenti esecutivi pure loro mai eletti dai cittadini: è il governo Renzi che non ha attuato i controlli alle frontiere interne previsti dal codice Schengen”.




ITALIA – Sbarchi e terrorismo: l’Ue deve comportarsi in modo solidale. Salvini: “Controllare i luoghi di ritrovo islamici”

DSCN31801

Tunisia, Francia, ma anche Kuwait e Somalia. La jihad si scatena nel venerdì del Ramadan colpendo tre continenti quasi simultaneamente. Gli attentati hanno dimostrato come il terrorismo possa colpire ovunque senza preavviso. E che proprio su questo fatto gioca per scatenare la paura nei cittadini. Ma senza dubbio il periodo è particolare, e fra Expo e Vaticano l’Italia ha molti obbiettivi sensibili. Per questo motivo il ministro degli Interni Angelino Alfano, intervenendo a un convegno sulla legalità a Milano, ha annunciato: “nessun paese a rischio zero, abbiamo elevato il livello di allerta per risensibilizzare le unità a presidio dei luoghi sensibili. Abbiamo diramato l’allerta a prefetture e questure”. Nonostante questo, però, le polemiche non sono mancate. In particolare con la Lega Nord.

Il più critico è stato Matteo Salvini, che dal suo profilo Facebook ha sparato due bordate contro la gestione del ministro dell’Interno. “Ci hanno dichiarato guerra? – scrive in un primo post – Controllare le presenze e i luoghi di ritrovo islamici in Italia. Ritirare le truppe Nato dai confini con la Russia, e dislocarle in Nordafrica e in Medioriente. Ritirare buona parte dei soldati italiani in missione nel mondo. Bloccare ogni sbarco sulle coste italiane, e difendere i confini”. Venti di guerra insomma, che secondo Salvini né il Governo né tantomeno Alfano sono in grado di gestire: “A Roma è stato arrestato un pakistano, che avrebbe a sua volta ospitato un altro terrorista islamico. Ma noi abbiamo Renzi e Alfano che ci proteggono. Siete tranquilli vero?”, ironizza ancora il leader della Lega. A mettere il carico da dodici ci pensa poi Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato: “Chi si scandalizza quando chiediamo i controlli alle frontiere capirà che far entrare illegalmente una cifra enorme di persone nel nostro paese e lasciare che girino indisturbate, magari scroccando vitto e alloggio a spese nostre, è un rischio enorme, non solo per la nostra sicurezza, ma per la sopravvivenza stessa dell’intera civiltà occidentale?”.

Nonostante le critiche della Lega Alfano ha difeso il suo operato, dimostrando come non ci sia nesso fra aumento dell’immigrazione e criminalità o terrorismo: “nel 2014 c’è stato un calo dei reati del 7,7%, nel primo quadrimestre del 2015 un calo tra il 14 e il 15%. Nel 2014 c’è stato un aumento del flusso migratorio dovuto principalmente all’instabilità della Libia. È indimostrabile che vi sia stato un aumento dei reati in conseguenza di un aumento dell’immigrazione. Questa è la realtà, poi c’è la percezione dovuta anche a certe campagne politiche che sollecitano le paure più profonde dei cittadini”.

Non si contano più le imbarcazioni stracariche di disperati in cui molti di essi trovano la morte, soffocati da altri corpi ammonticchiati, gettati in mare da scafisti senza pietà, sfiniti dagli stenti.

E ogni volta che un battello affonda o si trasforma in trappola esiziale, si accendono discussioni acide sulle capacità italiane di soccorrere adeguatamente chi è in pericolo. Si fanno sempre gli stessi discorsi, si tirano in ballo i soliti argomenti. La Lega sostiene che i popoli affamati vanno aiutati nei luoghi di nascita e dove soffrono come se fosse semplice farlo: con quali soldi? I negoziati tra Italia e Libia, che ai tempi di Gheddafi prevedevano un controllo delle partenze dall’Africa, sono stati azzerati, cosicché i migranti seguitano a giungere numerosi sulle nostre coste; e noi con gli scarsi mezzi di cui disponiamo siamo obbligati ad ospitarli inadeguatamente dopo averli tratti in salvo.

Malta se ne infischia e non si cura di chi crepa in mare. Gli spagnoli attuano il sistema dei respingimenti violenti, le immagini dei quali sono state trasmesse dalla televisione. In sintesi. Nessuno si occupa dei poveri cristi che abbandonano l’Africa attratti dall’illusione di conquistare un mondo migliore. La stessa Europa, di cui il nostro Paese è la propaggine meridionale (la più vicina al Continente nero), dimostra una gelida insensibilità verso i poveri del Sud. E ci ordina: arrangiatevi e cercate di comportarvi umanamente nei loro confronti, altrimenti vi condanniamo. E ci condanna anche quando abbiamo agito al massimo delle nostre potenzialità.

In pratica nel Mediterraneo è impegnata soltanto l’Italia nel gravoso compito di prevenire tragedie o almeno di ridurne la portata. L’Ue non interviene e noi non siamo stati in grado di pretendere dai nostri partner nemmeno un finanziamento da utilizzarsi per realizzare le strutture necessarie ad accogliere decentemente i disgraziati provenienti dall’infelice mondo della fame e del disagio. Oltre a pagare il conto dei salvataggi, dobbiamo anche sopportare gli insulti di chi verso di noi usa atteggiarsi a maestro di civiltà.

È arrivato il momento in cui l’Italia è chiamata a presiedere il vertice delle istituzioni europee. Sarà Matteo Renzi a sedersi sullo scranno più alto e a esercitare una serie di poteri non certo di secondo piano.

Verificheremo se ha la personalità per imporre alla Ue di comportarsi in modo solidale, come si conviene a una comunità di Stati.