Forse sono gli unici a interessarsi all’ arte e alla cultura in Italia. Perchè ormai non è rimasto che questo.
I ladri hanno portato via 17 capolavori dal museo civico veronese di Castelvecchio. Opere di Tintoretto, Bellini, Rubens, Mantegna, Pisanello, per un valore tra i 10 e i 15 milioni di euro. Un furto che ha del clamoroso. Una razzia come ai tempi di Attila. Uno sfregio dei tanti. Perchè, c’è chi ruba, e chi elimina e distrugge con i tagli alla spesa pubblica e le riforme del sistema culturale.
«Erano dei professionisti, sapevano cosa prendere e conoscevano il Museo», ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che poi, anticipando possibili polemiche sulla sicurezza, ha aggiunto: «le norme che vengono applicate e i parametri di sicurezza non rendono impossibili i furti, li fanno anche al Louvre».
Almeno c’è qualcuno che di arte ne capisce, gli rispondiamo. Ancora oggi che non è più concesso studiarla e le accademie e i conservatori vengono chiusi.
Il danno «è immenso», ha commentato la direttrice di Castelvecchio, Paola Marini, secondo la quale il valore dei quadri sottratti si aggira sui 15 milioni di euro.
Ha destato sorpresa l’apparente facilità con cui i predoni hanno compiuto una razzia di tale portata, in pieno centro storico, fuggendo senza essere visti, se non dalle telecamere di sicurezza. Ora su queste immagini stanno lavorando polizia e carabinieri, per dare un volto alla banda.
Qualunque sia il ladro… Chiunque sia il barbaro… Restiamo fermamente convinti che l’arte è patrimonio dell’Umanità intera e non si ruba, si finanzia.