
ITALIA – E’ ancora mistero per il caso Tenco, in corso le indagini
“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
Erano le 02:15 del 27 gennaio 1967 , quando la vita di uno dei più controversi cantautori italiani fu stroncata da un colpo di pistola alla tempia, dando inizio ad uno dei più intricati misteri dello Stato Italiano. Si trattò di suicidio o di omicidio? La delusione per la “bocciatura” della canzone cantata da Luigi Tenco sul palcoscenico dell’Ariston fu talmente cocente? Ma, andiamo con ordine , la sera dell’esibizione,Tenco era nervoso, temeva che la sua canzone non sarebbe stata compresa, durante le prove la sua interpretazione era stata pessima e il presentatore di quella edizione, ossia Mike Bongiorno, tentò di incoraggiarlo, ma lui gli sussurrò nell’orecchio che sarebbe stata l’ultima canzone che avrebbe cantato. La sua performance non convinse affatto i giurati ottenendo solo 38 voti su 900. La commissione, inoltre preferì ripescare la canzone la rivoluzione, di Gianni Pettenati e Gene Pitney. Quando gli comunicarono che la sua canzone “ Ciao amore ciao” era stata esclusa dalla finale lui a primo acchito non sembrava affatto arrabbiato, subito dopo si recò al casinò ed evitaò in malo modo di firmare autografi per le sue fans, poi andò via a bordo dell’auto della sua compagna Dalida sfrecciando e guidando in maniera sconsiderata. Dopo qualche ora accadde l’irreparabile. Il corpo fu trovato da Dalida, gli investigatori formularono subito l’ipotesi che si fosse trattato di suicidio. Erano i primi anni che la polizia scientifica aveva iniziato ad operare e le indagini furono svolte malissimo. Mancano le foto della scena del crimine, le tre persone che videro il cadavere diedero versioni differenti su come fosse posizionato, stessa cosa per la collocazione della pistola, inoltre il bossolo se fosse stato esploso da una distanza ravvicinata avrebbe deturpato il volto di Luigi Tenco. In seguito furono congetturati diversi mandanti del possibile omicidio, ma quello più credibile fu attribuibile alla loggia P2. Stranamente il primo investigatore che giunse sul luogo fu Arrigo Molinari vice dirigente del commissariato di Sanremo, il cui nome fu per alcuni anni incluso nelle liste della P2. Un altro lato oscuro da chiarire riguarda la sua compagna Dalida, una dipendente dell’hotel Savoy affermò che la nota cantante egiziana era in stanza con Tenco quando si suicidò. Poco prima avevano discusso forse a causa della gelosia che Dalida provava nei confronti di Valeria, l’unica donna che probabilmente Tenco ha amato, tanto da chiederle, pochi giorni prima di “spararsi un colpo alla tempia”, di sposarlo.
Cosa sia realmente accaduto in quella stanza non ci è dato saperlo, ma lascerà per sempre nell’animo delle persone a lui vicine e ai suoi fans un alone di incredulità e mistero.