ITALIA – Nella scuola Diaz fu commesso il reato di tortura. Approvata la legge per punirlo

Arnaldo Cestaro, classe 1939, era il più anziano ospite della scuola Diaz il 21 luglio 2001, ma quei poliziotti incappucciati e senza nome non lo risparmiarono, infierendo su di lui, malgrado spaventato aveva sollevato le mani in segno di resa e si era appoggiato contro il muro. Lo colpirono alla testa, alle gambe anche se lui gridava loro: “Fermatevi, sono un uomo vecchio e pacifico”, ma solo il perentorio ordine del vicequestore Michelangelo Fournier placò gli animi di quei uomini neri. Arnaldo porta con sé i segni di quel pestaggio, ma da bravo rivoluzionario, non si è mai arreso, sebbene i responsabili di quella mattanza non siano mai stati puniti da un tribunale italiano ,anzi nonostante le loro cravatte siano sporche del sangue di quei ragazzi, continuano a ricoprire incarichi di grande rilevo; li ha trascinati dinnanzi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo che dando ragione a Cestaro ha giudicato che nella scuola Diaz fu commesso il reato di tortura.
In Italia il decreto legge che punisce i reati inerenti il suddetto ambito, latitava da oltre 25 anni, ossia da quando in Italia fu ratificata la convenzione dell’Onu contro la tortura adottata dall’ Assemblea delle nazioni unite il 10 dicembre 1984. Ieri, dopo un quarto di secolo, la Camera dei deputati ha ”prontamente” approvato il decreto legge, con 224 voti favorevoli, 14 contrari e 50 astenuti, seguito da non poche polemiche della Lega.




ITALIA – Ritornano i fatti di Genova. “Diaz, non lavate questo sangue”

Se questo è un uomo. Se questo è un individuo che ha scelto di svolgere una professione volta ad aiutare il suo prossimo e a tentare in tutti i modi di salvarlo. Se sempre questo essere umano ha giurato: “Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa” come può essere stato complice ed esecutore di sevizie a danno di persone indifese? Non ci è dato sapere le motivazioni che hanno spinto il dottor Giacomo Toccafondi, responsabile sanitario della caserma di Bolzaneto, a essere implicato in una delle vicende più vergognose della storia italiana, ossia quella inerente alle torture nei confronti degli ospiti della scuola Diaz durante il vertice del G8. La sera del 21 luglio 2001 nella scuola Diaz fece irruzione un comando di Polizia che fu colpevole di un pestaggio definito dal vicequestore Michelangelo Fournier da “macelleria messicana” nei confronti di persone che erano a Genova per manifestare contro l’ assemblea dei capi di Stato degli otto paesi più industrializzati, in corso proprio nel capoluogo ligure. Gente che non ha opposto resistenza, pacifisti trattati alla stregua di terroristi. Alcuni di questi giovani furono condotti nella caserma di Bolzaneto dove subirono maltrattamenti senza rispetto alcuno, furono costretti a esporsi nudi a un pubblico di ominicchi pronti a deriderli, furono costretti a stare per ore in piedi e privati di ogni diritto umano. Giacomo Toccafondi avrebbe meritato per questo di essere radiato dall’ordine dei medici, ma i suoi colleghi lo hanno impunemente graziato infliggendogli una pena esigua, vale a dire sei mesi di sospensione dall’attività medica. Se questa si può definire una pena!  “Diaz, non lavate questo sangue”.