Bologna la “Dotta”, attenta e rispettosa della memoria femminile

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Nel panorama piuttosto uniforme dell’odonomastica urbana, non sempre sensibile a valorizzare la storia e la memoria delle donne, fa piacere osservare come alcune amministrazioni cerchino di invertire la rotta e di dare giusta visibilità alle figure femminili del passato e del presente ricordandole nelle aree pubbliche cittadine.
Il Comune di Bologna ha realizzato un’applicazione cartografica denominata “Toponimi Femminili” attraverso la quale vengono evidenziati tutti i luoghi cittadini (vie, aree verdi, percorsi pedonali, piazze, rotatorie stradali) cui è stato dato un nome femminile.
L’applicazione, attiva dalla fine di aprile, invita le persone a scoprire la città secondo prospettive poco usuali, quelle di genere.
In ordine alfabetico sono presentate tutte le intitolazioni femminili della città: ci sono i nomi delle Sante e i numerosi appellativi della Madonna, espressioni di denominazioni più antiche in cui la devozione popolare mostrava caratteri incisivi e dominanti anche nella definizione degli spazi urbani; ci sono le scrittrici, le artiste, le cantanti liriche e le donne dello spettacolo, le politiche, le partigiane, le donne di scienza e di sport; alcune intitolazioni sono dedicate a donne comuni che hanno attraversato la Storia in modo drammatico senza volerlo, come le vittime della strage alla stazione della città del 2 agosto 1980.

http://sitmappe.comune.bologna.it/ToponimiFemminili/src/index.html?appid=d17f07c016ca4f018157d278e4dd7c08

Sulla foto aerea della città ognuno di questi luoghi viene evidenziato a seconda della sua tipologia: le strade sono individuate da un segmento rosso, giardini e parchi con il colore verde intenso, piazze e rotatorie da un disco rosso, i percorsi pedonali con linee gialle.
Nella parte sinistra dell’applicazione appaiono le descrizioni di tutte le figure femminili ricordate ‒ben 99 ‒accompagnate quasi sempre con la loro immagine, la loro biografia, la loro classificazione e tutti i dati toponomastici utili a conoscere la storia di quell’intitolazione. Per completare le note biografiche sono stati presi spunti anche dalle ricerche svolte dall’Enciclopedia delle donne e da Toponomastica femminile, primo passo di una collaborazione che ci si augura ricca di attività positive.

L’applicazione è ancora in fase di completamento e si presenta come uno spazio di memoria in divenire: quando tutti i dati utili saranno inseriti, il quadro di ciò che esiste sarà definito e si potrà procedere con aggiornamenti periodici, in base alle nuove intitolazioni decise dalla Commissione Toponomastica.
Il Comune di Bologna appare sensibile nei confronti di una odonomastica cittadina rispettosa della storia e della memoria delle donne: nei prossimi mesi, tra giugno e ottobre, sono previste le intitolazioni a Alida Valli, Margherita Guidacci, Ilaria Alpi, Maria Montessori.
Molte delle donne ricordate nelle targhe stradali hanno legami con la città, sono nate, o vissute o morte a Bologna, come la scultrice e intagliatrice di gemme Properzia de’ Rossi, attiva nella prima metà del XVI secolo, considerata da Vasari un’importantissima femmina scultoratanto da inserirla nelle pagine delle sue Vite; accanto a lei la pittrice Elisabetta Sirani, la matematica Matia Gaetana Agnesi, che a Bologna nel 1748 ebbe da Papa Benedetto XIV la cattedra di Matematica dell’Università di Bologna in sostituzione del padre. E ancora: la sindacalista emiliana Argentina Altobelli, prima Segretaria della Federazione dei Lavoratori della Terra di Bologna, l’attrice e poeta Isabella Andreini Canali che, nella seconda metà del XVI secolo, entrò a far parte della compagnia teatrale di Bologna detta dei «Comici Gelosi», la medica Edmea Pirani che, pur nata ad Ascoli Piceno, esercitò nel capoluogo emiliano la professione di pediatra e qui si dedicò a numerose attività filantropiche.

Molte le partigiane, da Irma Bandiera, nata a Bologna nel 1915 e trucidata nel ’44 e insignita della Medaglia d’oro alla Resistenza, a Francesca Edera De Giovanni, detta Edera, fucilata il 1° aprile del 1944 dai fascisti contro il muro della Certosa della città.

Foto di Maria Pia Ercolini. Via Irma Bandiera

Alcune figure hanno un carattere più nazionale se non internazionale come la regina Margherita di Savoia, la principessa Mafalda di Savoia, madre Teresa di Calcutta, Nilde Iotti, le attrici Eleonora Duse, Greta Garbo e Anna Magnani, la giornalista Tina Merlin, la scrittrice premio Nobel Grazia Deledda. Un giardino è stato dedicato anche alla cantante statunitense Janis Joplin ricordata per l’intensità delle sue interpretazioni.

Davvero una buona pratica quella avviata dal Comune di Bologna, un percorso non scontato che si pone come un’azione positiva e propositiva verso una storia e una memoria riequilibrate, un esempio replicabile, ci si augura, da molte altre amministrazioni pubbliche.

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Docente di Storia dell’arte ora in pensione, è cofondatrice dell’Associazione Toponomastica femminile e si occupa di cultura di genere. Scrive sui temi della toponomastica femminile per diverse testate, ha partecipato alla stesura di Roma. Percorsi di genere 1-2 (Iacobelli, 2011 e 2013), Atti del I, del II e del III Convegno nazionale di Toponomastica femminile (Universitalia, 2014 e 2015), ai volumi La differenza insegna (Carocci, 2014), Grammatica e sessismo 2 (Universitalia, 2015) e Le Mille (Navarra, 2016). Fa parte della Commissione consultiva toponomastica del Comune di Roma e del Comitato Scientifico della Rete per la parità.