Il cortile di una scuola è un luogo insolito per un’intitolazione a una donna. E invece nel Liceo classico Socrate di Roma il giardino interno è stato dedicato a Rosa Luxemburg, importante filosofa tedesca e militante comunista del primo Novecento.
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L’esistenza di questo giardino è frutto di anni di lotte studentesche per una gestione della scuola più democratica e partecipativa e meno autoritaria e coercitiva. Il giardino, liberamente accessibile fino al 2010, è stato chiuso senza che le motivazioni fossero mai rese pubbliche.
Nel frattempo, dopo decenni di politiche devastanti e tagli che hanno svenduto la scuola pubblica, il governo Renzi e la ministra Giannini hanno varato una riforma che trasforma gli istituti scolastici in aziende di cui il/la preside è un/a manager con pieni poteri e dove al tempo stesso le famiglie costituiscono la clientela da assecondare e le/gli studenti la manodopera a basso costo per i privati. L’elemento più eclatante della «Buona Scuola» porta il nome di «alternanza scuola-lavoro»: pena la non ammissione all’esame di Stato, i ragazzi e le ragazze sono costrette a lavorare gratis per enti, principalmente privati ma non solo, i quali potranno così assumere meno lavoratori o lavoratrici retribuite.
Al Socrate la lotta nazionale contro la Buona Scuola si è unita a quella interna per la partecipazione democratica nei processi decisionali e soprattutto per la sicurezza e l’agibilità, in una struttura che ospita circa 950 studenti su 650 posti disponibili. Tra i vari temi rivendicati dalla componente studentesca vi era proprio la riapertura del cortile interno, ottenuto in seguito all’occupazione dell’autunno 2017. Protagonista di queste lotte è il collettivo politico Galeano, che ora si occupa autonomamente di gestire il giardino.
L’8 marzo 2018, in occasione della giornata delle donne, i ragazzi e le ragazze del collettivo Galeano hanno usato l’intervallo tra le lezioni per affiggere lo striscione che dedica il giardino da loro ottenuto alla rivoluzionaria tedesca uccisa nel 1919 dalla polizia del governo socialdemocratico della Repubblica di Weimar.
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«Marx lo amo ma non è sufficiente – spiega uno dei militanti di Galeano – invece Rosa Luxemburg l’abbiamo scelta perché lei, come filosofa e come letterata, parla non solo dello Stato ma della bellezza dell’essere umano a tutto tondo. Ed è importante anche perché è stata una donna, filosofa della politica e martire in un’epoca in cui raramente le donne ricoprivano questi ruoli e si esponevano nella società.»
Rosa Luxemburg, uscita dal Partito Socialdemocratico Tedesco per dar vita al movimento spartachista nella Germania distrutta dalla prima guerra mondiale e umiliata nei trattati di pace, fu la prima interna al Comintern a criticare l’autoritarismo leninista sostenendo il diritto delle masse all’autodeterminazione e contestando il ruolo egemone del partito bolscevico costituito da pochi professionisti di una Rivoluzione che si sarebbe presto trasformata in dittatura. Lei, insieme a Karl Liebknecht, guidò l’insurrezione di Berlino che portò alla fine della guerra. I suoi scritti sono pilastri del pensiero comunista e della storia del movimento operaio europeo e la sua figura non è meno importante di persone a lei contemporanee ma molto più celebrate come Antonio Gramsci o Friederich Engels. Pur non rinnegando lo storicismo dialettico alla base del pensiero marxista, la sua fu una delle pochissime voci socialiste a far notare l’importanza della spontaneità delle azioni di lotta nel processo rivoluzionario. Dissidente rispetto alla socialdemocrazia, Rosa Luxemburg sostenne la partecipazione diretta sul modello dei soviet, consapevole che il riformismo e la democrazia borghese non avrebbero mai portato a una vera emancipazione delle masse. Nella sua analisi, inoltre, viene dato molto peso al militarismo, colonna portante del capitalismo e fondamentale per lo sviluppo industriale, che conduce alla conquista di territori non ancora industrializzati le cui popolazioni indigene saranno poi proletarizzate; gli anni in cui Rosa Luxemburg ha vissuto mostrano chiaramente la stretta connessione che lega capitalismo industriale, guerra imperialista e Rivoluzione sociale.
Oggi l’accesso al cortile posteriore del Liceo Socrate le rende omaggio con un grande murale dove al suo volto è accostata la frase «Chi non si muove non può rendersi conto delle proprie catene». L’altro graffito, adiacente alla porta che dà sul giardino liberato, reca scritto «You are now entering free giardino», citando quel «You are now entering free Garbatella» che, per chi sale da via della Villa di Lucina venendo da San Paolo, dà il benvenuto al quartiere popolare e antifascista dove ha sede l’istituto.
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