Altra città australiana, ricca di verde e di strade ampie e ben tenute, con un’aria un po’ retrò, palazzi vittoriani da un lato e grattacieli modernissimi dall’altro. Vi abitano due milioni di persone e la rendono la terza città più popolosa dell’Australia; è dalla metà del 1800 la capitale del Queensland, attraversata dal fiume Brisbane, un fiume ampio e calmo, percorso da battelli. Questo nome comune alla città e al suo fiume ricorda Sir Thomas Brisbane, il governatore del Galles del sud dal 1821 al 1825. In quegli anni fu anche una colonia penale. In tempi più recenti, cioè durante la seconda guerra mondiale, fu il quartiere generale del Pacifico sud occidentale, retto dal generale Mac Arthur.
Foto 1. Gallery of Modern Art
Dal terminal abbiamo raggiunto il centro con lo shuttle bus. In realtà ci aspettiamo una città un po’ campagnola perché abbiamo letto che i primi immigrati non reclusi erano contadini, ma ci rendiamo subito conto che politici e industriali non gradivano una immagine “paesana”. Dopo una passeggiata gradevole, tra bei negozi e gente tranquilla, visitiamo la ricca Gallery of Modern Art, dicono che sia la più importante del Paese sia per la gran quantità di opere d’arte internazionali, sia per la presenza massiccia di opere degli artisti indigeni; facciamo una sosta veloce ai Colective Markets dove si trova proprio tutto, dai vestiti ai gioielli di artigianato artistico locale fino ai pezzi di antiquariato che una volta arredavano le case dei ricchi europei. Un gustoso momento lo dedichiamo al cioccolato…veramente squisito!
Foto 2. Mercato a Brisbane
Altro giorno di sosta, altro tipo di escursione: ce ne andiamo a Lone Pine, il cosiddetto santuario dei koala. Ce ne sono tanti, morbidi come un peluche, distesi pigramente sui rami di eucalipto. Sembrano piccoli uomini stremati falla fatica.
Foto 3. Koala a Lone Pine
Sostiamo sotto un tetto di paglia per la foto di rito: mi mettono un koala fra le braccia ed io sono colpita dalla lunghezza delle sue unghie. Dunque la foto, scattata velocemente, rivela la mia preoccupazione, anche perché indosso un vestito di cotone leggerissimo e senza maniche. Non succede nulla, restituisco il koala e procedo nel parco, dove incontriamo il dingo, il diavolo di Tasmania dagli occhi cattivi, gli emu, qualche serpente e tanti tanti canguri, alcuni alti quasi due metri, che saltano come se danzassero. I più carini sono i wallabies, piccoli e teneri, che accettano volentieri il cibo dalle mani dei visitatori.
Foto 4 e 5. Dingo e Diavolo di Tasmania
E’ un parco, non uno zoo, gli animali sono liberi (tranne quelli pericolosi come dingo e diavolo di Tasmania) e abituati al contatto con gli umani. Si dice che in Australia ci siano più canguri che australiani. La nostra guida ci dice che ne viene abbattuto un buon numero, secondo criteri – poco condivisi dalla gente – di eliminazione controllata. Usciti dal parco, ne vediamo alcuni morti per strada, perché investiti da auto e bus.
In genere Brisbane ha un buon clima; noi però sentiamo tanto caldo, un caldo umido e fastidioso. Al ritorno in città, altra passeggiata, degustazione di birre locali e poi…tutti a bordo.