La Commissione Affari Costituzionali del Senato non ha concesso il parere di costituzionalità al disegno di legge sulla riforma della scuola. Il gruppo del Pd al Senato ha cercato di trovare un accordo con il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Invece, nulla di fatto. Il voto è terminato con un pareggio, con il no determinante dell’ex sostenitore della maggioranza Mario Mauro, presidente del Partito dei Popolari e senatore del gruppo Grandi autonomie e libertà. «Da un punto di vista costituzionale la riforma della buona scuola è scritta male – ha spiegato Mario Mauro – pertanto fermiamoci e riscriviamola meglio».«Nella commissione Affari Costituzionali del Senato la maggioranza è stata battuta sulla riforma della scuola. A maggioranza, la commissione ha dato parere negativo» ribadisce Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel al Senato. Voto a favore, anche se non sufficiente a non mandare sotto il governo, è invece quello di Anna Finocchiaro (Pd) che presiede la commissione.
Le modifiche al testo che sono state stabilite questa settimana verteranno per lo più sul potere “assoluto” del Preside-manager e sui criteri di valutazione degli insegnanti che continuano a generare forti critiche e scioperi nel mondo della scuola e che, forse, il governo provvederà a ridurre ulteriormente, senza però abbandonare l’impostazione generale. Difficile invece, a sentire i senatori Pd, cambiare rotta sulle assunzioni, aumentando la platea dei professori da stabilizzare. Dopo il voto della commissione Bilancio sulle coperture necessarie, comincerà comunque quello sui quasi 2000 emendamenti.
Nel frattempo il Ddl scuola ha cambiato nome, l’ex 2994 è ora sostituito dal 1934, numeri che rimarranno nel cuore dei docenti e forse impressi con marchio a fuoco nei ricordi storici della scuola.