Tunisia, Francia, ma anche Kuwait e Somalia. La jihad si scatena nel venerdì del Ramadan colpendo tre continenti quasi simultaneamente. Gli attentati hanno dimostrato come il terrorismo possa colpire ovunque senza preavviso. E che proprio su questo fatto gioca per scatenare la paura nei cittadini. Ma senza dubbio il periodo è particolare, e fra Expo e Vaticano l’Italia ha molti obbiettivi sensibili. Per questo motivo il ministro degli Interni Angelino Alfano, intervenendo a un convegno sulla legalità a Milano, ha annunciato: “nessun paese a rischio zero, abbiamo elevato il livello di allerta per risensibilizzare le unità a presidio dei luoghi sensibili. Abbiamo diramato l’allerta a prefetture e questure”. Nonostante questo, però, le polemiche non sono mancate. In particolare con la Lega Nord.
Il più critico è stato Matteo Salvini, che dal suo profilo Facebook ha sparato due bordate contro la gestione del ministro dell’Interno. “Ci hanno dichiarato guerra? – scrive in un primo post – Controllare le presenze e i luoghi di ritrovo islamici in Italia. Ritirare le truppe Nato dai confini con la Russia, e dislocarle in Nordafrica e in Medioriente. Ritirare buona parte dei soldati italiani in missione nel mondo. Bloccare ogni sbarco sulle coste italiane, e difendere i confini”. Venti di guerra insomma, che secondo Salvini né il Governo né tantomeno Alfano sono in grado di gestire: “A Roma è stato arrestato un pakistano, che avrebbe a sua volta ospitato un altro terrorista islamico. Ma noi abbiamo Renzi e Alfano che ci proteggono. Siete tranquilli vero?”, ironizza ancora il leader della Lega. A mettere il carico da dodici ci pensa poi Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato: “Chi si scandalizza quando chiediamo i controlli alle frontiere capirà che far entrare illegalmente una cifra enorme di persone nel nostro paese e lasciare che girino indisturbate, magari scroccando vitto e alloggio a spese nostre, è un rischio enorme, non solo per la nostra sicurezza, ma per la sopravvivenza stessa dell’intera civiltà occidentale?”.
Nonostante le critiche della Lega Alfano ha difeso il suo operato, dimostrando come non ci sia nesso fra aumento dell’immigrazione e criminalità o terrorismo: “nel 2014 c’è stato un calo dei reati del 7,7%, nel primo quadrimestre del 2015 un calo tra il 14 e il 15%. Nel 2014 c’è stato un aumento del flusso migratorio dovuto principalmente all’instabilità della Libia. È indimostrabile che vi sia stato un aumento dei reati in conseguenza di un aumento dell’immigrazione. Questa è la realtà, poi c’è la percezione dovuta anche a certe campagne politiche che sollecitano le paure più profonde dei cittadini”.
Non si contano più le imbarcazioni stracariche di disperati in cui molti di essi trovano la morte, soffocati da altri corpi ammonticchiati, gettati in mare da scafisti senza pietà, sfiniti dagli stenti.
E ogni volta che un battello affonda o si trasforma in trappola esiziale, si accendono discussioni acide sulle capacità italiane di soccorrere adeguatamente chi è in pericolo. Si fanno sempre gli stessi discorsi, si tirano in ballo i soliti argomenti. La Lega sostiene che i popoli affamati vanno aiutati nei luoghi di nascita e dove soffrono come se fosse semplice farlo: con quali soldi? I negoziati tra Italia e Libia, che ai tempi di Gheddafi prevedevano un controllo delle partenze dall’Africa, sono stati azzerati, cosicché i migranti seguitano a giungere numerosi sulle nostre coste; e noi con gli scarsi mezzi di cui disponiamo siamo obbligati ad ospitarli inadeguatamente dopo averli tratti in salvo.
Malta se ne infischia e non si cura di chi crepa in mare. Gli spagnoli attuano il sistema dei respingimenti violenti, le immagini dei quali sono state trasmesse dalla televisione. In sintesi. Nessuno si occupa dei poveri cristi che abbandonano l’Africa attratti dall’illusione di conquistare un mondo migliore. La stessa Europa, di cui il nostro Paese è la propaggine meridionale (la più vicina al Continente nero), dimostra una gelida insensibilità verso i poveri del Sud. E ci ordina: arrangiatevi e cercate di comportarvi umanamente nei loro confronti, altrimenti vi condanniamo. E ci condanna anche quando abbiamo agito al massimo delle nostre potenzialità.
In pratica nel Mediterraneo è impegnata soltanto l’Italia nel gravoso compito di prevenire tragedie o almeno di ridurne la portata. L’Ue non interviene e noi non siamo stati in grado di pretendere dai nostri partner nemmeno un finanziamento da utilizzarsi per realizzare le strutture necessarie ad accogliere decentemente i disgraziati provenienti dall’infelice mondo della fame e del disagio. Oltre a pagare il conto dei salvataggi, dobbiamo anche sopportare gli insulti di chi verso di noi usa atteggiarsi a maestro di civiltà.
È arrivato il momento in cui l’Italia è chiamata a presiedere il vertice delle istituzioni europee. Sarà Matteo Renzi a sedersi sullo scranno più alto e a esercitare una serie di poteri non certo di secondo piano.
Verificheremo se ha la personalità per imporre alla Ue di comportarsi in modo solidale, come si conviene a una comunità di Stati.